Taranto, no raddoppio Eni ma ok per nuova centrale
Sembra tramontare il progetto di «raddoppio» dell’Eni, il maxi-investimento da un miliardo di euro presentato nel 2005. Svanisce il sogno della grande raffineria? In realtà l’azienda non ridimensionerebbe la sua presenza a Taranto, anzi; confermando di voler spendere quasi 500 milioni di euro (in buona parte già investiti).
Si tratta all’incirca della metà delle risorse che si pensava di utilizzare per il «raddoppio». Tra gli investimenti, su vecchi e nuovi impianti, la punta di diamante sarebbe la nuova centrale Enipower a ciclo combinato (vapore e gas naturale) da 240 megawatt.
Lo scorso 2 aprile l’Eni ha ottenuto il via libera dal ministero dello Sviluppo economico. Ci sarebbero ancora alcune prescrizioni di natura ambientale alle quali adempiere. In un incontro, ieri presso la sede di Confindustria, i rinnovati vertici locali del gruppo hanno spiegato ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e ai segretari dei sindacati di categoria: Filcem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil, che la centrale dovrebbe fornire vapore tecnologico ed energia elettrica alla raffineria Eni anche in ragione della realizzazione e dell’avvio di nuovi impianti.
L’azienda ha assicurato anche che l’energia non utilizzata dalla raffineria finirà nella rete nazionale. In ragione dei problemi di natura ambientale che affliggono la città e la sua zona industriale, l’Eni ha sottolineato come il nuovo impianto, in sostituzione di quello ormai obsoleto, sarebbe dotato delle migliori tecnologie per ridurre l’i mpatto inquinante.
Tra queste: l’eliminazione dell’uso di olio combustibile, l’abbattimento delle emissioni di polveri e e la riduzione di emissioni di anidride carbonica. I dirigenti dell’azienda petrolifera hanno offerto numeri significativi. Il dettaglio delle attività di investimento per il triennio 2006-2009 parla di una spesa aggirantesi intorno ai 325 milioni di euro destinati alla creazione di nuovi impianti (dalla stazione metano al sistema torcia alla modifica della rete elettrica della raffineria, per citarne alcuni).
La conclusione dei lavori relativi a questi impianti è prevista entro la fine dell’anno. Il personale impegnato, nel biennio 2008-2009, è composto da 450 unità. Ma l’Eni guarda al triennio 2009-2012 programmando una nuova serie di investimenti. Costo complessivo 122 milioni e 372mila euro nei settori nevralgici della sicurezza (35 milioni) e del mantenimento degli impianti (35 milioni), dell’ambiente (30 milioni), del milgioramento degli impianti (16 milioni), del recupero energetico (5 milioni) della sicurezza (5 milioni), dell’automazione (1,5 milioni).
Tornando alla nuova centrale elettrica, l’azienda ha illustrato ai sindacati e ai rappresentanti di Confidnustria anche le opere collegate al nuovo impianto. Tra queste un elettrodotto di circa 13 chilometri e mezzo che dovrebbe attraversare l’a re a portuale con un cavo sotterraneo (per circa 4 chilometri e mezzo), riducendo al minimo le interferenze con le infrastrutture dello scalo.
Tramontato il clima teso che ha accompagnato le relazioni sindacali all’inizio dell’anno, l’incontro in Confidustria tra Eni e rappresentanti dei lavoratori si è svolto in un clima sereno. Anche se gli investimenti non porteranno nuove assunzioni dirette, l’azienda crede che nuove possibilità di lavoro potrebbero nascere dal rafforzamento dell’indotto. E su questo il confronto con i sindacati resta aperto.
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