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Campagna: Petizione popolare per l'abolizione della legge sulla legittima difesa (art. 52bis, Codice Penale)

Campagna conclusa

Promossa da: Agostino Zanotti (ADL a Zavidovici - o.n.l.u.s.)
Data di inizio: 11 aprile 2006

Come uomini e donne, residenti in Italia, cittadine e cittadini siamo preoccupati e angosciati per l'approvazione dell'art. 52bis del Codice Penale in cui si dichiara la non punibilita' per chiunque

"legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere: a) la propria o altrui incolumita'; b) i beni propri o altrui, quando non vi e' desistenza e vi e' pericolo d'aggressione..."

In concreto il provvedimento prevede che chi si trovera' a sparare contro un malvivente che si sia introdotto nella sua proprieta' - sia essa casa o negozio o luogo in cui si svolge attivita' commerciale e imprenditoriale - non rischiera' piu' di finire sotto processo.

E questo non solo se si trova a difendere la propria incolumita' o quella dei suoi cari - come accadeva prima - ma anche se vuol difendere i propri beni: soldi, quadri, gioielli e quant'altro possieda. La legge, infatti, va a modificare l'art. 52 del codice penale che considerava legittima difesa solo una reazione "proporzionata all'offesa". Consentito, ora, usare una pistola - se legalmente detenuta - anche quando l'aggressore sia armato di un semplice coltello.

Negli ultimi anni, inoltre, si e' vista la continua violazione dell'articolo 11 della Costituzione (L'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali) e il Parlamento ha modificato la Legge 185 del 1990 rispetto alle limitazioni di esportazione di armi italiane.

Oggi, con la modifica dell'art 52 del C.P., si persegue un imbarbarimento della civilta' giuridica del nostro paese, incentivando gli impulsi al farsi giustizia da se' promuovendo la cultura della sopraffazione e della violenza. Si ricorda che, sempre la Costituzione Italiana, stabilisce all'art. 2 che " La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo " e permettendo che i cittadini ricorrano ad una forma di giustizia immediata, armata e potenzialmente arbitraria, lo Stato non garantisce il primo dei diritti fondamentali, quello dell'inviolabilita' della persona.

Lo Stato, con questa modifica del Codice Penale, si dispensa, quindi, dall'esercizio di un suo dovere fondamentale, quello di garantire la sicurezza e la giustizia, dando un implicito e nefasto mandato al cittadino di assicurare con i propri mezzi, non solo la sua propria incolumita', ma anche quella dei propri beni materiali

Chiediamo, quindi, l'impegno all'abolizione di tale norma per la promozione di una vera cultura della pace e della pacifica convivenza civile

Adesioni dal 11 aprile 2006: 35 persone

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