Quella israeliana non è un'occupazione, in realtà, ma una guerra: e il processo di pace solo un'arma del suo arsenale. A due mani, Noam Chomsky e Ilan Pappé riesaminano la questione palestinese
24 febbraio 2011 - Francesca Borri
Un precedente: nel 1968 gli fu vietato di entrare in Cecoslovacchia
"Una grossolana illegalità". Non ha potuto incontrare studenti e professori del Dipartimento di Filosofica dell’Università palestinese di Birzeit. Sono state le autorità militari israeliane ad impedirglielo. Siamo in presenza di una violazione sistematica della libertà del popolo palestinese in generale e, in particolare, dei ricercatori
L'acclamato critico della politica estera statunitense analizza gli attuali guai politici di Bush, la guerra in Iraq, e cosa c'è davvero dietro la 'guerra al terrore' globale.
La reporter aveva evidentemente un piano prestabilito: puntare l’attenzione sulla realizzazione di una diffamazione basandosi sul mio negare il massacro di Srebrenica.
Il quotidiano britannico The Guardian ha fatto intervistare il linguista e anarchico statunitense Noam Chomsky da Emma Brockes, dopo che un sondaggio on-line della BBC lo aveva indicato tra le 5 persone più adatte a guidare il mondo. L'intervistatrice è riuscita a storpiare il pensiero di Chomsky in modo incredibile.
I commissari di The Guardian mandano Emma Brockes per intervistare Noam Chomsky:la “giornalista” non tenta nemmeno di nascondere l’odio verso Chomsky, altera i fatti e scrive di cose che non conosce.
Chomsky sui casi in cui gli USA hanno dato asilo a terroristi che hanno compiuto azioni nei paesi che il governo Bush considera nemici come Cuba, o poco amici come il Venezuela di Chavez e l' Haiti di Aristide
Mentre la battaglia infuria e i soldati ucraini vengono spinti dal loro governo a una resistenza sempre più disperata, una domanda morale si impone: su Pokrovsk possiamo rimanere in silenzio come pacifisti o dobbiamo prendere posizione per la invocare la salvezza dei soldati ucraini?
Era contenuto nel programma “Aeromobili a Pilotaggio Remoto per l’Aeronautica Militare”. Un programma da 2,4 miliardi di euro che ha attirato l'attenzione degli analisti militari. Poi vi è stato un "errata corrige" del Ministero e la cifra è crollata di 31 volte. Ma i conti non tornano.
La sciagurata voglia di guerra delle classi dirigenti politiche italiane ed europee non corrisponde alla volontà di pace dei propri popoli. Crediamo che i ragazzi e le ragazze abbiano il diritto di pensare ad un mondo senza guerre esenza armi
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