Steven Parelli e José Ortiz sono stati pastori evangelici che hanno cercato di "curare" la loro omossessualità con l'appoggio dei gruppi religiosi, ma l'unico cosa che hanno ottenuto fu di accumulare sensi di colpa e depressione; ora ceh vivono come una coppia conbattono chi sostiene che la loro preferenza sessuale sia un peccato
Immanuel Wallerstein analizza il ruolo avuto dalla rivoluzione zapatista di fronte alla crisi della sinistra mondiale degli ultimi decenni. E spiega perché sia il momento di aspettarsi l'avvio di una «seconda fase», che forse sarà di grande importanza per tutti
Ha diffuso una dichiarazione diretta a "tutti gli uomini e donne di buona volontà" con l'obiettivo di partecipare alle loro inquietudini e dare una parola di speranza nella soluzione dei seri problemi che deve affrontare la società chapanega, tenendo in conto speciale quegli attori che, per le responsabilità assunte, sono maggiormente chiamati a collaborare con loro
La dichiarazione di allarme rosso, che ha attraversato tutto lo Stato Ribelle del Chiapas controllato dal' EZLN ha concluso la tappa del silenzio che aveva permesso la costituzione delle Giunte del Buon Governo in contrasto con il "cattivo governo" di Vincente Fox
"Manca quel che manca" è il sottotitolo del romanzo "Morti scomodi", che il subcomandante Marcos ha scritto a quattro mani con Paco Ignacio Taibo II. Manca quel che manca è il ritornello di molti comunicati diffusi dai ribelli per l'opinione pubblica, nei quali analizzano il comportamento della classe politica e la congiuntura nazionale
Feliciano Julián Gómez Ortiz, secondo le informazioni, è stato detenuto senza prove e torturato da quattro agenti della polizia municipale di Tlaxiaco, nello stato di Oaxaca
Si è concluso uno dei più controversi processi nella storia giudiziaria del paese, con la cancellazione della sentenza di condanna a 27 anni emessa nel 1999 nei confronti del fratello dell'ex presidente Salinas de Gortari per l'omicido del 1994 di José Francisco Ruiz Massieu
11 giugno 2005 - Alfredo Mendez e Gustavo Castillo
Nei decenni '60 e '70 molte aziende statunitensi inziarono a spostare le loro industrie a pochi kiliometeri di distanza, in tutto il Centromerica. L'apice di questa nuoba localizzazione si è avuta negl ianni '90 quando imprese europee e asiatiche , coscinti del fenomeno della globalizzazione del commercio internazioanle, trasferirono i loro cpaitali in questi paesi. Queste fabbriche furono chiamate maquilas, termine arabo che fa rifrimento alla porzione di grano che viene corrisposto al mugnaio per la macina
I diritti umani degl immigrati centromericani in Messico vengono violati; secondo la stampa guatemalteca, uno studio del Gruppo Regionale delle Organizzazioni protettrici di diritti umani (Gredemig), rivela che gli arresti sono effettuati dalla polizia federale, giudiziaria, dell'immigrazione e dell'esercito. Il Chiapas è lo stato dove maggiormente gli immigrrati vengono intercettati dalle autorità
Amnesty International, il Centro "Miguel Agustín Pro Juárez" e Tlachinollan, organizzazioni che si occupano della difesa e della protezione dei diritti umani, uniscono i loro sforzi per affrontare il problema della presenza militare nell’ambito della pubblica sicurezza, che genera gravi violazioni dei diritti umani e favorisce l’impunità.
L'nvito è a continuare a sostenere la difficile lotta di coloro che sono
chiamati a costruire l'autonomia pur in condizioni di estrema emergenza,
"perché si vive in resistenza due volte, come zapatisti e come profughi".
L'amministrazione della megalopoli più grande del mondo è riuscita ad avviare un programma unico in tutto il Messico. Un programma ecologico a beneficio non solamente della salute dei milioni di cittadini che abitano Città
del Messico, ma anche dei produttori e dei contadini dei sobborghi della città.
Nel'ultima decade la povertà nelle comunità indigene del Messico, praticamente non è diminuita, benchè risulta martginalmente inferiore per la popolazione messicana non indigena, ha rivelato una recente informativa della Banca Mondiale
Una bella, condivisa e partecipatissima anticipazione di cosa sarà l’ormai imminente People’s Peace Summit l’abbiamo già avuta ieri sera con la ventesima edizione della Joint Memorial Ceremony israelo-palestinese.
Tutto nasce dalla straordinaria storia dell'albero di kaki di Nagasaki. Sopravvissuto miracolosamente al bombardamento atomico del 9 agosto 1945, questo albero è diventato, nel mondo, un simbolo vivente di resilienza, memoria e speranza.
Nel 1973 compì un gesto coraggioso e pionieristico: si rifiutò di destinare la propria quota fiscale alle spese militari, devolvendo quella somma a un’associazione pacifista. In seguito si è preso cura della Casa della Pace di Tavarnuzze, sui colli fiorentini, ed è lì che lo abbiamo conosciuto.
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