Il Caso Adro

Caro Sindaco, non sono d'accordo...

Il "nostro" Gianni Gatti scrive al sindaco del Comune di Adro e ci ricorda come ognuno di noi, può e deve fare la sua parte.
8 novembre 2010
Gianni Gatti

Caro sindaco,
non sono d'accordo...

Signor sindaco di Adro, mi chiamo Gianni Gatti e pur vivendo a Firenze da molti anni, ho la "disgrazia" di essere cittadino di Adro essendo nato a Torbiato che è una frazione di Adro. Dico "disgrazia" perchè, a causa di un continuo susseguirsi di fatti tanto eclatanti quanto ostentati, mi sento fortemente a disagio quando devo dichiarare in quale comune sono nato, e normalmente aggiungo, sommessamente: "non è colpa mia"!
E' dunque chiaro che non condivido per niente le scelte e le decisioni prese da lei, signor Lancini, che forse dovrebbe tener presente di essere non solo il sindaco di chi la pensa come lei, ma che rappresenta tutti i cittadini di Adro anche se la pensano diversamente e spero siano numerosi; consideri anche che quei "simboli" sono stati pagati con i soldi di tutti anche di coloro che hanno il diritto di non veder indottrinati pass! ivamente i figli che frequentano quell'istituto scolastico.
Ma forse lei sarà orgoglioso per la notorietà che sta assumendo il paese sui giornali e telegiornali, forse anche stranieri! Bella notorietà! Parafrasando il Padre Dante, mi verrebbe da aggiungere "Godi, Adro, poi che sei si' grande, che per mare e per terra batti l'ali e per lo inferno il tuo nome si spande!". Che primato!
Serve forse ricordare questi spiacevoli episodi? Prima il Crocifisso, brandito come un'arma, blasfemo simbolo di divisione, anzichè d'amore!
Poi la mensa scolastica negata ai bambini che non avevano la possibilità di pagarla e, guarda caso, sono figli di extracomunitari!
E infine questo ultimo grosso sopruso che pur trovando dissenzienti la ministra Gelmini e il Capo dello Stato Napolitano, lei signor sindaco continua impeterrito a considerare un antico simbolo del "sole nascente" e perciò delle nostre belle montagne e non come simbolo dichiarato e legalmen! te depositato del partito politico Lega Nord!
Immaginiamo cosa! sarebbe successo se si fossero altrove usati garofani, scudi crociati o falce e martello!
Mi ero informato ma mi è stato detto che non è possibile cambiare il proprio Comune di nascita, pertanto non mi resta altro che scrivere questa lettera al sindaco di Adro, inviandola per conoscenza alla stampa locale. In questa lettera dichiaro esplicitamente di non essere per niente d'accordo con le scelte del sindaco e della sua giunta e nel
contempo desidero far sapere agli abitanti di Adro che c'è anche gente con un po' di buon senso e di amore per la giustizia e la legalità che la pensa diversamente. E mi auguro siano numerosi gli adrensi che non hanno consegnato il cervello all'ammasso (come si diceva un tempo dei "trinariciuti" comunisti!).
Fonte "Corriere della Sera" si apprende che i cestini con il "simbolo" sono costati 6.500 euro, gli zerbini ben 7.500 e i vari arredi simbolizzati, compresi tetto, banchi e vetrate ammontano a 230.000 euro! Un bel g! ruzzoletto. Ma sempre lei, signor Lancini, aveva dichiarato "...i simboli non sono costati nulla e io non spenderò un
euro per rimuoverli, perchè non lo farò!". Anche se poi il 2 ottobre si apprende dai giornali che ha detto: "...e chi paga?".
Auguri! In barba alle proteste, ai divieti e agli ordini venuti dall'alto!
Gianni Gatti
TAVARNUZZE (FIRENZE)

*Questa lettera è stata pubblicata il 12 Ottobre 2010 sul giornale Brescia Oggi.

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