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Una nuova lettera aperta al candidato del Movimento Cinque Stelle. Dopo un'intervista che sfida la verità, una precisazione che sfida l'intelligenza.

Caro Furnari, a Taranto c'è di meglio da fare che diffamare le associazioni.

Dopo aver fatto nomi e cognomi sulla stampa locale, il candidato a cinque stelle precisa che parlando di "inaffidabilità, scarsa trasparenza e incoerenza", si riferiva solo ad alcune associazioni, e non ai loro esponenti impegnati nelle liste civiche. E questo ci sembra ancora più grave.
18 maggio 2012

Gentile dott. Furnari,

La ringrazio per la sua cortese replica, ma le argomentazioni fornite in risposta alle mie obiezioni mi sembrano perfino più deboli di quelle della sua intervista, e se avrà la pazienza di leggermi vorrei spiegarle perché.

Prendo atto che nonostante le sue esternazioni lei sostiene di non avere dubbi sull’onestà e sull’integrità di Alessandro Marescotti e della signora Balestra. Le chiedo però di prendere atto a sua volta che quella intervista è stata interpretata da molte persone (me compreso) come un atto di sfiducia verso le persone che lei ha scelto di nominare espressamente, senza limitarsi a "squalificare" le associazioni a cui appartengono.

La invito pertanto ad una maggiore cautela per il futuro nell'associare nomi di persone a concetti come incoerenza e inattendibilità, tanto più se queste persone godono della sua stima.

Continuo inoltre a non capire come si possa definire inattendibile una associazione senza estendere questo giudizio a chi di fatto ne anima le attività. A Taranto le iniziative dell'"inattendibile e incoerente" PeaceLink, nel 99% dei casi sono promosse, ideate, coordinate e definite con l'apporto dell'"attendibile e stimabile" Marescotti, e le chiedo pertanto di spiegarmi il paradosso logico in base al quale iniziative a titolo personale di persone attendibili rendono inattendibili le associazioni di cui fanno parte.

Una associazione non è una entità astratta o mistica, ma è innestata in un tessuto sociale e politico cittadino, ed è composta dalle persone che ne formano l'assemblea dei soci. Se il problema di inattendibilità non riguarda il presidente della nostra associazione, che a quanto pare gode della sua stima, vuol dire che lei giudica inattendibile l'assemblea dei soci nel suo insieme. Tertium non datur.

Vorrei chiederle quindi di spiegarmi anche in base a quale principio del codice civile, dell'etica politica o del semplice buon senso, l'impegno politico INDIVIDUALE espresso A TITOLO PERSONALE di un presidente di associazione in una LISTA CIVICA, dovrebbe coinvolgere e impegnare anche l'INTERA BASE ASSOCIATIVA nelle scelte, nelle politiche, nelle azioni discutibili di un PARTITO POLITICO che è ben distinto dalla lista civica in questione. Mi aiuti a seguirla in questa serie di salti logici che dà le vertigini.

Mi spieghi in buona sostanza perché secondo il suo fantasioso metro di giudizio io e tutti gli altri soci di PeaceLink saremmo inattendibili o "connotati politicamente", per decisioni che noi non abbiamo preso e non ci riguardano, ma riguardano solamente Alessandro Marescotti e il suo libero esercizio dei diritti di elettorato passivo. (Decisioni che in ogni caso io e gli altri membri del Consiglio Direttivo abbiamo pienamente condiviso a titolo personale, limitandoci a prendere atto di queste scelte che non hanno mai coinvolto l'associazione e nelle quali non abbiamo avuto alcun ruolo).

Le accuse che "a sua insaputa" e indipendentemente dalle sue intenzioni lei ha rivolto a Marescotti, tirandolo in ballo con nome e cognome nonostante le sue attuali dichiarazioni di stima, mi sono sembrate ingenerose per lo spessore della persona coinvolta, ma comunque basate su un ragionamento che aveva una sua logica, per quanto giudicassi questa logica non condivisibile e pretestuosa. 

Ma adesso sentirla dire che queste accuse riguardavano in realtà l'intera nostra associazione (tranne Marescotti che a quanto pare invece gode della sua stima) mi sembra una pesante sfida alla logica e al buon senso.

E a sostegno di questa affermazione le faccio un esempio concreto.

