Conflitti

Israele/Libano. Domande e risposte

20 settembre 2006
Stephen R. Shalom
Fonte: Znet - 07 agosto 2006

Israele non ha il diritto di difendersi?

Si ha il diritto a difendersi se non si è responsabili dell'aggressione. Per esempio, quando le truppe sovietiche in Afganistan furono attaccate dai mujahedeen, l'Unione Sovietica non poté invocare il diritto all'autodifesa ma avrebbe dovuto ritirare le proprie truppe. Allo stesso modo, l'occupazione israeliana dei territori palestinesi è illegale e ingiusta e Israele non può invocare l'autodifesa quando i Palestinesi lottano in maniera legittima per porre fine all'occupazione. La reazione corretta alle azioni palestinesi non è l'autodifesa ma il ritiro totale dai territori occupati.

La situazione in Libano è diversa. Se in Palestina Israele è responsabile di un'aggressione continuata, in Libano, prima del 12 luglio 2006, le violazioni da parte israeliana dei diritti libanesi erano molto meno rilevanti, e meno immediate.

Ma anche quando gli atti di un paese non rappresentano concause di un attacco, il diritto internazionale fissa una serie di limiti al diritto all'autodifesa.

Un limite è dato dal fatto che il diritto all'autodifesa serve a garantire alle nazioni la possibilità di agire per respingere un attacco armato fino al momento in cui il Consiglio di sicurezza dell'Onu non possa intervenire per fermare l'aggressione. Se i carri armati di un nemico si stanno dirigendo verso la capitale di un paese qualunque ritardo nella reazione potrebbe significare maggiore perdita e danno. Nel caso del raid hezbollah al confine con Israele del 12 luglio 2006, l'atto di aggressione ebbe luogo e cessò. Non si trattava di un'aggressione alla quale occorresse rispondere per non incorrere in maggiori perdite per Israele. Non appena il pericolo immediato sia cessato, il diritto internazionale richiede che le vittime dell'aggressione portino il loro caso dinanzi al Consiglio di sicurezza.

Chiaramente il Consiglio di sicurezza non è sempre in condizione di intervenire, ma il maggior ostacolo alla sua azione sono stati in generale i veti opposti da Washington per conto di Israele.

Una seconda condizione richiesta dal diritto internazionale impone che gli atti di autodifesa siano commisurati all'aggressione subita.

Ma, per citare Jerrold L. Nadler, deputato eletto nella circoscrizione di New York, "Da quando la risposta ad una aggressione e all'assassinio deve essere proporzionata?"(1) In altri termini, da quando in qua chi comincia una guerra decide in che modo debba essere combattuta?

Non ci sembrerebbe sproporzionato che la polizia bombardi un edificio per catturare un assassino? O di radere al suolo una città dove si crede (o si sappia) si nascondano i responsabili di un omicidio? Il requisito dell'esistenza di una proporzione ha un senso morale anche quando parliamo di assassini.

Consideriamo la nostra reazione in un caso internazionale. L'India ha subito molti attentati terroristici, di cui l'ultimo, a Mumbai, potrebbe ben essere opera di terroristi indiani che hanno assunto posizioni radicali a seguito dei pogroms hindu contro i musulmani. Ma probabilmente alcuni di questi atti terroristici - come quello contro il parlamento indiano a Nuova Dehli nel Dicembre del 2001 - hanno visto un coinvolgimento del Pakistan. Ora, dovrebbe per questo l'India lanciare un attacco militare in grande stile contro il Pakistan, uccidendo molti civili e distruggendo l'infrastruttura del paese? Chiunque abbia a cuore la pace mondiale cercherebbe di dissuadere l'India da un gesto simile. Una guerra in risposta ad una provocazione su piccola scala sarebbe certamente sproporzionata.(2)

Prendiamo un altro esempio. Nel giugno del 2006 il governo libanese annunciò di aver disarticolato un gruppo di assassini professionali al soldo di Israele.(3) Quale sarebbe stata la nostra reazione se il governo libanese avesse risposto all'aggressione israeliana (supponendo che fosse sufficientemente provata) dando il via ad attacchi aerei e missilistici contro Israele, uccidendo centinaia di civili, distruggendo l'infrastruttura civile e scacciando più di un quarto della popolazione dalle proprie case? Di sicuro avremmo considerato questa risposta da parte di Beirut del tutto sproporzionata, anche alla luce della chiara provocazione.

Ma quale paese può accettare che i missili cadano sui propri cittadini?

Nessun paese dovrebbe mai subire degli attacchi missilistici contro i propri cittadini. Né un paese dovrebbe mai subire attacchi aerei e cannoneggiamenti, ancora più letali, come quelli che sta subendo il Libano in questi giorni. Ma in ogni caso questa guerra israeliana non è stata scatenata per far smettere gli attacchi hezbollah contro Israele, che sono stati la risposta alla massiccia offensiva israeliana contro il Libano, che ha preso di mira anche le sue centrali energetiche, i ponti e le strade, i porti, le città ed i villaggi.

