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Conferenza di Servizi per AIA di Ilva e legge regionale sul benzo(a)pirene

Lettera aperta a Vendola, Introna, Nicastro, Pentassuglia, Polese, Florido, Stefàno, Miccoli, Assennato, Stampa e TV
3 marzo 2011
Biagio De Marzo
Fonte: Altamarea - 28 febbraio 2011

Ricorderemo il 22 febbraio 2011 per due avvenimenti accaduti contemporaneamente: a Roma  la Conferenza di Servizi per l’Autorizzazione Integrata Ambientale di Ilva Taranto e a Bari l’esame da parte del Consiglio Regionale della proposta di legge “Misure urgenti per il contenimento dei livelli di benzo(a)pirene”, nata per neutralizzare gli effetti negativi del D.Lgs. 155/2010 che ha depotenziato la precedente normativa nazionale sul benzo(a)pirene.

A Roma la delegazione di AIL, Altamarea, Associazione Impatto Zero, Comitato Vigiliamo per la discarica,  Legambiente, Libera contro tutte le mafie e Peacelink ha fatto la sua parte: girava la voce secondo cui la Conferenza del 22 febbraio avrebbe licenziato il benestare per il rilascio dell’AIA all’Ilva di Taranto ma così non è stato. La delegazione delle associazioni di Taranto ha superato lo sbarramento di Ilva, che ha messo in campo legali ed alleanze come fa quando è alle strette sul piano dei contenuti tecnici e normativi, ed ha aperto un varco nella muraglia di carta costituita da “Parere e Piano di Monitoraggio e Controllo” proposti dalla Commissione IPPC. Il varco è stato allargato e mantenuto dalla compatta pattuglia costituita da Regione e ARPA Puglia, Provincia di Taranto e Comuni di Taranto e Statte. C’è stata quindi la decisione di mettere in piedi “Tavoli tecnici” che lavoreranno sulle pesanti osservazioni formulate a carico di “Parere e Piano di Monitoraggio e Controllo” e sullo scorporo della questione discariche dall’AIA generale.

A Conferenza di Servizi ancora in corso (durata fino alle 18,30), è giunta la notizia dell’approvazione all’unanimità della legge regionale sul BaP e dell’applauso convinto di Ilva.

E’ apparsa subito la singolarità di una legge “contro l’inquinamento” applaudita da chi è deputato a legiferare a tutela dei cittadini (questa volta senza distinzione tra maggioranza ed opposizione) e da chi dovrebbe allinearsi a quella legge, con conseguenti costi e impegni vari.

Sul benzo(a)pirene Altamarea è abbastanza ferrata, se non altro perché, prima in Italia, ha sollevato il problema del D.Lgs. 155/2010 che, con un colpo di mano del Governo centrale, ha azzerato la precedente normativa sul BaP che affrontava con chiarezza e precisione il tema delle immissioni di BaP..Con molto interesse, quindi, abbiamo esaminato la legge regionale che con le sue “Misure urgenti” dovrebbe realizzare quello che è stato richiesto, finora invano, al Parlamento anche con il supporto di campagne di stampa, appelli e petizioni di tanti cittadini.

La legge, fatta solo di 3 articoli per un totale di 13 righi, suscita invece tanti interrogativi.

Gli sforamenti già accertati del limite medio annuale di 1 ng/mc sono utilizzabili per attivare immediatamente le “forme di tutela idonee al fine di prevenire ed evitare il pericolo di un danno grave per la salute”?

Il superamento del limite fissato costituisce di per se danno grave per la salute?

Se non si trovano forme di tutela idonee si può arrivare alla chiusura dell’impianto responsabile del superamento del limite fissato?

Non esiste proprio la possibilità di sanzionare i responsabili del superamento?

Perché non sono state introdotte le soglie d’allarme?

Ci si rende conto che aspettare il prossimo valore medio annuale per intervenire significa di fatto lasciare che le persone respirino BaP oltre il limite per circa due anni ancora? Tanti ne servono tra rilevazione di dati, analisi degli stessi, pianificazione delle misure idonee, realizzazione delle stesse, verifica della loro efficacia, ecc..

Come si distinguono le “principali” sorgenti dalle “non principali”?

Con quali risorse e quando si metterà in piedi la rete di rilevazione dei livelli di concentrazione che copra tutta la Puglia?

La legge è generica, piena di indeterminatezze, priva di effettiva incisività, foriera di contenziosi e di allungamento di tempi. Per tutto questo sono quanto meno sospette le dichiarazioni di plauso arrivate al legislatore dall’azienda che è la maggiore indiziata per emissioni/immissioni di BaP.

L’efficacia della legge regionale 22 febbraio 2011 è tutta da dimostrare e sorprende che in Consiglio Regionale non siano state poste domande che semplici cittadini sono in grado di porre.

In conclusione, per neutralizzare gli effetti negativi del D.Lgs. 155/2010, ben diverso valore, anche politico ed istituzionale, avrebbe avuto il ricorso alla Corte Costituzionale della Regione Puglia contro quel decreto oppure l’appoggio della Regione al ricorso al TAR effettuato da 11 cittadini di Altamarea, ancora in corso, azioni entrambe sollecitate per tempo da Altamarea.

L’occasione per la Regione Puglia e per gli Enti Locali per dimostrare che hanno a cuore sul serio la salute e la dignità dei cittadini ionici è quella dell’Autorizzazione Integrata Ambientale di Ilva Taranto, dove si gioca la vera partita della riduzione effettiva dell’inquinamento di origine industriale a Taranto e provincia. Quella partita non deve essere persa né nei “Tavoli tecnici”, come quello del 1 marzo, né nel prosieguo della Conferenza di Servizi. Essi devono ottenere risposte positive alle osservazioni presentate dal “pubblico interessato”, da ARPA Puglia e da loro stessi. Sul loro operato e sui risultati della loro azione saranno giudicati dai cittadini elettori.

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