A Milano c'è una mia carissima amica, che gode della mia stima piena e incondizionata, eletta (e non semplice candidata) come consigliera comunale in una lista civica che ha sostenuto Giuliano Pisapia.

Questa persona continua a ricoprire incarichi di responsabilità all'interno dell'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (Agesci), e sono lieto che Mattia Calise, consigliere comunale a Milano per il Movimento Cinque Stelle, abbia avuto l'intelligenza e il buon senso di non dichiarare "inattendibile" l'associazione Scout nel suo complesso, perché si sarebbe certamente coperto di ridicolo dimostrando di non saper cogliere la differenza tra quella lista civica e il partito in cui milita Pisapia, e una simile presa di posizione non sarebbe stata rispettosa dell'intelligenza di quelle migliaia di cittadini onesti che a Milano hanno sostenuto Calise e il movimento Cinque Stelle. 

Il suo ragionamento tradisce inoltre una visione pauperistica dell'associazionismo, in cui le associazioni di volontariato svolgono il ruolo di "cerotti sociali" che attenuano gli effetti dei problemi ma non si impegnano per rimuoverne le cause con una azione sociale incisiva, e di fronte a questo atteggiamento mi viene da chiedermi se prima di militare nel Movimento a Cinque Stelle lei abbia mai avuto altre esperienze di associazionismo attivo.

Sia come sia, la libertà dell'azione politica che lei sta realizzando a Taranto comprende anche la libertà di dichiarare cose fuori dalla logica tracciando analogie improbabili. Prendo atto pertanto che per lei adesso tutti gli associati di PeaceLink e l'intero consiglio direttivo (meno il presidente) sono "marchiati di infamia" e associati indissolubilmente alla lista civica in cui ha deciso di impegnarsi a titolo personale il presidente della nostra associazione.

In pratica per lei sono colpevoli tutti tranne l'unico che ha fatto qualcosa di diverso da quello che abbiamo sempre fatto. Ci faccia però la cortesia di non insultare l'intelligenza di chi la ascolta spacciando una sua opinione personale come una verità assoluta, tesa a dimostrare che la nostra associazione ormai sarebbe irrimediabilmente segnata da una connotazione partitica.

Ho usato intenzionalmente l'aggettivo "partitica" perche' la nostra connotazione POLITICA è nota da anni, siamo a favore delle politiche che rispettano le leggi ambientali, delle politiche di sviluppo eco-compatibile, delle politiche di riconversione industriale che ci preparino da oggi alla futura crisi del settore siderurgico, delle politiche di bonifica delle acque e del suolo da realizzare immediatamente prima che sia troppo tardi.

E a differenza di quanto fa lei, applaudiamo a ogni iniziativa politica che spinga in direzione di questi obiettivi. Ma questo non autorizza nessuno (anche se in buona fede) ad appiccicarci addosso bollini di partito.

La lista civica in cui si è candidato il presidente di PeaceLink, che ha voluto sostenere una PERSONA e un PROGRAMMA POLITICO, e mai un partito, ha sempre garantito l'autonomia e l'indipendenza dei propri candidati. Prendo atto che ciò nonostante questa lista ai suoi occhi non solo si trova legata a doppio filo con un PARTITO pur avendo sostenuto una sola persona e un solo programma, ma ha anche ereditato la responsabilità di tutte le azioni politiche passate di quel partito, diventando parte di quella politica "vecchia" che per lei è inattendibile.

Tuttavia lei prenda atto che dodicimila tarantini hanno votato quella lista considerandola un movimento nuovo ben distante dalla politica "vecchia", e rispettabile tanto quanto il movimento che lei sostiene a Taranto e io sostengo a Bologna (fortunatamente per battaglie contro il potere locale ben più intelligenti, qualificanti, meritevoli e condivisibili di quella che lei sta conducendo a Taranto contro alcune associazioni totalmente estranee al potere).

Spero però che anche nella indiscutibile libertà della sua azione politica lei si renda conto che seguendo questa logica fino alle sue estreme conseguenze il risultato della sua pesante catena di equazioni, equivalenze e analogie è che tutta la responsabilità dell'intera storia politica dei Verdi viene fatta cadere su una associazione che con i Verdi non c'entra nulla nè ha mai avuto a che fare in passato.

