26 Novembre, Giornata internazionale qualsiasi
Un elenco. Un lungo, interminabile elenco di nomi.
Ma quello non è un elenco come tutti gli altri, perché è un elenco di morte. E quei nomi, sono tutti nomi di donna.
Andando a leggere la vita che c’era dietro quel nome trovi la donna delle pulizie, la cassiera, la dottoressa, la prostituta. Trovi bambine, ragazze, anziane. La violenza di genere è una livella infallibile, non fa distinzioni di condizione sociale o età, l’unica certezza è che la vittima sarà una donna.
La violenza sulle donne è un argomento talmente complesso e ampio che una qualsiasi analisi risulterebbe inadeguata. Eppure occorre, seppur con dolore, immergersi in quelle storie e capire come possa un uomo arrivare ad uccidere una donna in quanto tale.
La mia personale e inadeguata analisi del fenomeno si basa su un approccio di tipo darwiniano. Una primordiale sensazione di superiorità maschile, giustificata dalla innegabile maggiore forza fisica, può portare ad un pericoloso rapporto fra predatore e preda. Un istinto quasi animale quello che fa credere di poter disporre della vita di una donna solo perché, grazie alla maggiore fisicità, se ne può disporre della morte. L’istinto predatorio diviene istinto omicida quando la preda si allontana, cioè quando una donna rifiuta tale sottomissione.
Negli ultimi mesi si è parlato molto della violenza contro le donne e la parola più (ab)usata è: emergenza. Eppure leggendo le statistiche non c’è un effettivo aumento dei casi di violenza, tanto che molti parlano più giustamente di emersione del fenomeno. Fino a qualche decennio fa il concetto di violenza domestica era molto diverso da quello attuale e la disuguaglianza tra uomo e donna decisamente più marcata. Uno stesso caso che oggi definiremmo di femminicidio, sarebbe stato giudicato come delitto d’onore. Si è avuta dunque un’importante e veloce evoluzione della società in tal senso a cui però non è corrisposta sempre un’evoluzione nella coscienza dei cittadini. In taluni, evidentemente, è rimasto quell’istinto animale di prevalere e pretendere perché più forti. Ogni manifestazione di detta forza è un nome che si aggiunge a quella lista di morte. Pur essendoci le leggi, le sanzioni, il giudizio dell’opinione pubblica, l’istinto prevale.
Ma allora come combattere un nemico così insidioso e nascosto? Con l’educazione, partendo dalle scuole ed insegnando ai bambini a non sentire mai la loro forza o intelligenza come una superiorità da imporre sugli altri.
Oggi è 26 novembre, non è nessuna “Giornata internazionale contro/per…”. Oggi è solo un giorno qualsiasi, ma se nelle scuole e nelle famiglie si trasmettono quegli insegnamenti, non avremo più bisogno di Giornate dedicate alle donne o a qualsiasi minoranza sopraffatta perché debole.
Articoli correlati
- Nella fredda notte una marea umana ha creato un'onda di forza, unità e speranza
Cinquecentomila in piazza a Roma contro la violenza sulle donne
La città ha risposto all'appello. Ragazze, ragazzi, giovani, vecchi si sono uniti per Giulia e per tutte le vittime. E' stata la dimostrazione che la forza delle donne è in grado di cambiare le cose con una spinta e un entusiasmo senza precedenti.26 novembre 2023 - Redazione PeaceLink - Il 1522 è il numero di telefono ufficiale nazionale antiviolenza e antistalking
Donne in rete contro i femminicidi
Le associazioni che si mobilitano contro i femminicidi svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro questa forma di violenza. Queste associazioni offrono sostegno alle donne vittime di violenza. Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne21 novembre 2023 - Redazione PeaceLink - Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia Flavio Dino
Brasile: sarà riaperto il caso Marielle Franco
Tuttavia, in relazione all’omicidio della consigliera comunale di Río de Janeiro per il Partido Socialismo e Liberdade, la strada da percorrere sembra essere ancora lunga19 aprile 2023 - David Lifodi - Le donne nell'economia siriana
Una revisione femminista dei progetti per l'emancipazione economica delle donne
Le donne siriane in generale sono ancora assunte per lavori che continuano a tramandare ruoli di genere tradizionali e patriarcali, come lavori d’ufficio o posizioni che richiedono esclusivamente donne.14 dicembre 2022 - Thuraya Hijazi
Sociale.network