Consideriamo la tempistica. Quella che segue è una lista completa dei lanci di Katyusha e altri missili dal Libano contro aree civili di Israele compiuti tra maggio 2000, quando Israele annunciò il proprio ritiro dal Libano meridionale, ed il 12 luglio 2006, come si può ricavare dai rapporti Onu basati sul lavoro degli osservatori ai confini.(4)

Attacchi missilistici contro i civili dal Libano, maggio 2000-12 luglio 2006[a]

data
numero
risultato
responsabilità

31 marzo 2003
3
nessun danno o vittima dichiarati
probabilmente missili lanciati da palestinesi

2 aprile 2002
almeno 1
nessun danno o vittima dichiarata
responsabilità indeterminata

6 aprile 2002
4
cinque feriti a Ghajar, villaggio attraversato dal confine
"palestinesi sospettati"

7 ottobre 2003
3
2 missili caduti sul Libano, uccidendo un bambino; uno caduto su Israele senza causare danni o vittime
"elementi non identificati"

7 giugno 2004
3-4
nessun missile colpì Israele
"elementi non identificati, presumibilmente palestinesi"[b]

9 ottobre 2004
1
nessun danno o vittima
"si presume militanti palestinesi"

28 ottobre 2004
1
nessun danno o vittima
"si presume militanti palestinesi"

15 novembre 2004
1
nessun danno o vittima
"si presume militanti palestinesi"

11 maggio 2005
1
nessun danno o vittima
"elementi armati non identificati"

12 maggio 2005
2
"nessun impatto registrato dall'Unifil. Residenti locali hanno affermato di aver sentito esplosioni, benché l'Unifil non abbia potuto verificarlo."
L'IDF[c] accusò Hezbollah

25 agosto 2005
2
nessuna vittima
Hezbollah nega il proprio coinvolgimento; la Jihad islamica palestinese rivendicò.

27 dicembre 2005
4
qualche danno, nessuna vittima esecutori non identificati;
Abu Musab al-Zarqawi rivendicò.

28 maggio 2006, mattina
almeno 8
3 colpirono posizioni dell'esercito israeliano, ferendo un militare Hezbollah si dichiarò non responsabile.
La Jihad islamica palestinese rivendicò inizialmente l'attacco come rappresaglia per l'assassinio di un proprio membro e suo fratello in Libano. La rivendicazione fu smentita il giorno dopo.[d]

28 maggio 2006, pomeriggio
fuoco missilistico
nessuna vittima israeliana dichiarata
"elementi armati non identificati spararono con armi leggere" ferendo un soldato israeliano. Nessuna rivendicazione e Hezbollah negò il proprio coinvolgimento. L'incidente scatenò scontro di dimensioni significative. L'esercitò israeliano rispose con incursioni aeree, attacchi d'artiglieria, e impiego di carri armati, che provocò il ferimento di due civili libanesi. Hezbollah "rispose con missili, colpi di mortaio e fuoco di armi leggere".

12 luglio 2006
"svariati"
nessuna vittima denunciata[e]
Hezbollah, come parte di un'azione diversiva a protezione della operazione di cattura di soldati israeliani compiuta sul confine

[a] I rapporti citano diversi casi in cui il governo libanese o osservatori Onu scoprirono e neutralizzarono diversi Katyusha: nel marzo 2005, giugno 2005 ed il 30 dicembre 2005.

[b] In risposta, Israele attaccò sedi del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Comando Generale. Il Jerusalem Post riferì che "il pretesto apparente per gli attacchi del 28 maggio è stata la decisione della Jihad islamica di condannare Israele per l'assassinio di uno dei suoi leader a Sidone due giorni prima".(5) Il governò libanese sostenne di avere la confessione di uno dei membri principali di un gruppo di killer creato da Israele".(6)

[c] Le Israeli Defence Forces. Chiaramente, come nel caso del Dipartimento della difesa Usa, se le forze armate israeliane siano impegnate in azioni offensive o difensive è un fatto empirico e non qualcosa da determinarsi sulla base della parola "difesa".

[d] L'esercito israeliano affermò che diversi civili erano stati feriti.REFNOTE<(7)

Questa tabella permette di chiarire alcuni punti. Prima di tutto, neppure un civile israeliano fu ucciso da un missili lanciato dal Libano tra maggio 2002 ed il 12 luglio 2006. Nessun missile è stato dimostrato essere degli Hezbollah. (È vero che in alcuni casi in cui i responsabili sono stati identificati, avrebbe potuto trattarsi di Hezbollah, però cò è in contraddizione con la politica di rivendicazione orgogliosa del gruppo). Spesso gli esecutori erano palestinesi, che reagivano ad eventi avvenuti in Palestine (per esempio, la sanguinosa offensiva israeliana nella West Bank della primaversa 2002).

Il 28 maggio 2006, nel corso dello scambio a fuoco tra l'esercito israeliano e gli hezbollah, in cui furono feriti due libanesi ma nessun civile israeliano, l'IDF ordinò ai civili del nord di Israele di "proteggersi nei rifugi, alcuni dei quali talmente in disuso che risultò difficile finanche ritrovare le chiavi".(9)

Perciò questa guerra può ben difficilmente essere descritta come una guerra per far cessare i lanci missilistici degli hezbollah contro i civili israeliani. Inoltre, il modo più semplice per bloccare i missili che stanno colpendo la popolazione è l'accettazione del cessate il fuoco. Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah, ha dichiarato che la sua organizzazione smetterebbe di lanciare missili se Israele cessasse i suoi attacchi aerei.(9)

Stai paragonando gli attacchi indiscriminati di Hezbollah contro obiettivi civili, in cui lo scopo è l'uccisione di civili, con gli attacchi di Israele contro obiettivi militari in cui a volte vengono uccisi dei civili malauguratamente e non intenzionalmente?

Costituisce un crimine di guerra il lancio di missili, come quello di Hezbollah, contro obiettivi civili. Ma non si tratta dell'unico crimine di guerra, né di quello che è costato il maggior numero di vittime civili.

