Prima Grande Vittoria in Difesa dell'Acqua Pubblica
Il Consiglio Regionale della Regione Abruzzo, su proposta dei Consiglieri Regionali Carlo Costantini (Idv) e Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista), ha approvato alla unanimità un emendamento al documento di programmazione economico finanziario della Regione ( Dpfer ) che impegna la Regione a preservare il carattere pubblico dell' acqua e che sancisce allo stesso tempo che il servizio idrico debba ritenersi privo di rilevanza economica.
I cittadini abruzzesi sono particolarmente sensibili al tema della lotta contro la privatizzazione del servizio idrico integrato (acquedotti, reti fognarie, depuratori). In questi anni sono state numerose le manifestazioni organizzate per impedire la mercificazione dell'acqua e chiedere una gestione pubblica efficiente e trasparente. Ben 13000 abruzzesi avevano firmato la proposta di legge di iniziativa popolare per l'acqua pubblica promossa dalle associazioni e dai movimenti.
Per questo come mondo associativo e di movimento siamo oggi soddisfatti delle determinazioni del Consiglio Regionale. Aver condotto con determinazione una battaglia di civiltà per la vita dei cittadini e delle future generazioni ci spinge a continuare ad impegnarci per la difesa dei beni comuni e del nostro Abruzzo.
Vogliamo sottolineare l'impegno dei promotori e degli estensori dell'emendamento e ciò conferma la possibilità di costruire importanti unità e convergenze utili al fine della difesa non tanto dei propri convincimenti politici ma di un bene comune dell'umanità quale è il bene acqua.
Ringraziamo l'intero Consiglio Regionale ed il Presidente della Regione Abruzzo per aver ascoltato le legittime ragioni dei cittadini abruzzesi che in questi anni hanno difeso l'acqua da privatizzazioni, da cattive ed irresponsabili pratiche di gestione, da inquinamenti e spreco.
Ora bisogna tradurre in pratica amministrativa le indicazioni politiche che provengono dal Consiglio Regionale perché purtroppo rimangono in vigore norme nazionali che potrebbero vanificare gli sforzi a livello regionale. E' quindi necessario continuare la mobilitazione affinchè:
-il Presidente della Regione faccia ricorso alla Corte Costituzionale contro il Decreto Governativo 115 per contrastare la privatizzazione anche in campo nazionale;
-negli statuti comunali e provinciali venga scritto che l'acqua è un diritto umano e che i che i servizi idrici sono privi di rilevanza economica
-si arrivi ad un assetto di governo dell'acqua regionale coerente con l'emendamento approvato nel quale sia garantita la partecipazione cittadina ed associativa come chiediamo da anni per costruire una gestione veramente pubblica, trasparente ed efficiente.
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