Gli abitanti delle comunità Téké e Yaka sono coinvolti in una sanguinosa faida per la coltivazione delle terre e i diritti consuetudinari. Uccise oltre 300 persone e bruciate centinaia di case, scuole e centri sanitari. I militari intervenuti avrebbero ucciso, saccheggiato e stuprato.
Luca era dalla nostra parte: documentava, fotografava, denunciava. Come si può fermare tutta questa mostruosità? Smettendo di vendere le armi, anzi smettendo di scambiare armi con minerali preziosi
Luca era dalla nostra parte: documentava, fotografava, denunciava. Come si può fermare tutta questa mostruosità? Smettendo di vendere le armi, anzi smettendo di scambiare armi con minerali preziosi.
Il papà di Luca, Salvatore Attanasio, è tarantino. Si è diplomato all’istituto tecnico Righi, a Taranto, e poi è andato a Milano per iscriversi ad Ingegneria e laurearsi. Lì si è anche sposato e Luca è nato a Limbiate.
23 febbraio 2021 - AGI (Agenzia Giornalistica Italia)
I dati di Africa aggiornati al 18 agosto 2020: 1.128.596 casi di cui 159.400 nelle ultime 14 settimane. Eppure , i dati officiali quasi certamente non hanno detto la vera storia.
Faustin Katanga, rifugiato congolese in Svezia, racconta il dramma del conflitto etnico tra Hema e Lendu: “Ho subito torture e violenze, ma ora mi impegno con tutte le forze per i diritti umani e la pace”. Nelle sue parole il grido di dolore della Repubblica Democratica del Congo.
Il professore abruzzese Francesco Barone ha incontrato il dottor Mukwege il 4 gennaio scorso e ha ricevuto da lui un messaggio di aiuto per le donne e i bambini del Congo da far conoscere alla comunità internazionale
Lottò per l'indipendenza del Congo. Vinte le prime elezioni democratiche nel 1960 fu primo ministro del paese e ne proclamò l'indipendenza. Ma per volontà dei poteri colonialisti e imperialisti, e dei loro complici e sicari, fu assassinato.
17 gennaio 2019 - Peppe Sini
Appello di PeaceLink ai parlamentari e al governo italiano
Il 30 dicembre il popolo congolese è andato alle urne. Martin Fayulu - il candidato di opposizione sostenuto dalla società civile - avrebbe ottenuto oltre il 60% dei voti. Ma il regime di Kabila ritarda la comunicazione dei dati elettorali e blocca le comunicazioni elettroniche.
Nella Repubblica Democratica del Congo Kabila ha capito di aver perso le elezioni e per questo blocca gli sms e Internet, rinviando la comunicazione dei risultati elettorali
Lo smartphone etico. Perché dietro tutta la nostra tecnologia c’è sapore di sfruttamento e odore di sangue. Con un nome, in sintesi: il coltan. Ecco cosa fare.
Giusy Baioni
Anche "One Billion Rising" è servito a spezzare il silenzio
E' una delle ferite più atroci della storia. In paesi teatro di conflitti e di guerre civili, la violenza contro le donne assume forme inconcepibili. Bisogna fare molto di più
10 marzo 2013 - Lidia Giannotti
Anche "One Billion Rising" è servito a spezzare il silenzio
E' una delle ferite più atroci della storia. In paesi teatro di conflitti e di guerre civili, la violenza contro le donne assume forme inconcepibili. Bisogna fare molto di più
Repubblica Democratica del Congo: un Paese in pieno boom economico, soprattutto a livello d’investimenti stranieri. Ma vittima di uno “scandalo geologico”. La popolazione non vede alcuna ricaduta sul proprio tenore di vita.
Gli siamo accanto in questo momento come cittadini. Ma anche come volontari che fanno informazione e che credono nel potere della verità, nel giornalismo come esercizio del diritto alla conoscenza e come fondamento della democrazia.
All'Università degli Studi di Bari Aldo Moro si è discusso sulla complessità del processo di transizione tarantino che ha al centro la questione della "decarbonizzazione" dello stabilimento ILVA. Diverse le visioni che si sono confrontate.
Deceduta il 22 luglio 1997, fu vittima del Programa Nacional de Salud Reproductiva y Planificación Familiar voluto dal fujimorismo per controllare e limitare la riproduttività delle donne indigene e contadine
Domenica è stato davvero uno spettacolo vedere quasi 200 mila persone. Un arcobaleno di bandiere che a migliaia sventolavano lungo i 24 chilometri della Marcia. Ancora una volta da Assisi si è levata una voce forte: la pace è questione quotidiana di scelte quotidiane che coinvolgono tutti e tutte.
Richiesta di informazioni sull’esercitazione nucleare NATO “Steadfast Noon 2025” e sui possibili impatti per la popolazione civile circa gli scenari ad alta intensità simulati
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