I membri di PeaceLink devono rispondere delle loro scelte politiche solo individualmente, e per descrivere l'associazione come soggetto organico ad un partito, l'onere della prova spetta a chi deve dimostrare questa connivenza.

Per risparmiarle lo sforzo di dimostrare l'impossibile, le confermo pertanto la distanza della nostra associazione dal POTERE DEI PARTITI, e per il futuro la invito cordialmente a non farsi scappare una buona occasione per tacere, o in alternativa parlare dopo aver dimostrato che l'associazione ha preso soldi da un determinato partito, ha nel suo direttivo iscritti a quel partito o ha sostenuto con le proprie strutture la campagna elettorale di un determinato partito

Nel nostro caso, oltre a non avere legami finanziari, logistici o strutturali con i partiti, non c'è stato nemmeno un pronunciamento ufficiale del consiglio direttivo in occasione delle elezioni, e la nostra associazione non ha effettuato nessun "endorsement" politico ufficiale. Dove sarebbe quindi la connivenza e l'inattendibilità della nostra associazione che lei sta cercando di dimostrare da giorni?

Cerchi sul nostro sito le pesanti critiche che abbiamo rivolto ai partiti di ogni orientamento e colore tutte le volte che le loro politiche erano contrarie alle ragioni della pace e dell'ambiente, e vedrà che se le accuse a Marescotti come individuo sembrano ingenerose, quelle fatte alla nostra associazione nel suo insieme sono davvero insostenibili.

Ribadisco tuttavia che lei ha il diritto di fare i voli pindarici e i collegamenti logici che ritiene più opportuni, ma come rappresentante pubblico ha anche il dovere di garantire la massima onestà intellettuale alla cittadinanza che lei vorrebbe rappresentare, a cominciare dai cittadini che l'hanno votata. 

E per dimostrare di essere davvero differente dalla vecchia politica, questa onestà intellettuale dovrebbe esercitarla anche rispondendo alle domande che le vengono poste in modo diretto, senza evitarle con tortuosi giri di parole come avrebbe potuto fare perfino un democristiano qualunque ai tempi del pentapartito.

Torno pertanto a formulare le domande rimaste inevase che ho già avuto modo di porgerle nella mia precedente lettera aperta, e spero che stavolta lei mi degni di una sua cortese risposta: le sembra giusto screditare e squalificare in toto con fumose accuse di connivenza coi vecchi partiti alcune importanti e storiche realtà associative della città che lei era pronto a governare come Sindaco?

Se fosse diventato sindaco, avrebbe bollato come "inattendibili" le associazioni che ha accusato di inattendibilità sui giornali? Da sindaco, avrebbe cestinato come "inattendibile" anche la mole imponente di documentazione prodotta da PeaceLink e Altamarea sulla questione Ilva/Diossina, che invece la magistratura ha ritenuto opportuno esaminare? Se le analisi sulla diossina nei formaggi fossero state presentate da PeaceLink dopo queste elezioni anziché anni fa, quando lei ancora non faceva politica, lei le avrebbe giudicate inattendibili in virtù della loro provenienza?

Sono domande semplicissime, basta rispondere SI o NO. Chiedo troppo?

Se il problema invece è che Alessandro Marescotti ha espresso SOSTEGNO PERSONALE a Bonelli NEL MERITO DEL SUO PROGRAMMA DI GOVERNO CITTADINO (e non un sostegno incondizionato all'INTERO PARTITO DEI VERDI), le segnalo un altro episodio di cronaca cittadina per farle capire che il sostegno di Marescotti e della nostra associazione alle iniziative degli uomini politici è sempre espresso nel merito di specifiche iniziative, senza essere mai adesione acritica e "aprioristica".

Nel 2001, quando lei era troppo giovane o troppo impegnato in altre faccende per occuparsi di questioni ambientali, l'associazione PeaceLink nel suo insieme, in un comunicato ufficiale del 23 maggio, ha sostenuto che "l'ordinanza del 22 maggio del Sindaco di Taranto Rossana Di Bello, che impone il fermo delle batterie 3-4-5-6 della cokeria Ilva, è un atto di coerenza e di responsabilità che merita il sostegno di tutta la città".