Vale la pena di riflettere sulla ragione per cui gli attacchi missilistici di Hezbollah sono considerati un crimine di guerra. Che diremmo se Hezbollah avesse sostenuto che miravano ad obiettivi militari (che esistono sicuramente nel nord di Israele, anche nelle città(10))? Come sottolinea Amnesty International,(11) anche se gli attacchi missilistici fossero stati diretti contro obiettivi militari "sarebbero stati attacchi indiscriminati, dato il tipo di armi usate" e perciò crimine di guerra. Ora, anche se le armi di Israele fossero molto più accurate di quelle hezbollah, non sono affatto chirurgiche. Dei più di 600 morti ufficiali da parte libanese fino al 28 luglio, la maggioranza sono state donne e bambini.(12) L'Unicef stima che più di un terzo erano bambini.(13) Perciò possiamo concludere che "dato il tipo di armi usate" dall'IDF, Israele è responsabile di attacchi indiscriminati, e perciò di crimini di guerra.

I missili hezbollah a volte contengono elementi pensati per accrescere il danno per gli esseri umani.(14) Israele ha usato munizioni cluster sparate con l'artiglieria su aree popolate.(15) Entrambi sono probabilmente crimini di guerra, con l'unica differenza data dal fatto che il secondo ha probabilmente avuto effetti estremamente più letali.

Ecco qual è stata la conclusione di Human Rights Watch sulla base di una accurata indagine sul terreno:

Questa indagine ha documentato varie violazioni del diritto umanitario internazionale da parte dell'IDF in Libano tra il 12 ed il 27 luglio, oltre che nell'attacco su Qana del 30 luglio. Nel corso di questo periodo, l'IDF ha ucciso circa 400 persone, in gran parte civili, e quel numero ha superato le 500 al momento di scrivere questo rapporto. Il governo israeliano afferma che sta facendo di tutto per minimizzare il danno a civili, ma i casi documentati qui rivelano l'incapacità sistematica dell'IDF di distinguere combattenti e civili.

Dall'inizio del conflitto le forze israeliane hanno lanciato attacchi aerei e d'artiglieria che successo militare dubbio o limitato ma costo eccessivo in termini di vittime civili. In alcuni casi, la tempistica e l'intensità degli attacchi, l'assenza di qualsiasi obiettivo militare come gli attacchi ai soccorritori, lasciano pensare che le forze israeliane hanno deliberatamente preso di mira i civili.

[...]

Non distinguendo in maniera regolare i combattenti dai civili, Israele ha violato uno dei cardini del diritto di guerra: l'imperativo di portare attacchi solo contro obiettivi militari. Le modalità degli attacchi nel corso dell'offensiva israeliana in Libano suggeriscono che questa incapacità non si può minimizzare come accidentale, e lasciano pensare, con la serietà delle conseguenze, ad un crimine di guerra".(16)

Ma Hezbollah non nasconde i suoi combattenti e le armi tra i civili - rendendosi così responsabile di ogni morte civile?

Il diritto umanitario internazionale è piuttosto chiaro nell'affermare che, se pure ciò rappresenta una violazione del diritto di guerra, comunque l'altra parte deve rispettare l'obbligo di minimizzare il danno a civili. Si tratta di buon senso: se un criminale sparasse contro la polizia da un appartamento, sarebbe giustificata la polizia ad abbattere l'edificio?

Ma vi sono altre cose da notare. Prima di tutto l'affermazione di parte israeliana che Hezbollah usa civili come scudi è esagerata. Come a riferito Human Rights Watch:

Il governo israeliano afferma di prendere di mira solo Hezbollah e che i combattenti hezbollah usano i civili come scudi umani, mettendone a repentaglio la vita. Human Rights Watch non ha trovato un solo caso in cui Hezbollah abbia deliberatamente usato civili come scudi per proteggersi da attacchi dell'IDF. Hezbollah ha occasionalmente immagazzinato armi in abitazioni civili o in loro prossimità e i combattenti hanno posizionato le proprie postazioni per il lancio di missili nelle città o nei pressi di osservatori Onu, ciò che costituisce una grave violazione del diritto di guerra perché viola l'obbligo di prendere tutte le preoccupazioni possibili per evitare vittime civili. Però questi casi non giustificano l'ampio uso da parte dell'IDF della forza indiscriminata che è costata tante vite civili. In nessuno dei casi di morti civili che sono documentati in questo rapporto vi è l'indizio della presenza di Hezbollah o di loro armi in prossimità delle aree colpite dall'IDF".(17)

Secondo, l'ampia definizione israeliana di obiettivo militare rende impossibile evitare la prossimità delle attività civili e militari. Israele definisce obiettivo militare legittimo le residenze private dei leader politici hezbollah; queste, ovviamente, sono collocate in aree residenziali. (Secondo una logica simile, Hezbollah potrebbe prendere di mira settori residenziali di Tel Aviv dove vivono politici israeliani). Israele considera obiettivi legittimi gli uffici politici di Hezbollah - si ricordi che Hezbollah è ed è stato un partito politico legale in Libano, con membri in Parlamento e due membri nel governo. Israele considera la stazione televisiva di Hezbollah un obiettivo militare legittimo.

