Con meno controlli aumenterebbero le "triangolazioni" e le armi dirette a paesi in guerra e che agiscono in violazione dei diritti umani. Cosa è accaduto da quando, nel 1990, si decise di impegnare i Governi sulla riconversione dell’industria di armi? Siamo sicuri che il nostro mandato sia così cambiato?
Ieri in Senato si è tentato di diminuire il controllo sulle armi leggere e si è data delega al Governo per riscrivere la legislazione sull’export militare italiano.
C’è chi vuol mandare in pensione una delle migliori leggi che abbiamo: quella che regola l’export di armamenti. Viaggio nelle direttive europee, nelle intenzioni dei legislatori e nei dati sulle esportazioni.
Rappresentanti di associazioni e Campagne impegnate per il disarmo, si sono recati in delegazione all’aeroporto di Cameri. Per dissentire, più di prima, rispetto all’assemblaggio dell’aereo da guerra F35.
Riusciranno i posteri a decifrare quanto della nostra civiltà abbiamo scritto - digitato - archiviato nei tanti "formati" di bit, via via sempre diversi e incompatibili?
È il dipendente perfetto per un Paese che investe più in armi che in stipendi. Basta abituarsi al ronzio, che poi anche tanti colleghi umani mica sono poco rumorosi. Non chiede aumenti, non ha figli da mantenere, non si lamenta. Ed è sempre puntuale, non discute e agisce con precisione.
Un approfondimento, alla luce del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT), dopo le recenti operazioni belliche degli Stati Uniti contro i siti nucleari nella Repubblica Islamica dell'Iran.
4 luglio 2025 - Alessandro Pascolini (Università di Padova)
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