In questo mondo in guerra le sue riflessioni risuonano con una forza e una pertinenza sorprendenti. Ricordare Terzani significa anche impegnarsi a mettere in pratica i suoi insegnamenti.
Prima delle sue lezioni mi caricavo leggendo "Lettere contro la guerra" di Terzani. Erano gli anni dell'offensiva americana in Iraq che lui non ha mai approvato.
Quando a Tiziano Terzani viene diagnosticato un cancro, la vita, improvvisamente, gli appare, come una giostra; ed ha l'impressione che a lui, su quella giostra, fin dall'inizio, sia stato assegnato il cavallo bianco...
Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono in passioni come il desiderio, la pura, l'insicurezza, l'ingordigia, l'orgoglio, la vanità...
Lentamente bisogna liberarcene. Dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e che riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse.
Facciamo più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi. È il momento di uscire allo scoperto; è il momento d'impegnarsi per valori in cui si crede.
Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale molto più che con nuove armi. (Da Lettere contro la guerra)
Una comunità di volontari per la pace, i diritti e l’ambiente ha messo in campo una vasta serie di iniziative per promuovere il cambiamento e la giustizia sociale tramite la comunicazione, la controinformazione e la cittadinanza attiva.
La prefazione al rapporto di quest'anno è scritta da Francesca Albanese relatrice speciale delle Nazioni Unite che attribuisce a DBIO molta influenza nello sviluppo del suo lavoro
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