Terzo, Israele ha direttamente e intenzionalmente preso di mira l'infrastruttura civile, cosa che ha causato una gigantesca crisi umanitaria. A volte si vuole far credere che questi attacchi siano necessari sul piano militare, ma spesso la verità è venuta alla luce. Il comandante in capo israeliano, il gen. Dan Halutz, per esempio, avvertì che se i soldati catturati non fossero lasciati liberi, l'IDF avrebbe "colpito l'infrastruttura civile e 'riportato indietro di venti anni le lancette dell'orologio'".(18) L'offensiva israeliana, sostenne Halutz, "è stata illimitata. 'Niente è al sicuro [in Libano], è semplice'".(19)

Come fa osservare Kenneth Roth, direttore esecutivo di Human Rights Watch:

Il diritto umanitario internazionale permette attacchi contro le infrastrutture solo se ciò costituisce un contributo militare efficace e se i benefici sul piano militare superano di gran lunga i costi civili. Questa posizione è difficile da sostenere, se non impossibile, per gli attacchi estesi contro gli impianti per la produzione di energia elettrica, contro i ponti e le strade in tutto il paese."(20)

Il Gruppo di crisi internazionale ha riferito che Israele ha colpito

"infrastrutture economiche prive di relazione don Hezbollah; l'aeroporto (molto più di quanto necessario per raggiungere qualunque obiettivo militare; l'intera zona meridionale di Beirut (ben lontana dalle infrastrutture hezbollah); i porti di Beirut e di Jounieh (in territorio cristiano); fabbriche; ponti verso sud (presumibilmente per tagliarlo fuori dai rifornimenti, impedire ai militanti hezbollah di spostare i prigionieri israeliani ed alienare la popolazione locale, ma tutto ciò con enormi costi umanitari); [e] l'esercito, tra cui check points nell'area cristiana (cosa del tutto ingiustificata, visto che l'esercito era rimasto fuori dal conflitto, non facendo uso della sua capacità antiaerea nonostante gli attacchi e cercando soprattutto di mantenere la legge e l'ordine, e che, soprattutto, resta l'unico strumento capace di estendere l'autorità statale su tutto il paese).(21)

Gli attacchi israeliani contro i depositi di carburante ha determinato la chiusura di ospedali, gli attacchi sulle strade hanno interferito con gli aiuti umanitari urgenti:

Portare l'aiuto umanitario delle Nazioni unite a centinaia di migliaia di profughi libanesi è diventato ancora più difficile dopo che l'Onu ha dichiarato che i bombardamenti israeliani hanno reso difficile il vitale collegamento tra la Siria e Beirut, oltre che costretto alla cancellazione di tutti i convoglio verso la parte meridionale, devastata, del paese".(22)

Ma Israele non ha forse avvertito i civili libanesi?

L'avvertimento va senz'altro bene, ma non assolve Israele dalla responsabilità per i suoi crimini.

Prima di tutto, come ha sottolineato l'Alto commissario per i diritti umani:

Molti non possono affatto abbandonare il sud del Libano perché non hanno mezzi di trasporto, perché le strade sono state distrutte, perché sono malati o anziani, perché devono prendersi cura di altre persone che sono fisicamente impossibilitata al viaggio o perché semplicemente non hanno altro posto dove andare".REFNOTE(<23>)

E dato che Israele ha compiuto bombardamenti su tutto il paese -- 33 contadini sono stati uccisi in un singolo raid nel nord-est del paese compiuto il 4 agostoREFNOTE(<24>) - molte persone potrebbero aver disperato della possibilità di raggiungere un qualunque posto sicuro.

Secondo, gli avvertimenti non danno il diritto di trasformare un'area in una zona di fuoco libero, dove si possa fare tutto. Come nota Rosh, se il fatto di avvertire giustificasse la creazione di zone di fuoco libero, "i militanti palestinesi potrebbero 'avvertire' tutti i coloni di lasciare le terre occupate e poi ritenersi giustificati nel trattare chiunque sia rimasto come un bersaglio legittimo".REFNOTE(<25>)

E, si potrebbe aggiungere, significherebbe che se gli hezbollah avvertissero tutti i civili a lasciare il nord di Israele, poi sarebbero giustificati nel bombardare a tappeto con i katyusha quell'area.

Nonostante il chiaro divieto, alcuni ufficiali israeliani hanno annunciato di considerare molte parti del Libano come aree di libero fuoco - anche se vi restano molti non combattenti.REFNOTE(<26>)

Vuoi dire che il confine tra Israele e Libano sia rimasto tranquillo negli ultimi sei anni?

No, non lo è stato. Vi sono stati diversi incidenti di frontiera.

Gli aerei da guerra israeliani hanno violato ripetutamente lo spazio aereo libanese, spesso volando in maniera intenzionale sopra le città per provocare un'esplosione sonora allo scopo di terrorizzare la popolazione. In alcuni dei suoi rapporti biennali, il Segretario generale dell'Onu ha fatto riferimento ad incursioni giornaliere dell'aviazione israeliana, in altri ha osservato che "il sorvolo da parte di jet, elicotteri e velivoli automatici sono stati numerosi e particolarmente intrusivi e provocatori".

A volte Hezbollah ha risposto a questi sorvoli israeliani con la contraerea, a volte con ritardo, e le bombe sono precipitate oltre confine. L'Onu ha più volte richiamato Israele alla sospensione dei voi e Hezbollah a fermare la contraerea, osservando che le violazioni da una parte non giustificano le violazioni dell'altra. Entrambe le parti proseguirono. Nel giugno del 2002, la contraerea hezbollah ferì due civili israeliani, e il 10 agosto 2003 uccisero un adolescente e ferirono quattro civili. Hezbollah ha fermato la contraerea dalla metà del 2004, ma Israele ha continuato ad effettuare i suoi sorvoli, spesso con esplosioni sonore su aree popolose, nonostante le proteste Onu.

La maggiore ragione di conflitto sul confine, comunque, riguarda Shebaa, un piccolo pezzo di territorio di circa 4 chilometri quadrati. Quando Israele si ritirò dal Libano nel maggio 2000, mantenne Shebaa, sostenendo che appartenevano alle alture del Golan siriane che avevano occupato nel 1967 e perciò non aveva a che fare con il ritiro dal Libano. Il governo libanese, però, sosteneva che Sheeba appartenesse al Libano, non alla Siria, e perciò che il ritiro israeliano non era completo. Hezbollah dichiarò la sua intenzione di continuare la lotta fino alla completa liberazione del territorio libanese. Nel corso degli ultimi sei anni Hezbollah ha attaccato spesso l'esercito israeliano nel territorio di Shebaa, provocando la rappresaglia israeliana contro le posizioni hezbollah.

