Per una strategia di diserzione civile
Si usa il dramma di una popolazione per ottenere non tanto la sua vittoria, quanto la disfatta della Russia in quanto potenza competitrice. Quale scopo vogliamo raggiungere, vogliamo far vincere la NATO o fermare la guerra?
Fermo restando il diritto degli ucraini a combattere con ogni mezzo contro l’esercito invasore, sembra utile sottolineare che per fermare un conflitto come questo bisogna opporsi a tutti i contendenti e che, in solidarietà con gli Ucraini costretti a combattere sul loro territorio, il nostro compito dovrebbe essere quello di fermare la NATO. Prima che le sue nuove avventure belliche coinvolgano altre regioni.
La diserzione civile comincia con l’impegno a far circolare informazione corretta, ma deve articolarsi in una serie di azioni coordinate che possano vedere, nel tempo, una partecipazione di massa.
Occorre fare pressione sul governo pretendendo la fine dello stato di emergenza, lo stop all’invio di armi al regime di Kiev, la concessione immediata dell’asilo politico ai disertori russi e ucraini (favorendo anche la fuga dall’Ucraina degli uomini adulti che vogliono sottrarsi alla leva e all’arruolamento) può essere l’oggetto di prossime mobilitazioni.
E' importante contrastare l’inserimento dell’addestramento militare nei piani formativi delle scuole secondarie, la collaborazione tra MIUR (Ministero dell’istruzione università e ricerca) e ministero della difesa riguardo all’alternanza scuola-lavoro e gli incontri con funzionari dell’esercito nelle scuole è altrettanto necessario che opporsi al finanziamento e alla conduzione della ricerca bellica nelle nostre università.
Necessaria sarebbe l’identificazione e la denuncia pubblica delle agenzie di contractors.
Un patto di mutuo soccorso contro la guerra può sostenere concretamente i lavoratori portuali e dei trasporti che, in Italia e all’estero, rifiutano di caricare le armi sui mezzi, ma anche i movimenti locali che ostacolano l’espansione delle basi militari sul nostro territorio e la realizzazione di grandi opere collegate alla movimentazione di mezzi militari.
Questo aprirebbe una vertenza diretta con il governo.
Può essere avviata la proposta di un disegno di Legge di Iniziativa Popolare per la desecretazione dei trattati militari, per porre vincoli legislativi che impediscano l'insediamento di nuove basi USA e NATO e l'ampliamento di quelle esistenti, e ne ostacoli quanto più possibile le attività.
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La Nato, un amico pericoloso
Valeria Poletti579 Kb - Formato pdf
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