Dal sito
- Esigenze militari e gestionali stanno dando forma alle nostre istituzioni scolastiche
La scuola pubblica italiana, oggi, sta istruendo alla guerra o alla pace?
Online il 2° Dossier dell'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Spaventa il numero delle attività svolte insieme tra militari e scuole in un solo anno. Non è una esagerazione, è in atto una deriva aziendalista e autoritaria nella scuola pubblica italiana14 maggio 2024 - Maria Pastore - Iniziativa promossa da Amnesty International e PeaceLink a Lecce
Stop arming Israel
Tutti gli Stati hanno l’obbligo di prevenire i crimini di atrocità e di promuovere il rispetto delle norme che proteggono i civili. È da tempo che la comunità internazionale deve tener fede a questi impegni. Presidio in piazza Sant'Oronzo a Lecce il 7 maggio alle ore 19.14 maggio 2024 - Redazione PeaceLink - Ma si sta organizzando il movimento di contestazione
Il G7 in Puglia discuterà il più grande piano di riarmo occidentale dopo la Guerra Fredda
E' un piano da 10 mila miliardi di dollari. La cifra è incredibilmente alta ma è frutto di stime attendibili di esperti. Tale piano di riarmo minaccia di prosciugare le casse delle nazioni del G7 e di ipotecare il futuro delle nostre società.14 maggio 2024 - Alessandro Marescotti - Palestina-America Latina
Genocidio a Gaza, la fase più estrema di un lungo processo coloniale
Francesca Albanese ha presentato il suo ultimo rapporto sul massacro del popolo palestinese9 maggio 2024 - Giorgio Trucchi - I link per collegarsi
Rete dei comitati per la pace di Puglia
La Rete dei Comitati per la Pace della Puglia si impegna a promuovere la pace, la giustizia e i diritti umani attraverso azioni concrete e mobilitazioni della società civile. Ha già organizzato iniziative contro la guerra in Ucraina e a Gaza.12 maggio 2024 - Redazione PeaceLink
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Sulla terra degli uomini si staglia un urlo di guerra. Non possiamo rimanere in silenzio. Di fronte all’assurdo di chi vuole vivere in un mondo dove pochi vivono della ricchezza di molti, ed utilizzano la guerra come strumento ulteriore di questa ingiustizia, il nostro cuore che cerca la vita non può fare a meno di far sentire la sua domanda di pace.
Sabato 15 febbraio 2003 un gruppo di persone di origine culturale e ideale diversa, unite nella forza della domanda di pace tramite l’uso della nonviolenza attiva e in sintonia con tutti gli uomini che chiederanno la pace nelle capitali del mondo, si ritroveranno sulla cima del Canto Alto per porre un segno visibile di Pace.
Porteremo sulla croce del canto alto una grande bandiera della pace, segno del nostro impegno quotidiano nella costruzione della pace che è l’unica risposta umana al terrorismo e alle ingiustizie.
Quella croce per alcuni di noi che sono credenti è la fonte stessa della Pace, per tutti è il segno di una tradizione che ha costruito la convivenza pacifica sull’amore per la libertà e la giustizia. Quella croce è segno anche dell’armonia dell’uomo con i suoi monti, la sua terra, che con velocità sconvolgente stiamo distruggendo.
Per questi motivi quel segno non vuole essere di offesa o di scandalo per nessuno, a qualsiasi parte sociale appartenga. Non vuole coprire quella croce cui tutti siamo legati, ma ridargli voce di fronte a chi vuole annebbiare l’impegno di chi ci ha consegnato l’Italia, la nostra Costituzione, l’articolo 11… E vuole ricordare a chiunque faccia uso indebito di quella croce, che per i cristiani è segno del loro Gesù, che quel Gesù è morto proclamando la potenza dell’amore di fonte alle ingiustizie e di fronte ad ogni violenza, tanto più se parte da chi impone la sua supremazia e la sua opulenza con la forza.
Il cuore degli uomini anela alla pace. Vogliamo affiancarci alle mille voci che vogliono costruire la pace: in nome di un ideale, di una fede, della Costituzione, degli stessi uomini che sono morti perché anche l’Italia fosse un paese di pace. L’Italia e i paesi ricchi non possono essere sereni finché quella stessa pace, quella stessa libertà, queòòa democrazia, quei diritti umani su cui hanno voluto costruirsi viene oggi negata all’83% dei figli del pianeta.
Leviamo alto il nostro sussurro deciso e forte:
PACE!