Non ha forse il Consiglio di sicurezza dell'Onu stabilito che Shebaa non appartiene al Libano e che Israele si è ritirato completamente dal territorio libanese? La questione di Shebaa non è stata forse strumentalizzata da Hezbollah per giustificare i suoi attacchi continui contro Israele?

È vero che il Consiglio di sicurezza ha deliberato che il ritiro di Israele dal Libano nel maggio 2000 sia stato completo, e potrebbe anche essere che Hezbollah abbia usato la questione di Shebaa per rafforzare la sua posizione in Libano, ma non è vero che Hezbollah abbia inventato la questione.

Asher Kaufman(27), un analista israeliano, ha riscontrato che quanto sia il Libano che la Siria erano sotto controllo francese:

Le mappe francesi collocavano Shebaa all'interno del territorio siriano. In pratica, però, i residenti nell'area continuavano a considerarsi parte del Libano. Pagavano tasse extra al Libano e conducevano tutti i loro affari legali ed amministrativi a Hasbaya e Marj 'Ayun piuttosto che in Quneitra, vicinissimo capoluogo di regione siriano. I funzionari francesi che prestavano servizio nella regione notarono l'anomalia e la riferirono all'Alta commissioni di Beirut, suggerendo una correzione delle mappe affinché corrispondessero alla pratica locale. Invece non si fece nulla per risolvere il problema, né da parte del governo francese, né da quello siriano o libanese.

Kaufman osserva che "dagli inizi degli anni 50 al 1967, la Siria prese il controllo della regione di Shebaa, imponendo una realtà de facto che precedentemente non esisteva se non imperfettamente tracciata sulle mappe francesi", ma

i residenti nei pressi del confine tra Libano e Siria continuavano a vivere in gran parte ignorando il confine non segnato e artificiale. Gli abitanti di Shebaa avevano libero accesso alle loro terre e non gli importava molto di chi fosse la sovranità sui loro territori. L'occupazione israeliana del 1967, però, creò una realtà in cui, per la prima volta, il loro diritto all'accesso fu prima limitato ed infine proibita.

Per i Libanesi la regione di Shebaa era un problema già prima dell'aprile 2000. Ciò si può desumere

dalla lista di richieste che il Libano compilò in preparazione di un possibile accordo di pace con Israele. Il ritiro dal Libano è stato al centro del dibattito pubblico israeliano per anni. Il Libano non poteva restare indifferente a questi sviluppi e quindi gli specialisti libanesi prepararono liste di richieste territoriali, finanziarie, e di altro tipo. Una delle numerose accuse avanzate dagli esperti libanesi era che Israele intendeva annettere Shebaa anche se si era ritirato dal Libano meridionale e che il governo libanese doveva perciò prepararsi a fare un passo e avanzare i propri diritti sull'area. Il governo libanese, però, fece una rivendicazione ufficiale solo il 4 maggio del 2000, dimostrando ancora una volta la sua gestione incapace della questione".

Quando l'Onu aveva stabilito nel 2000 sulla base delle mappe storiche che Shebaa non era libanese, i documenti negli archivi francesi mostravano che i funzionari francesi sul territorio avevano consigliato di rivedere le mappe per conformarsi all'uso locale non erano ancora stati scoperti (da Kaufman). Ma con la loro scoperta nel 2002, la posizione libanese su Shebaa si rafforzò molto.(28)

Dan Gillerman, ambasciatore israeliano presso l'Onu, ha detto che "il Libano ha affermato di volere indietro Shebaa - dovrebbero dirlo alla Siria, poiché Israele non può restituire qualcosa che non è di Israele".(29) Ma il Libano aveva chiesto alla Siria, che hanno verbalmente riconosciuto che quel territorio appartiene al Libano. Naturalmente, la Siria non può restituire le terre al Libano perché sono occupate da Israele, parte delle Alture del Golan siriane, che Israele conquistò nel 1967 e annesse formalmente nel 1981 (ciò che produsse una risoluzione unanime del Consiglio di sicurezza che dichiarava l'annessione nulla e non valida).(30)

Negli scorsi giorni, il segretario di stato Usa, Condoleeza Rice, ha proposto che, come parte dell'accordo sulla crisi, Israele restituisse Shebaa al governo libanese come segno di buona volontà.(31) Ma questo è il punto cruciale: se questo pezzo di terra potesse essere restituito al Libano oggi, avrebbe potuto esserlo in qualunque momento precedente. Se Israele avesse annunciato tra il 2002 ed il 2005 che, come passo di fiducia reciproco verso la pace, avesse restituito l'area al Libano, avrebbe rimosso una delle questioni più incendiarie tra i due paesi.

Esistono, ovviamente, anche altre questioni aperte tra Israele ed il Libano. Israele si è rifiutato di consegnare le mappe che indicano la dislocazione delle mine disseminate a sud del Libano, che hanno continuato ad uccidere e menomare gli agricoltori libanesi. E Israele detiene ancora alcuni prigionieri libanesi(32), ciò che incoraggia Hezbollah a catturare ostaggi per scambiarli. Infatti Hezbollah "ha dichiarato il 2006 'anno del recupero dei prigionieri' e, per molti mesi, Hassan Nasrallah ha proclamato pubblicamente l'intenzione del movimento di rapire soldati a scopo di scambio con i prigionieri. Nel novembre del 2005, parlò del "dovere di catturare soldati israeliani e scambiarli a favore dei prigionieri arabi in Israele'".(33)

Ma i prigionieri libanesi ancora nelle mani di Israele non sono colpevoli di crimini orribili? Perché dovrebbero essere rilasciati?

