Einstein era un pacifista e su questo intrattenne un famoso carteggio con Freud. Dopo la costruzione della bomba atomica, Einstein espresse profonde preoccupazioni per l'uso delle scoperte scientifiche a fini bellici, contribuendo alla creazione di un movimento di scienziati per il disarmo nucleare.
Einstein non è stato solo un grande uomo di scienza, ma anche un uomo di pace. Celebre il suo manifesto per il disarmo nucleare, firmato con Bertrand Russell
"Disprezzo profondamente chi è felice di marciare in ranghi e nelle formazioni al seguito di una musica; costui ha ricevuto solo per errore il cervello: un midollo spinale gli sarebbe più che sufficiente".
Il carteggio tra Einstein e Freud, attualissimo, sul conflitto, sul diritto, sui mezzi possibili per sradicare la minaccia della guerra dal mondo e dal cuore delle persone.
La drammatica storia della bomba nucleare.
Ma dalla nascita del nucleare a oggi esiste un grande sogno, una grande speranza: mettere al bando la guerra.
Con questa ordinanza verrebbe vietata anche una iniziativa di volantinaggio e sensibilizzazione dei turisti sui temi della pace e del rispetto dei diritti umani. Si promuove un'idea di turismo ridotto a svago passivo, privo di confronti con la realtà sociale e che limita persino la democrazia.
I metalmeccanici FIM-FIOM-UILM intervengono sulla Palestina: "Restare in silenzio è impossibile". I sindacalisti denunciano: "Questo è un massacro. È occupazione. È apartheid".
Sono strumenti partecipativi e decentrati che consentono di fare informazione dal basso. E' stato inoltre da oggi attivato www.noriarmo.it che rappresenterà sul web un riferimento sempre aggiornato per i gruppi impegnati nel movimento contro il riarmo.
Il 23 giugno settantasette associazioni della provincia di Taranto e della Basilicata hanno inviato un appello accorato al neo presidente della provincia jonica, al neo sindaco del capoluogo e al sindaco di Statte per chiedere di essere coraggiosi in questo momento delicato della vicenda ILVA
Fotografi colpiti volontariamente dal lancio di lacrimogeni della polizia durante i cortei di protesta, aggressioni ai giornalisti e minacce sui canali social
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