NO al riarmo in quanto preludio della guerra

Riflessioni sul corteo No Rearm a Roma e sull’attivismo oggi in Italia

Due partecipanti alla riuscitissima manifestazione contro il riarmo sabato scorso a Roma hanno accettato di commentare l’evento.
24 giugno 2025
Patrick Boylan

Bandiera della Palestina sventolla sopra il corteo No Rearm Europe

I due intervistati sono: Luke Alden, docente, saggista per Znet e attivista di Statunitensi per la Pace e la Giustizia – Roma (storico gruppo di cittadini statunitensi che abitano nella capitale) e Gianni Magini dell’emittente web Allerta Media, per anni attivista per Julian Assange a Londra e poi per i diritti civili qui in Italia nella sua nativa Toscana.  Luke ha postato, con un commento, alcune foto dei due cortei di sabato sul sito della sua associazione: http://peaceandjustice.it/photos/2025-06-21 .

Durante la vostra lunga esperienza di attivismo, avrete partecipato a tantissimi cortei per la pace. Sabato ce n’è stato uno grandioso, anzi ci sono stati ben due cortei grandiosi, contro gli incitamenti al riarmo arrivati dalla Commissione Europea e dalla NATO. Voi due avete scelto di partecipare al corteo di Stop Rearm Europe, partito da porta San Paolo e terminato al Colosseo. Qual è stata la vostra impressione di quella manifestazione?

Die-in al Colosseo durante il corteo di Stop Rearm Europe.  In primissimo piano, con camicetta scura e pantaloncini beige, si vede Luke Alden, uno degli intervistati di questo articolo.

LUKE: Mi è piaciuta; l’ho trovata più vivace della maggior parte delle altre, meno aggressiva. Urlare a gran voce quanto si odiano i partiti non servirà a costruire un movimento, non coinvolgerà ampie fasce di pubblico, cosa che alcuni attivisti dimenticano.  Non mi riconosco in nessun partito, ma nel dialogo aperto con tutti.

GIANNI:  Io trovo che spaccarsi su temi così importanti potrebbe aiutare il perpetuarsi dell’attuale sistema di potere dedito a guerre e autoritarismo. Poi, riflettendo, credo ci sia da gioire a prescindere, nel vedere molti italiani tornare nelle strade a protestare.  Un dettaglio importante: avrei voluto vedere molti più giovani.

C’erano, eccome, ma nell’altro corteo, promosso dalle forze della “sinistra-sinistra” sotto la sigla Disarmiamoli!, che è partito da piazza Vittorio per raggiungere anch’esso la zona del Colosseo, specificamente i Fori Imperiali.  Come mai non hai scelto di partecipare a quella manifestazione?

GIANNI: Servono grandi numeri, di unità e compattezza, e quindi di maggiore visibilità e solidità delle richieste. Di conseguenza, ho scelto la piattaforma di Stop Rearm Europe in quanto figlia di un processo che a livello internazionale sta cercando proprio questa unità  senza per forza dover scendere a compromessi al ribasso.

LUKE: Sono d’accordo. Dobbiamo indirizzare il nostro attivismo per raggiungere fasce più ampie di pubblico. C’è un abisso gigantesco tra il voto e le proteste. Quello che conta è la partecipazione dal basso, quotidianamente, con l’obiettivo di trovare nuove strategie e adesioni.  Perché ciò che conta davvero, in fondo, è l’attivismo quotidiano. Siamo davvero interessati a trasformare la società o ci interessa solo stare all’opposizione?  Le manifestazioni, dunque, continuano a essere fondamentali, ma allo stesso tempo insufficienti.

Il grandioso corteo di Disarmiamoli! scende via Cavour a Roma.

Anzi, i cinici dicono che le manifestazioni per la pace proprio non servono a nulla e intanto il Potere va avanti lo stesso facendo guerre.  Ad esempio, la mega manifestazione del 15 febbraio 2003 – per dire all’allora Presidente statunitense Bush di non invadere l’Iraq – è stata la più grande manifestazione mondiale anti-guerra di tutti i tempi secondo il Guinness dei primati. Eppure è stata totalmente ignorata da Bush, che ha invaso l’Iraq lo stesso. Cosa dobbiamo concludere?  Vanno fatte comunque le manifestazioni e i cortei per la pace oppure no?  Servono a qualcosa?

GIANNI: Già, l’altra notte gli USA hanno attaccato l’Iran. Potrebbe essere facile affermare che le mobilitazioni siano inutili, ma non è così. Innanzitutto, se da decenni non ci fossimo mobilitati su vari fronti, credo che vivremmo già in un mondo molto peggiore dell’attuale.

Inoltre, le manifestazioni servono come collante per movimenti e associazioni che aderiscono e per offrire l’opportunità alle persone di confrontarsi dal vivo

LUKE: È davvero una domanda, la tua? Anche le persone più ciniche tra la gente comune e chi detiene il potere conoscono bene la risposta: sì che le manifestazioni contano!  I fascisti lo sanno benissimo, dato che le usano per ottenere il potere.

Cartelli esibiti durante il corteo Disarmiamoli!

Le quattro rivendicazioni del corteo di Stop Rearm Europe sono le seguenti: NO alle guerre, NO al riarmo, NO al genocidio e NO all’autoritarismo.  Guardiamole più da vicino.  “NO alla guerra” significa anche NO alla guerra in Ucraina, quindi stop all’invio delle armi come precisa Disarmiamoli! nella sua piattaforma?  Oppure consideri quella ucraina una “guerra giusta”, da sostenere con le armi, mentre sarebbero da condannare solo, ad esempio, i bombardamenti israeliani a Gaza, in Cisgiordania, Libano, Siria e ora in Iran?