Il prigioniero libanese più noto, Samir Quntar, è incarcerato dal 1979, accusato di aver ucciso diversi civili, tra cui un bambino, a sangue freddo.(34) Però anche molti soldati dell'IDF, e i loro capi, sono colpevoli di crimini di guerra orrendi. (Sì, la natura dei crimini è diversa, date le armi a disposizione di ciascuna parte: mentre Quntar è accusato di aver ucciso diversi, l'IDF uccide centinaia a distanza. Entrambi sono crimini di guerra). In un mondo giusto tutti i colpevoli dovrebbero essere puniti appropriatamente, ma è difficile rifiutare uno scambio di prigionieri che potrebbe ridurre le tensioni con la scusa che una parte sola è colpevole di crimini di guerra.

Si può capire la riluttanza allo scambio di prigionieri con soldati rapiti al solo scopo di servire da moneta di scambio, ma Israele non si oppone a questi rapimenti in linea di principio (benché sia contrario al diritto internazionale). Piuttosto, Israele vi si oppone quando sono gli altri a compierli, su vasta scala per quanto riguarda la Palestina (compresi, nel giugno del 2006, un terzo del governo palestinese e molti legislatori(35)), ma anche in Libano.(36)

Come può mai esserci pace finché Hezbollah mantiene le sue armi? Il Consiglio di sicurezza non ha chiesto che tutte le milizie in Libano siano disarmati?

La risoluzione 1559 del Consiglio di sicurezza ha chiesto il disarmo di tutte le milizie libanesi. Hezbollah si è rifiutata di farlo e, data la terribile storia di guerra civile nel paese, il governo libanese non è incline ad usare la forza per ottenerlo. Il primo ministro Fouad Siniora ha detto che Hezbollah è un'organizzazione di resistenza e non una milizia e perciò non cade nel raggio d'azione della 1559.(37)

Alcuni apologeti di Israele hanno sostenuto che l'attuale guerra sia semplicemente lo sforzo di Israele per attuare la 1559. Ma niente nella 1559 autorizza singoli stati a farsi carico della sua attuazione. E per i Libanesi, che video il loro paese occupato da Israele per 22 anni in flagrante violazione della risoluzione 425 del Consiglio di sicurezza, per non parlare di tutte le altre risoluzioni che Israele continua ad ignorare,(38) niente potrebbe apparire più ipocrita di un Israele che sostiene di attuare le risoluzioni Onu.

La presenza di gruppi armati privati in una società è chiaramente un problema. La questione è come meglio affrontarlo. Il fattore chiave è la rimozione delle condizioni che forniscono a Hezbollah la giustificazione alle proprie armi, e in particolare la necessità di difendere se stessi ed il proprio paese da Israele. Così, la peggiore strategia è un attacco israeliano contro il Libano. Se non vi fosse la questione di Shebaa, quella dei prigionieri, di sorvoli militari israeliani e delle mine, sarebbe molto più difficile per Hezbollah giustificare le proprie armi. Prima della cattura dei soldati israeliani il 12 luglio 2006, il governo libanese dichiarò che la ragione per cui non schierava le proprie truppe lungo la frontiera era la mancanza di un accordo di pace complessivo con Israele e che gli ostacoli alla pace erano proprio le questioni che ho menzionato, nessuna delle quali imporrebbe ad Israele un costo serio.(39)

Hezbollah ha raggiunto una grande popolarità nella popolazione sciita libanese grazie ai suoi programmi di welfare ed in tutto il Libano per il ruolo che svolse nel mettere fine alla lunga occupazione israeliana. Senza lo spauracchio sionista - un ruolo che Israele ha giocato alla perfezione - la comunità sciita libanese potrebbe spostarsi dall'adesione maggioritaria alla politica fondamentalista e socialmente reazionaria di Hezbollah alla politica progressista supportata in passato da una sua porzione considerevole.(40)

Stai assumendo che se Israele si comportasse bene, tutti l'accetterebbero. Ma Israele non è circondato da nemici implacabili che lo vogliono vedere distrutto? L'antisemitismo non è maturo in quella regione?

È vero che il riassesto delle relazioni bilaterali con il Libano non sarà cosa facile. Israele non riuscirà a normalizzare le proprie relazioni con nessuno dei suoi vicini finché non risolverà la questione palestinese. Questa continua ad esistere non a causa dell'odio implacabile ma del rifiuto israeliano di offrire una minima giustizia ai Palestinesi.(41) Ed il rifiuto israeliano in questo senso è reso possibile dal sostegno diplomatico, militare ed economico del governo degli Stati Uniti.

Quando una nazione che si chiama "stato ebraico" opprime un popolo, non è strano che le vittime tendano a sviluppare un odio verso gli ebrei. L'equazione tra i crimini di Israele e tutti gli ebrei è ovviamente sbagliata ed una maniera per gli ebrei di mitigare questa associazione infelice consiste nel criticare apertamente la politica erronea di Israele. L'appoggio acritico ai crimini di Israele da parte degli ebrei non israeliani conferma solo antisemiti nel loro stereotipo. L'antisemitismo è diventato molto più pronunciato in Medio oriente negli anni recenti, ma la soluzione non è bombardare tutti. (Alcuni replicheranno immediatamente, "allora vuoi che andiamo in silenzio verso le nostre camere a gas?" come se l'unica alternativa al mondo sia tra il comportarsi come agnelli o orchi). Invece Israele deve offrire ai Palestinesi uno stato reale, indipendente, sostenibile.

