L'ONU lancia l'allarme: "Il momento peggiore da ottobre 2023"

Venti bambini uccisi in media ogni giorno: cresce l'orrore nella Striscia di Gaza

Secondo l'UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) dal 18 marzo quasi 600 bambini sono stati uccisi e oltre 1.600 feriti nei nuovi attacchi israeliani su Gaza. Intanto in Israele cresce il rifiuto del servizio militare.
21 aprile 2025
Redazione PeaceLink

L'UNRWA denuncia l'estrema gravità della situazione a Gaza

Dal 18 marzo – data della ripresa degli attacchi da parte dell’esercito israeliano – quasi 600 bambini palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza in meno di un mese. A denunciare l’agghiacciante bilancio è l’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, sulla base di dati forniti dall’UNICEF. E poi ci sono oltre 1.600 bambini feriti. Le immagini e le testimonianze che trapelano raccontano una realtà devastante: ospedali al collasso, famiglie distrutte, traumi impossibili da misurare.

L’UNRWA lancia l’allarme

L'UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) denuncia un picco nella crisi umanitaria, le cifre sembrano evidenziare la peggiore fase del conflitto da ottobre 2023. 

“La crisi umanitaria nella Striscia di Gaza è ora probabilmente al suo punto peggiore dall’ottobre 2023”, ha affermato l’UNRWA. Parole che pesano come macigni, soprattutto se pensiamo che la crisi umanitaria di cui si parla è quella che ha visto in pochi mesi decine di migliaia di vittime civili e lo sfollamento forzato di milioni di persone.

La guerra continua a colpire in modo sproporzionato la popolazione civile, e in particolare i più piccoli, che dovrebbero essere i primi da proteggere. Si muore sotto le bombe, nei corridoi degli ospedali, nelle tende dei rifugiati, nei sogni infranti di un futuro che non arriva.

Bandiere israeliane In Israele cresce il rifiuto del servizio militare

Su +972 Magazine, Meron Rapoport – editorialista di una delle voci più lucide del giornalismo indipendente israelo-palestinese – racconta un cambiamento silenzioso ma significativo: in Israele, sta diventando sempre più frequente rifiutarsi di servire nell’esercito, non solo tra i pacifisti radicali, ma anche tra settori più ampi della società civile.

Il fenomeno del rifiuto – soprattutto tra i riservisti – ha raggiunto una dimensione tale da preoccupare i vertici della sicurezza nazionale. Questo articolo - tradotto in italiano e pubblicato dal Manifesto - offre uno sguardo importante su una nazione attraversata da profonde contraddizioni, dove l’opposizione alla guerra e alla militarizzazione della società non è più solo patrimonio della sinistra pacifista, ma anche di chi teme per il futuro democratico del Paese.
L'articolo è allegato a questa pagina web.

Allegati

  • Riservisti in fuga, l’esercito israeliano mai così in crisi

    Meron Rapaport
    Fonte: Il Manifesto 16.5.2025
    10573 Kb - Formato pdf
    Centomila soldati in meno secondo le stime: «È un numero enorme. Il governo avrà problemi a continuare la guerra». Rari i rifiuti per i massacri di palestinesi. Prevale la sfiducia nella leadership e nei suoi interessi personali

Articoli correlati

  • Podcasts di solidarietà col popolo palestinese
    Palestina
    In allegato il file con i link alle varie registrazioni vocali della poesia

    Podcasts di solidarietà col popolo palestinese

    Podcast multilingue della poesia "Se dovessi morire", del poeta palestinese Refaat Alareer, assassinato durante i bombardamenti israeliani assieme a 6 membri della sua famiglia. Un progetto di Demospaz, l'Istituto per i Diritti Umani, la Democrazia, la Cultura di Pace e della Non Violenza.
    12 settembre 2025 - Maurizio Montipó Spagnoli
  • A Ventotene giovani israeliani e palestinesi insieme per costruire la pace
    Europace

    A Ventotene giovani israeliani e palestinesi insieme per costruire la pace

    Il Federalist Peace Forum si tiene a Ventotene dal 7 al 10 settembre con una trentina di giovani attivisti provenienti da Israele, Palestina e diversi paesi europei.
    7 settembre 2025 - Nicola Vallinoto
  • Proposta choc di Francesca Albanese per salvare Gaza, ieri a La Sapienza di Roma
    Pace
    La Relatrice speciale ONU davanti una sala stracolma di studenti e docenti

    Proposta choc di Francesca Albanese per salvare Gaza, ieri a La Sapienza di Roma

    “E’ vergognosa l’assenza di iniziative da parte dei governi per fermare il genocidio in Palestina. Non dovrebbe essere la Flotilla a rompere l’illegale assedio israeliano di Gaza, bensì la Marina militare italiana.”
    6 settembre 2025 - Patrick Boylan
  • La risposta della portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, alle minacce israeliane
    Pace
    “Noi non ci fermiamo”

    La risposta della portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, alle minacce israeliane

    È arrivata, tramite la portavoce italiana Maria Elena Delia, la risposta alle minacce del governo israeliano, che ha definito terroristi i partecipanti alla Global Sumud Flotilla e promesso arresti e carcere duro per gli attivisti e la confisca delle navi umanitarie.
    2 settembre 2025 - Patrick Boylan
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.8.19 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)