GIANNI: Nessuna guerra è giusta. Ti rispondo citando Gino Strada “Nel terzo millennio solo dei cervelli poco sviluppati possono ritenere che la guerra sia uno strumento accettabile.”  Nessuna scusa travestita da “sicurezza” e “legittima difesa” mi convincerà che, per ottenere la pace, dobbiamo armarci fino ai denti.

LUKE: Sono d’accordo e credo che quasi nessuno dei partecipanti alla marcia di sabato creda nelle “guerre giuste” o nelle forniture di armi alle parti di un conflitto.  Naturalmente, nel Nord del mondo ci sono molte persone che approvano l’invio di armi all’Ucraina; invece, penso che il modo migliore per aiutare l’Ucraina sia favorire i negoziati.

Consideriamo ora la seconda rivendicazione di Stop Rearm Italia: NO al genocidio. Per voi è sufficiente o dobbiamo anche aggiungere, come fa Disarmiamoli! nella sua piattaforma, rompere ogni relazione con Israele, sostenere il movimento BDS e sostenere anche – udite, udite – la resistenza palestinese?  O queste sono delle rivendicazioni troppo estremiste per te?

LUKE: Come stavo dicendo, le proteste sono la parte più visibile dell’attivismo, mentre sono le iniziative quotidiane che contano. Tuttavia, le proteste sono ciò che il pubblico vede, quindi dobbiamo stare attenti a ciò che diciamo. In ogni caso, secondo il diritto internazionale, le persone sotto occupazione militare come i palestinesi hanno il diritto legale alla resistenza armata. Nessuno può seriamente contestarlo.

GIANNI: Dire “no al genocidio” è chiaramente uno slogan molto generico, scelto per ragioni comunicative. I passi per porre fine al genocidio in corso in Palestina e nei territori occupati, includono assolutamente ogni tipo di azione volta a prendere le distanze da Israele e a interrompere qualsiasi tipo di collaborazione in essere.

Sicuramente fai tuo il “NO all’autoritarismo” contenuto nella piattaforma di Stop Rearm Italia, ma condividi anche le rivendicazioni aggiuntive nella piattaforma di Disarmiamoli!…?  Per esempio, l’abrogazione non solo della recentissima Legge sulla Sicurezza, ma anche di tutte le norme anti-sindacali, e ce ne sono tante. O pensi che non bisogna allargare il discorso, sennò rischi  di perdere consensi, non potresti avere in piazza le decine di migliaia di manifestanti di sabato in quanto non tutti sarebbero d’accordo con rivendicazioni che sanno troppo di “sinistra-sinistra”?

GIANNI: Dobbiamo fare un passo alla volta, anche se velocemente. Elencare tutte le cose “cattive” da cambiare in aggiunta all’ultimo “DDL sicurezza” non aiuta ad avvicinare la massa alla piazza.  E questo continuo voler marcare il proprio essere più “radicali, veri e puri” da parte di alcuni, contrapposto a quelli che invece fanno solo finta di essere pacifisti e di sinistra ma che in realtà fanno sempre l’opposto di ciò che dicono, è il cancro che da decenni blocca lo sviluppo di una vera sinistra popolare e compatta in Italia.

LUKE: Dire NO all’autoritarismo è il modo migliore per raggiungere il pubblico. Chi può essere FAVOREVOLE all’autoritarismo? Lo stesso vale per l’abrogazione delle leggi che limitano la tutela dei lavoratori: chi può essere contrario, se non gli ultrareazionari?  Le proteste del 2003 hanno segnato un gigantesco incremento di coscienza da parte del pubblico, che continua fino ad oggi.

Bisogna riconoscere ai promotori della manifestazione Stop Rearm Europe un’enorme dedizione, una grande competenza e tanta chiaroveggenza.  Eppure si tratta di semplici associazioni di volontari, che non hanno i grandi mezzi di cui dispongono i partiti e i sindacati confederali.  Incredibilmente, sono riusciti a chiamare in piazza e a gestire alla perfezione decine di migliaia di cittadini che, davanti alle atrocità delle varie guerre nel mondo, reclamavano un momento in cui poter sfogare il proprio sdegno, la propria rabbia, e la propria commiserazione per i tanti morti. Questa, per te, è una dimostrazione del potere delle lotte dal basso?  Vi incoraggia a continuare a lottare, anche in piccolo?

LUKE: Entrambe le manifestazioni sono state organizzate con pochi mezzi, ottenendo un risultato davvero notevole. Devo ammettere che mi aspettavo un numero ancora maggiore di partecipanti, ma ho sottovalutato il caldo e il periodo dell’anno in Italia, quindi in realtà sono abbastanza soddisfatto.  E sì, questo mi spinge a fare di più con la nostra piccola associazione di statunitensi a Roma.  Personalmente, la manifestazione di sabato mi ha spinto a partecipare di più e meglio, sia con i gruppi locali che internazionali di cui faccio parte.

GIANNI:  Non so dove tutto ciò porterà, né se raggiungeremo i nostri obiettivi in modo indolore. Ma sono certo che il capitalismo ha fatto il suo tempo, che la gente non si fida più dei media mainstream, e che stiamo quindi per assistere alla più grande lotta di classe della storia moderna. Come qualcuno ha detto: “I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi. Sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli.”

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Note: Foto di Patrizia Cortellessa e Gigi Sartorelli su Contropiano per il corteo DisarmiamoliFoto di Gianni Magini di Alerta Media per il corteo Stop Rearm Europe. 

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