E adesso prenda questo ghiotto spunto che le ho fornito e vada pure a sbizzarrirsi davanti ai taccuini dei giornalisti, se proprio la diverte. Se le piace il gioco delle associazioni di idee potrà dire che PeaceLink non è collusa col partito dei Verdi come poteva sembrare all'inizio, ma addirittura è legata a doppio filo ad una vecchia amministrazione comunale che si è macchiata di gravi ruberie.

Tuttavia l'avverto che il gioco delle associazioni di idee funziona solo con le menti più sprovvedute e meno attrezzate: se vorrà raccogliere il mio spunto, qualunque persona dotata di un minimo di intelligenza e buon senso sarà perfettamente in grado di distinguere tra il sostegno ad un PROVVEDIMENTO ambientalista e la complicità con quella amministrazione imbrogliona.

 E spero che lei possa prima o poi capire che è altrettanto debole anche la catena di equazioni PeaceLink = Marescotti / Marescotti = Lista Civica / Lista Civica = Partito dei Verdi, costruita con una serie di forzature semantiche e concettuali per dimostrare che la nostra associazione sarebbe legata ad un partito. 

Questo modo di ragionare può essere utile per fare propaganda, ma è totalmente inutile per fare politica, dove invece a livello cittadino non solo è utile, ma è anche indispensabile valorizzare l'associazionismo e l'impegno civico di tanti volontari non retribuiti, che meriterebbe un rispetto maggiore di quello che lei ha dimostrato finora.

Lei dice che in futuro i cittadini si domanderanno se PeaceLink porterà ancora voti ai vecchi partiti. Io le posso garantire che di acqua al mulino dei partiti non ne abbiamo portata mai, e che la nostra azione non ha mai appoggiato marchi partitici, ma solo iniziative, delibere comunali, persone e programmi in difesa dell'ambiente, valutando le questioni nel merito e non per "partito preso". 

Mi stupisco nel vedere che lei insiste a gettare ombre sulla nostra associazione con illazioni di incoerenza, scarsa trasparenza e inaffidabilità basate su fantasiose equazioni e associazioni di idee, e che persiste nella sua posizione anche dopo aver precisato che queste ombre non volevano allungarsi fino a Marescotti. 

Tuttavia, nel danneggiare senza motivo l'immagine di una associazione con illazioni gratuite, dovrebbe tenere presente che la diffamazione è reato, e non dovrebbe approfittarsi del fatto che la nostra associazione (avendo già subito denunce pretestuose che hanno voluto imbavagliarci con accuse di diffamazione o procurato allarme) non ritiene opportuno spostare i conflitti di idee in tribunale nemmeno quando ce ne sarebbero tutti i presupposti. 

Non c'è bisogno di attendere il lento giudizio di un tribunale per valutare le sue dichiarazioni: saranno i cittadini di Taranto a misurare immediatamente e in tempo reale lo spessore e l'intelligenza di accuse e sospetti lanciati nel vuoto.

Ma il giudizio più importante è quello che potrà dare lei guardandosi allo specchio per leggere nella sua coscienza, magari rileggendo ciò che scrive, meditando le sue dichiarazioni prima di formularle, chiedendosi se c'è un modo più utile per impiegare il suo tempo che attaccare l'associazionismo ambientalista e la parte migliore della città, che ha saputo organizzarsi con le proprie forze per progettare un futuro diverso.

Se si ferma un attimo a riflettere, la sua coscienza la aiuterà a capire quanto sia sprecato il tempo passato a chiedersi cosa potrà pensare in futuro la gente della nostra associazione, pur nella nostra totale, dimostrabile e risaputa estraneità al potere dei partiti politici locali e nazionali (che comunque non sono associazioni a delinquere, e non macchiano di infamia chi li frequenta in buona fede).

E allora, visto che in teoria ci tiene così tanto alla cura della nostra immagine associativa (anche se nella pratica lei danneggia questa immagine con le sue dichiarazion) da parte nostra ricambiamo l'attenzione ricevuta, e la invitiamo a a riflettere su quello che la gente potrà pensare di lei in futuro osservando il suo comportamento, le sue dichiarazioni diffamatorie con nomi e cognomi di persone che lei oggi descrive come estranei alle sue accuse, i suoi attacchi a mezzo stampa che in questi giorni hanno avuto come bersaglio le associazioni, le liste, i movimenti e i leader ambientalisti, dichiarazioni che a quanto mi risulta ha già dovuto rettificare in una occasione.

