Il 20-21 febbraio 2024 potrebbero costituire l’ultima occasione per fermare l'estradizione di Julian Assange negli USA dove l'attende in practica l'ergastolo, ha esclamato Stella Assange su Substack, aggiungendo: “Perciò radunatevi fuori dal tribunale alle 8.30 di entrambi i giorni. Ora o mai più.”
Quello che è avvenuto in Italia con esponenti delle Brigate Rosse - accolti da Comunione e Liberazione in una narrazione del perdono - non è esattamente quello che è avvenuto in Sudafrica con Desmond Tutu.
Dalla parabola del padre misericordioso ai tempi nostri.
Il perdono e la riconciliazione chiamano in causa storie di lacerazioni, incomprensioni,
la fatica della ricerca delle identità da intrecciare.
E poi, l’accoglienza, la festa.
Ma cosa è il perdono?
È possibile parlarne anche in chiave sociale?
Che relazione ha con la memoria e con l’oblio?
Siamo tutti ambasciatori e ambasciatrici della riconciliazione. La misericordia smisurata di Dio nei nostri confronti ci impegna a proseguire sulla via della riconciliazione.
Abbiamo intervistato Elena Parasiliti, per rileggere insieme storie di vittime e di colpevoli che si sono posti, insieme, sulla strada della riconciliazione. Del perdono. Strada necessaria per ricostruire un popolo nuovo.
E' difficile convincere che la pena di morte non rende giustizia all'uomo.
Così difficile che, l'unico modo valido, può essere quello di cercare di dimostrare che siamo uguali al mostro, nel momento in cui ne invochiamo la morte.
Una modalità originale. Per ricostruire la memoria. Per garantire la verità.
Sempre più diffusa la nascita di Commissioni per l’accertamento della verità e della riconciliazione. L’esperienza del Perù.
Abbiamo potuto seguire di persona La Musica contro il Silenzio a Varese e a Brescia e abbiamo conosciuto gli organizzatori. Così abbiamo proposto loro un’intervista per raccontare meglio questa splendida iniziativa contro l’apartheid e il genocidio in Palestina. Ne è nata un’intervista a più voci.
Riusciranno i posteri a decifrare quanto della nostra civiltà abbiamo scritto - digitato - archiviato nei tanti "formati" di bit, via via sempre diversi e incompatibili?
È il dipendente perfetto per un Paese che investe più in armi che in stipendi. Basta abituarsi al ronzio, che poi anche tanti colleghi umani mica sono poco rumorosi. Non chiede aumenti, non ha figli da mantenere, non si lamenta. Ed è sempre puntuale, non discute e agisce con precisione.
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