I lavoratori del Belgio incrociano le braccia: "Non inviamo armi a Israele"
In una mossa senza precedenti, i sindacati dei lavoratori del trasporto belgi hanno chiesto ai loro membri di rifiutare di spedire attrezzature militari destinate a Israele. Questa decisione è stata annunciata il 31 ottobre dai sindacati ACV Puls, BTB, BBTK e ACV-Transcom in un comunicato congiunto, segnalando una posizione netta contro il coinvolgimento del Belgio nel conflitto israelo-palestinese. Lo riferisce la Reuters.
Questa iniziativa è stata motivata dalla profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione nella Palestina occupata e e per i bombardamenti israeliani che hanno causato sofferenze umane su vasta scala.
Il comunicato ha dichiarato: "Mentre si sta verificando un genocidio in Palestina, i lavoratori di vari aeroporti in Belgio stanno assistendo a spedizioni di armi dirette verso la zona di guerra". Queste parole riflettono la crescente preoccupazione globale per la situazione in Medio Oriente.
La decisione di questi sindacati belgi di rifiutare la spedizione di equipaggiamenti militari destinati a un conflitto in corso è un segnale di opposizione chiara al coinvolgimento del Belgio nel conflitto tra Israele e Hamas. Il Belgio ospita il quartier generale della Nato.
Questo atto è destinato a suscitare dibattiti sia a livello nazionale che internazionale in quanto tocca il rapporto fra lavoratori e la responsabilità etica e umanitaria delle loro azioni. Stanno di fatto compiendo un'obiezione di coscienza alla guerra con la speranza che possa contribuire a sollecitare un dibattito globale sulla fornitura di armi in situazioni di conflitto, in particolare quando ci sono preoccupazioni legate ai diritti umani e alla sicurezza dei civili. L'azione dei sindacati belgi mette in evidenza l'urgenza di trovare soluzioni pacifiche e negoziate per porre fine al conflitto tra Israele e Hamas garantendo la protezione dei civili a Gaza e in Israele.
Sulla questione delle vittime civili in questa guerra c'è questa dettagliata inchiesta giornalistica.
Sarebbero 370 le persone uccise in media ogni giorno.
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