Da una parte lei ci getta addosso una logica del sospetto estranea ai dati di realtà, e dall'altra ritiene di essere al di sopra di ogni sospetto mentre attacca gratuitamente proprio quella società civile che anziché dilettarsi con esternazioni campate in aria, propaganda sterile, polemiche pretestuose e diffamazione a mezzo stampa, in questi giorni ha ritenuto più opportuno sostenere iniziative concrete contro la grande industria.

Basta guardarsi attorno per trovare mille cause da sostenere, a cominciare dagli esposti presentati in procura contro l'Ilva e i suoi amministratori, che dovrebbero interessarla ben più dell'immagine della nostra associazione, indipendentemente dal partito, dalla persona, dall'organizzazione o dal "marchio" che ha promosso queste azioni.

E se proprio non vuole mischiarsi con gli "inaffidabili", nulla le vieta di presentare in procura degli esposti analoghi, magari anche più documentati. Ma con le chiacchiere non si è mai costruita la storia.

Ammesso che il richiamo a "quello che potrà pensare la gente" non serva a deviare il discorso da quello che ha dichiarato lei, le segnalo che a noi non è mai interessato il sospetto e il chiacchiericcio, e quindi non ci siamo mai posti il problema di quello che potrà pensare la gente delle nostre azioni

Per il nostro operato abbiamo presentato il conto sempre e solo alla nostra coscienza. Come associazione non abbiamo espresso ufficialmente nessun endorsement politico, e questo lo abbiamo fatto in piena coscienza per separare la nostra azione da quella dei partiti, e perché riteniamo che una associazione non sia padrona del voto dei suoi iscritti. 

Da parte sua, il presidente di PeaceLink ha ritenuto opportuno sostenere un programma politico perché ci è sembrato più serio, meglio costruito e più ragionevole di altri, compreso il suo, e anche questo è stato fatto alla luce del sole e in totale libertà di coscienza.

Con la stessa libertà di coscienza, altri cittadini attivi nelle associazioni hanno pensato di sostenere quel programma organizzandosi in liste civiche. A partire da tutto questo, la gente (a cominciare da lei) può pensare e dire quel che vuole, riconosciamo la libertà di parola e di pensiero anche a chi parla a vanvera e pensa male, l'importante però è ricordare che la propria libertà finisce dove comincia quella altrui, esprimendosi liberamente senza però sconfinare nella diffamazione o nelle ingiurie.

Noi non ci permetteremo di certo mettere in dubbio la sua buona fede così come lei ha messo in dubbio la coerenza, la trasparenza e l'affidabilità della nostra associazione. Nè siamo abituati ad esprimere con leggerezza le nostre valutazioni politiche.

Ci permettiamo solo di rinnovarle l'invito a guardare al di là della nostra associazione per interessarsi anche a ciò che accade nel movimento che a Taranto lei ha deciso di rappresentare.

A tale scopo, mi permetto di farle notare che se proprio vorrà insistere nella sua crociata contro chiunque abbia commesso il peccato mortale di collaborare con esponenti dei Verdi, parlar bene di esponenti dei Verdi, appoggiare iniziative dei Verdi pur senza ricevere soldi da quel partito, senza candidarsi in quel partito e senza militare in quel partito, dovrebbe includere nell'impeto del suo fervore non solo la nostra associazione, ma anche lo stesso Beppe Grillo.

Non dovrei aver bisogno di ricordarle che Grillo nel gennaio del 2006 ha raccolto con soddisfazione l'adesione di Alfonso Pecoraro Scanio dei Verdi a sostegno delle politiche energetiche proposte e formulate dai cittadini sul blog dello stesso Grillo, nel dicembre dello stesso anno dava spazio alle iniziative dell'allora ministro Pecoraro Scanio in tema di energie rinnovabili e contrasto alle grandi opere, e nel gennaio 2008 prendeva pubblicamente le difese di Pecoraro Scanio da accuse pretestuose, senza per questo risultarne "sporcato", o tacciabile di "inaffidabilità e incoerenza" come lei si è permesso di fare con la nostra associazione, solo perché un membro del nostro direttivo si è candidato con una lista civica che ha appoggiato un programma ambientalista.

