Conflitti

«Il pericolo è alle porte». Il Congo del dopo-elezioni torna ad agitarsi

I risultati ufficiali entro il 20 agosto ma Kabila, il presidente in carica, e Bembo,suo antagonista, già si proclamano vincitori in un paese spaccato
3 agosto 2006
Stefano Liberti
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Bukavu, estremo est del paese. Una radio annuncia la «vittoria» di Kabila già al primo turno: la popolazione della cittadina, feudo dell'attuale presidente, scende in strada festosa. Kinshasa, estremo ovest, una televisione grida i dati certi di cui sarebbe entrata in possesso da «fonti fidate»: Jean-Pierre Bemba, candidato del Movimento di liberazione del Congo (Mlc), è largamente in testa e batterebbe ovunque il «piccolo Joseph».
Tra proiezioni di voto gonfiate da media partigiani e dichiarazioni esplosive di esponenti politici, il post-elezioni nella Repubblica democratica del Congo (Rdc) si sta facendo via via più teso. Se domenica scorsa il popolo congolese aveva stupito il mondo per la compostezza con cui si era recato in massa alle urne, a quattro giorni - e ancora in assenza di risultati ufficiali - l'atmosfera si fa pesante nella capitale, tanto da spingere il quotidiano Le Potentiel(uno dei più autorevoli di Kinshasa) a titolare in prima: «Le danger est devant nous» («Il pericolo è alle porte»).
Nel silenzio della Commissione elettorale indipendente, che ha affermato di voler comunicare i risultati «entro il 20 agosto», si è ormai scatenata una battaglia senza mercé tra i media favorevoli a - se non addirittura dipendenti da - i due principali candidati. Nella redazione di Canal Congo Télévision, una delle due reti televisive di proprietà di Bemba, l'eccitazione è alle stelle. Il giovane staff del telegiornale è riunito in una saletta a discutere le ultime notizie pervenute dai vari corrispondenti. «Voti comprati da Kabila nel tal seggio; urne scomparse nella tal regione». Tutti gridano alla frode; scrivono freneticamente su bloc-notes. Il padrone «aspirante presidente» veglia sulla sala dall'alto di un poster col suo sguardo pacioso. «Ci hanno accusati di diffondere dati inventati», lamenta Patrick Palata, direttore delle news. «Ma noi siamo giornalisti seri: abbiamo una rete di osservatori che ci comunicano i risultati dello spoglio non appena vengono affissi fuori dai seggi. I nostri dati indicano che Bemba è primo. Forse non passerà al primo turno, ma intanto è primo».
Non sono dello stesso avviso a Radio Digital Congo, una delle emittenti più filo-Kabila della capitale. In una trasmissione in studio, alla presenza di esponenti del Pprd, il partito del presidente, vengono letti i dati giunti da altrettante «fonti sicure»: Kabila ha vinto in tutto l'est con percentuali superiori al 90%; è andato bene a Kinshasa e avrebbe anche espugnato Gemena, la città natale di Bemba. Un ministro in sala viene interpellato con tono compiacente dalla conduttrice: «Visti i risultati, mi sembra non ci siano dubbi: sua Eccellenza sarà riconfermata».
In questa corsa a chi grida più forte, la Commissione elettorale indipendente (Cei) è costretta continuamente a rettificare; l'abate Apollinaire Malu Malu, presidente della Commissione, smentisce ogni sera in radio e tele-diffusione «le voci prive di fondamento». E ribadisce: «Solo la Cei potrà dare i risultati ufficiali».
Ma il tempo passa e la gente comincia a innervosirsi. Nonostante le affermazioni degli osservatori internazionali, che hanno definito il voto «corretto», i numerosi esponenti del fronte anti-Kabila parlano ormai ufficialmente di «brogli». Lo ha fatto l'altroieri il vice-presidente Azarias Ruberwa, denunciano irregolarità e chiedono un nuovo voto nei seggi dove le irregolarità sono state provate. Lo hanno fatto altri candidati. Lo fanno anche - in tono minore - al quartier generale dell'Mlc. «Ci sono stati trucchi - afferma Yve Kisombe, dello staff della campagna di Bemba - ma non sono stati tanto diffusi da compromettere la vittoria del nostro candidato». I sostenitori di Kabila mantengono un profilo basso e si chiudono in un silenzio che lascia trasparire una certa ansia. Alla sede del Pprd, nessuno dapprima è disposto a parlare. Poi, un quadro del partito fornisce la versione ufficiale: «Ci rimettiamo al comunicato della Cei. Non commentiamo risultati parziali di altre fonti».
La verità è che, dalle prime proiezioni affidabili, il paese appare spaccato in due, secondo una linea geografica che ricorda il fronte dell'ultima guerra. A est, la popolazione ha votato in modo massiccio per Kabila. A ovest, ha fatto il pieno Bemba. Le proiezioni sono parziali ma tutto lascia credere che queste elezioni non si risolveranno al primo turno e che il ballottaggio vedrà opporsi tra loro i due acerrimi nemici di sempre, entrambi poco disposti ad ammettere un'eventuale sconfitta. Con un rischio più che tangibile: che questo voto atteso da tutti come un nuovo inizio non sia altro che il preludio di ulteriori sofferenze per il popolo congolese.

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