Appuntamenti con la costituzione : Art. 21 La libertà di pensiero
“ tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero
con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…”
Dopo il primo appuntamento sull’art. 3 (il principio di uguaglianza) eccoci puntuali (o quasi ) al secondo degli appuntamenti con la Costituzione, che abbiamo pensato di dedicare, con una piccola variazione di programma, al tema della libertà di pensiero e di informazione: non si tratta, però, di una scelta casuale o contingente, perché l’argomento prescelto si pone, anzi, in assoluta continuità con il dibattito sull’art. 3, almeno nel senso che solo una informazione libera e pluralista consente la nascita e il confronto delle idee e, in definitiva, la partecipazione seria e consapevole di tutti i cittadini alla vita politica e sociale del paese. E la lettura dell’art. 21 – sicuramente datato, perché privo di ogni specifico riferimento ai più importanti mezzi di diffusione attuali (televisione, reti telematiche etc.), allora nemmeno conosciuti, induce a qualche riflessione critica, che speriamo di sviluppare nel corso del dibattito. Così, ad esempio, la libertà di pensiero va intesa nell’accezione individualistica, cioè come mera libertà di informare con assenza di impedimenti, o anche nel senso più ampio, tale da comprendere anche il diritto di essere informati?
E se così è ( e così dovrebbe essere se consideriamo il doveroso accennato raccordo con il principio dell’uguaglianza sostanziale di cui all’art. 3, secondo comma) quali limiti e quali regole deve porre il sistema per garantire un’informazione corretta ed obiettiva? E come si può pensare allora di sfuggire ad un sicuro riferimento al valore ed alla regola del pluralismo?
Da qui il tentativo di portare la discussione sugli strumenti e sui contenuti di queste libertà, anche con un particolare riguardo agli attuali scenari dell’informazione politica in Italia, dove il ruolo della televisione pubblica sembra messo in crisi o comunque ridimensionato da scelte confuse ed incoerenti.
Ed abbiamo allora, qui a Legnago la fortunata occasione di discuterne con il più qualificato rappresentante di tutti i giornalisti e con tre autorevoli protagonisti della “Vicenda RAI”, che hanno fatto, continuano a fare , o tentano comunque di fare Televisione e Informazione nella maniera e nei contenuti coerenti con i principi costituzionali. insieme a chi rappresenta gli interessi e i diritti di tutti i giornalisti.
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