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Intervista all'attore tarantino

Michele Riondino e la “maglia negata”: “Un’occasione persa”

"La maglia di calcio è uno dei simboli di una città, quale migliore situazione per esprimere il disagio di un territorio ferito che si porta dietro questo grande problema dell’inquinamento"
1 marzo 2012
Luigi Carrieri
Fonte: Corriere del Giorno - 29 febbraio 2012

Michele Riondino, come è venuto in mente quell’intervento domenica scorsa a Quelli che il Calcio…?   Respiriamo Taranto

«Ero in viaggio da Udine a Milano, peraltro non ho potuto vedere Ternana-Taranto. Ho letto su “Repubblica” un bellissimo articolo che trattava l’iniziativa dei tifosi del Taranto. In studio c’è stata l’opportunità di parlarne e sono stato felice che anche il Trio Medusa abbia trattato con efficacia l’argomento».


Che idea si è fatto di tutta la vicenda?
«Che sia stata un’occasione persa. Credo che di politico non ci fosse il messaggio dei tifosi, ma la decisione della Lega Pro. La maglia di calcio è uno dei simboli di una città. Qualche migliore situazione per esprimere il disagio di un territorio ferito che si porta dietro questo grande problema dell’inquinamento. Sono d’accordo con chi ha parlato di Lega… Contro».


Colpito dall’iniziativa dei tifosi del Taranto?
«Guardi, io non condivido  un certo modo di fare tifoseria. In passato ho criticato  certi comportamenti dei sostenitori rossoblù. Ma è doveroso sottolineare quando ci sono manifestazione del genere. Penso sia stato un gesto apprezzabile e condivisibile. Ripeto, si è persa una grande occasione per coniugare sport e aspetti sociali di estrema rilevanza».


Che rapporto ha con il calcio?
«Non sono un tifoso “sfegatatato”. Mi piace il calcio, seguo le vicende del Taranto, ma lo faccio in modo misurato. Devo ammettere che mi sono riavvicinato negli ultimi anni. L’ultima volta allo Iacovone? Taranto-Sorrento di qualche settimana fa. E’ stato un finale piuttosto movimentato…».


C’è qualche ricordo particolare che la lega al calcio tarantino?
«Mio padre era un abbonato e con lui ho vissuto le ultime stagioni della serie B. Ricordo degli splendidi pomeriggi in Gradinata, alcune incredibili partite che valevano la salvezza. Che non non fossi un tifoso doc, però, c’è anche il fatto che spesso mi facevo delle grandi dormite…».


«Taranto e i tarantini si portano dietro questo velo di maledizione. Pare che tutto, ad un certo punto, si rivolti contro. E’ d’accordo?
«Io sono un complottista di natura, ma non ho elementi per dire se ci sia un disegno o una “mano” che manovri un po’ tutto. Certamente alcuni segnali sono strani e fanno pensare. Mi riferisco al calcioscommesse e a come è stato tirato in ballo proprio il Taranto. Però mi faccio anche una domanda…»


Quale?
«C’è una reale volontà di puntare a certi traguardi? Ci sono passione e voglia per puntare dritto? Io me lo auguro».


Cosa direbbe, alla fine di tutto, il giovane Montalbano?
«Niente, non segue il calcio…»

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