Ma Israele non ha fatto il primo passo per uno stato palestinese ritirandosi da Gaza?

No. Il "ritiro da Gaza" è stato concepito per sollevare Israele dall'onere di governare direttamente questa area densamente popolata da Palestinesi ridotti in povertà, conservando però il controllo sullo spazio aereo, sulla costa e sui confini, ciò che di fatto ha trasformato Gaza in una gigantesca prigione; allo stesso tempo Israele mira a prendersi le terre e le risorse migliori della West Bank, lasciando ai Palestinesi pezzi di territorio non contigui che non permettono una esistenza nazionale. Le condizioni di vita a Gaza erano disperate - con un tasso di povertà del 65-75% e un tasso di disoccupazione del 35-40% - anche prima che Israele decidesse di distruggere l'unica centrale elettrica di Gaza ed arrestare molti dei suoi rappresentanti regolarmente eletti in risposta al rapimento di un soldato israeliano, che a sua volta era la risposta al rapimento da parte di Israele di due palestinesi,(42) e prima che l'uccisione di molti civili palestinesi(43) e la sottrazione delle entrate fiscali causasse uno strangolamento economico.(44)

Né a Gaza, né in Libano il pugno di ferro porterà giustizia. Quando il direttore dei servizi segreti israeliani dichiarò nel 2003: "È meglio che piangano le madri palestinesi e non quelle ebree"(45) non espresse solo una opinione profondamente immorale, ma tragicamente inefficace, perché il risultato di tali brutali politiche è molto probabilmente la sofferenza di libanesi, palestinesi e israeliano allo stesso modo. Ed in questa regione instabile esiste il pericolo che la spirale del conflitto risulti in una terribile catastrofe.

(1) Clyde Haberman, "At Israel Rally, A Word Fails," New York Times, July 18, 2006, p. B1.

(2) Come noto, il Pakistan possiede armi nucleari e quindi un attacco indiano potrebbe condurre ad un cataclisma nucleare. Presumibilmente, però, questa non è l'unica ragione per cui faremmo pressioni sull'India per desistere.

(3) UPI, "Israeli intel network discovered in Lebanon," June 13, 2006.

(4) I missili lanciati contro "postazioni dell'IDF" sono esclusi da questa lista di attacchi contro civili, compilata a partire dai seguenti documenti del Consiglio di sicurezza: S/2000/718, 20 July 2000; S/2000/1049, 31 Oct. 2000; S/2001/66, 22 Jan. 2001;S/2001/423, 30 Apr. 2001;S/2001/714, 20 July 2001;S/2002/55, 16 Jan. 2002;S/2002/746, 12 July 2002;S/2003/38, 14 Jan. 2003;S/2003/728, 23 July 2003;S/2004/50, 20 Jan. 2004;S/2004/572, 21 July 2004;S/2004/572.Add.1, 21 July 2004;S/2005/36, 20 Jan. 2005;S/2005/460*, 21 July 2005; S/2006/26, 18 Jan. 2006; and S/2006/560

(5) Liat Collins, "Not so quiet on the northern front," Jerusalem Post, June 1, 2006, p. 5.

(6) See UPI, "Israeli intel network discovered in Lebanon," June 13, 2006; Associated Press, "Lebanon accuses Israeli air force of detonating car bomb that killed Palestinian militants," June 16, 2006; "Lebanese Army Issues Statement On 'Terrorist Network Working For' Israel," Lebanese National News Agency website, Beirut, in Arabic 13 June 2006 (BBC Monitoring International Reports, July 4, 2006). Israel denied involvement in the assassination, but "Israel rarely acknowledges action outside Israel and the territories." Steven Erlanger, "Lebanon: Car Blast Kills Jihad Official," New York Times, May 27, 2006, p. A2.

(7) 7. Greg Myre and Steven Erlanger, "Clashes Spread to Lebanon as Hezbollah Raids Israel," New York Times, July 13, 2006, p. A1.

(8) Liat Collins, "Not so quiet on the northern front," Jerusalem Post, June 1, 2006, p. 5.

(9) Edward Cody, "Hezbollah Threatens Tel Aviv; Chief's Statement Clarifies Strategy," Washington Post, Aug. 4, 2006, p. A13.

(10) Jonathan Cook scrive che esistono centinaia di "installazioni militari in prossimità o all'interno delle comunità settentrionali. A poca distanza da Nazareth, per esempio, Israele ha costruito una grande fabbrica di armi praticamente sul territorio di una città araba - tanto vicina ad essa, di fatto, che la rete di recinzione si trova a soli pochi metri di distanza dall'edificio principale della scuola elementare locale". (Jonathan Cook, "Israel, not Hizbullah, is putting civilians in danger on both sides of the border," ZNet, August 4, 2006.)

(11) Amnesty International, Israel/Lebanon: Israel And Hizbullah Must Spare Civilians. Obligations under international humanitarian law of the parties to the conflict in Israel and Lebanon, AI Index: MDE 15/070/2006, 26 July 2006.

(12) Statement of Jan Egeland, UN Under-Secretary General for Humanitarian Affairs and Emergency Relief Coordinator, to the United Nations Security Council on the Humanitarian Situation in the Middle East, New York, 28 July 2006.

(13) Statement of UNICEF Executive Director Ann M. Veneman, 30 July 2006.

(14) Human Rights Watch, "Lebanon: Hezbollah Rocket Attacks on Haifa Designed to Kill Civilians," July 18, 2006.

(15) Human Rights Watch, "Israeli Cluster Munitions Hit Civilians in Lebanon," July 24, 2006.

(16) Human Rights Watch, Fatal Strikes Israel's Indiscriminate Attacks Against Civilians in Lebanon, August 2006, Volume 18, No. 3 (E), p. 3.

