COMUNICATO STAMPA

Giornata internazionale dell'obiezione di coscienza

Pax Christi Italia accanto agli obiettori di tutto il mondo
15 maggio 2002

Oggi, 15 maggio, ricorre la Giornata Internazionale dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Pax Christi Italia, movimento cattolico internazionale per la pace, da sempre impegnato sui temi della nonviolenza e del rifiuto della logica delle armi, esprime piena solidarietà con tutti coloro che, in tutto il mondo, dicono “no” all’uso e alla logica delle armi. Mentre in Italia e in molti paesi dell’Unione Europea sembra che il tema dell’obiezione di coscienza non sia più all’ordine del giorno, anche per lo smantellamento progressivo della coscrizione obbligatoria, in molti Stati il diritto al rifiuto del servizio in armi non è ancora sancito dalle leggi. Anche nella stessa Europa ci sono Stati in cui gli obiettori rischiano il carcere: è il caso, ad esempio, della Grecia, patria della democrazia occidentale, e della civilissima Svizzera, nazioni nelle quali non si è ancora giunti a prevedere un servizio civile alternativo al militare e non punitivo. Tra gli Stati che non riconoscono il diritto all’obiezione ricordiamo anche la Turchia e i numerosi obiettori e pacifisti che giacciono in galera, mentre con soddisfazione abbiamo appreso che qualche settimana fa la Duma, il parlamento russo, ha approvato una legge per la creazione di un servizio civile. Accanto a tutte le altre situazioni di mancato riconoscimento di questo diritto, ci preme sottolineare emblematicamente quella di Israele e delle centinaia di militari che rifiutano di combattere nei Territori Occupati e di partecipare a operazioni militari contro i Palestinesi. Mentre continua il viaggio, iniziato lunedì scorso, della delegazione di vescovi, sacerdoti e laici organizzata da Pax Christi Italia in Terra Santa, vogliamo esprimere la nostra vicinanza a questi nostri fratelli israeliani che, pagando di persona, cercano di fermare la logica della violenza. A tutti torniamo a ripetere le parole del profeta Isaia “...non si eserciteranno più nell’arte della guerra...”. In particolare ai governanti, ricordiamo quanto il Concilio Vaticano II diceva nel 1965: “sembra conforme ad equità che le leggi provvedano umanamente al caso di coloro che, per motivi di coscienza, ricusano l’uso delle armi, mentre tuttavia accettano qualche altra forma di servizio della comunità umana” (Gaudium et spes, n. 79).

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