Lei potrà dirmi che c'è differenza tra i due casi, e non potrei che darle ragione. Infatti a differenza di Angelo Bonelli, che è in Parlamento dal 2006, noi consideriamo Pecoraro Scanio, assieme al governo sostenuto dal suo voto, corresponsabile sul piano politico e morale dei bombardamenti sulla Serbia del 1999. Ma questa valutazione storica e morale ci dà il diritto di chiamare guerrafondaio, incoerente o inaffidabile chiunque abbia avuto a che fare con i Verdi, con Bonelli o con Pecoraro Scanio? 

Per noi è meglio valutare le cose NEL MERITO, per fare in modo che cittadini, associazioni e movimenti rispondano DEL PROPRIO OPERATO POLITICO e non delle proprie RELAZIONI SOCIALI.

Alla fine l'unico modo per rapportarsi con organizzazioni di cui si condivide al 100% la storia, il percorso politico e il passato è quello di rapportarsi solo con propria organizzazione tagliando ogni relazione con l'esterno.

Ovvviamente voi siete liberissimi di operare questa chiusura estrema verso tutto ciò che non coincide al 100% con la vostra proposta, ma non siete liberi di gettare discredito senza motivo su tutto il buono che a Taranto si muove nella società civile, con l'unica colpa di essere al di fuori del vostro recinto.

Per riassumere, credo di averle dato abbastanza elementi per dimostrarle che a differenza di quanto lei afferma, la nostra associazione non è contigua ai partiti, e se lei insisterà nell'affermare il contrario, sia consapevole che a quel punto, nel perseverare con la sua condotta diffamatoria nei nostri confronti, la gente che la segue potrà iniziare a dubitare non solo della sua onestà intellettuale, ma anche della sua intelligenza, del suo buon senso, della sua capacità di analisi della realtà e della sua assenza di secondi fini nello scegliere i bersagli della sua azione politica.

Poi ovviamente lei resta libero di fare quel che le pare, ci mancherebbe, ma visto che a Taranto c'è tanto malaffare, clientelismo, corruzione e malgoverno, perché non inizia ad applicarsi su questi problemi reali, anziché prendersela con noi solo per dimostrare che lei è un politico più libero, più slegato dai partiti, più giovane, più nuovo, più affidabile e più coerente? Può dimostrarlo comunque, anche senza ricorrere alla diffamazione gratuita.

Se lei vuole emergere, non c'è bisogno di screditare, basta agire al meglio, e stia sicuro che se dimostrerà di avere una sufficiente competenza tecnica, passione politica, sensibilità ambientale e onestà intellettuale la nostra associazione sosterrà anche le sue iniziative nel merito delle questioni, anche rischiando che in virtù di questo sostegno qualche malpensante pettegolo si spinga a dire che il Movimento Cinque Stelle ci ha "arruolato" connotandoci politicamente senza remissione di colpa.

Ci dispiacerebbe davvero molto vederla sprecare le sue energie nel tentativo tanto ossessivo quanto inutile di appiccicare addosso a noi l'etichetta di un partito, mentre in contemporanea si arrampica sugli specchi per ridimensionare la portata delle sue esternazioni, e vuole sottrarre dalle sue accuse di incoerenza e inaffidabilità l'unico tra noi che ha deciso a titolo personale di candidarsi (con grande merito, beninteso) al servizio dell'intera città, anche della sua parte più ingrata e malpensante, e non al servizio di un determinato partito politico.

Spero che a questo punto le rispettive posizioni siano chiarite, e la saluto cordialmente invitandola per il futuro a far precedere la frase "PeaceLink è una associazione inaffidabile, incoerente, connotata politicamente e legata al partito dei Verdi" dal doveroso "secondo la mia personale opinione"

Noi quella opinione la rispetteremo anche sapendo per certo che non ha riscontri nella realtà. Lei però, se proprio non ha di meglio da fare e vorrà continuare ad esprimere giudizi personali sul nostro operato, si consideri invitato per la seconda volta (che spero sia anche l'ultima) ad esprimere il suo pensiero con educazione e correttezza, rispettando la nostra associazione, l'impegno dei nostri soci, la nostra ventennale esperienza di volontariato libero dal potere e dai condizionamenti dei partiti.

Cordiali Saluti.
Carlo Gubitosa

Associazione PeaceLink

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