(17) Human Rights Watch, Fatal Strikes, p. 3.

(18) Donald Macintyre, "Israel launches ferocious assault on Lebanon after capture of troops," The Independent (London), July 13, 2006, p. 4.

(19) Stephen Farrell, "Our aim is to win -- nothing is safe, Israeli chiefs declare," The Times (London), July 14, 2006.

(20) Kenneth Roth, "Fog of War Is No Cover for Causing Civilian Deaths," Forward, August 4, 2006.

(21) International Crisis Group, Israel/Palestine/Lebanon: Climbing Out Of The Abyss, Middle East Report N°57, 25 July 2006, p. 14.

(22) UN Press Office, "No time to lose, UN warns as emergency aid supplies to Lebanon cut off by shelling," August 4, 2006.

(23) UN Press Release, "High Commissioner for Human Rights condemns killings of civilians in Qana, South Lebanon," 31 July 2006.

(24) Rory McCarthy et al., "Warning of aid crisis after Israelis hit highway: Bombs kill 33 farm workers in Beka'a valley in one of war's deadliest strikes," Guardian, August 5, 2006, p. 16.

(25) Roth, "Fog of War."

(26) Per esempio, il ministro della difesa israeliano Amir Peretz ha detto riguardo alla regione di frontiera: "continueremo a sparare chiunque entri nel territorio designato". Greg Myre and Helene Cooper, "Israel Plans to Occupy Strip Inside Lebanon," New York Times, July 25, 2006.

(27) Si veda Asher Kaufman, "Understanding the Shebaa Farms dispute," Palestine Israel Journal, Vol.11 No.1 2004.

(28) Si veda Akiva Eldar, "Too Late for Their Own Good," Ha'aretz, July 9, 2002.

(29) "Immediate, Comprehensive Ceasefire Needed in Lebanon Prior to Political Discussion, Acting Foreign Minister Tells Security Council," Security Council SC/8796, UN Department of Public Information, report on Security Council 5503rd Meeting (PM) 31 July 2006.

(30) SC Resolution 497, 17 Dec. 1981.

(31) Jonathan Pearlman, "Disputed plot may be key to Lebanon settlement," Sydney Morning Herald, August 3, 2006.

(32) La maggior parete delle fonti parla di due o tre prigionieri libanesi, ma il Jerusalem Post ne elenca quattro: si veda Khaled Abu Toameh, "Palestinian prisoners' families demand they be part of any deal," The Jerusalem Post Internet Edition, July 30, 2006.

(33) International Crisis Group, Climbing Out Of The Abyss, p. 10.

(34) Coloro che lo difendono come eroe sostengono che il suo obiettivo era una struttura militare, ma non spiegano come siano morti i civili. Si veda "Free Samir Kuntar the Longest-Held Lebanese Detainee in the Israeli Prisons."

(35) Anne Barnard and Sa'id Ghazali, "Israelis Arrest Hamas Official; Dozens Held In Bid To Free Soldier," Boston Globe, June 30, 2006, p. A1.

(36) Si veda Arik Diamant, "Centinaia di palestinesi 'sospetti' sono stati rapiti dalle loro case e non avranno mai un processo", Yediot Aharanot, July 5, 2006. Nell'aprile del 2000 la Corte suprema israeliana dichiarò illegale il rapimento a scopo di scambio, ma la pratica non si è fermata. Si veda Human Rights Watch, "Background Briefing: Israel's Proposed 'Imprisonment of Combatants not Entitled to Prisoner of War Status Law,'" June 2000.

(37) Orly Halpern and Nicholas Blanford, "A Second Front Opens for Israel," Christian Science Monitor, July 13, 2006, p. 1.

(38) La risolusione 242 del Consiglio di sicurezza, che chiede il ritiro israeliano dai territori occupati nel 1967 e costituisce la base per la pace nella regione, è forse la risoluzione più importante di quelle che Israele ha ignorato. Ma la lista è lunga.

(39) Si vesa, per esempio, S/2006/26, 18 Jan. 2006, paragrafo 18, e S/2006/560, 21 July 2006, paragrafo 15, ed i commenti del primo ministro libanese, Fouad Siniora, nella registrazione della seduta del Consiglio di sicurezza del 21 aprile 2006, S/PV.5417.

(40) Si leggano i commenti di Gilbert Achcar in "The Middle East in Flames," ZNet, August 4, 2006.

(41) Per una ricostruzione del conflitto tra Israele e Palestina, si veda Stephen R. Shalom, "Background to the Israel-Palestine Conflict," Z Magazine, May 2002.

(42) Ken Ellingwood, "2 Palestinians Held in Israel's First Arrest Raid in Gaza Since Pullout," Los Angeles Times, June 25, 2006, p. A20.

(43) Si vedano le statistiche compilate da B'Tselem, l'organizzazione per i diritti umani israeliani.

(44) John Murphy, "Israel acts to cut off Hamas; Tax transfer is halted; Olmert urges nations to cease financial aid," Baltimore Sun, p. 1A. Nel mese di maggio, Israele accettò di restituire circa il 5% del flusso a gruppi di aiuto medico. Ken Ellingwood, "Israel to Give Some Funds to Palestinians," Los Angeles Times, May 22, 2006, p. A11.

(45) Major General Aharon Ze'evi (Farkash) quoted in Gideon Levy, "The IDF's chorus of incitement," Ha'aretz, 26 October 2003.

Note: Prima parte: http://www.zmag.org/Italy/shalom-qaguerralibano-1.htm
Seconda parte: http://www.zmag.org/Italy/shalom-qaguerralibano-2.htm

Traduzione di Sergio De Simone per Znet-Italia

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