"Un referendum in Donbass?"
Lucio Caracciolo (direttore di Limes) al minuto 3.35 chiede al ministro degli esteri ucraino Kuleba se, una volta eventualmente riconquistato il Donbass, l'Ucraina sarebbe disposta a organizzare un referendum per verificare la volontà delle popolazioni.
Kuleba risponde stizzito dicendo "Basta!"
E chiude la strada a questa idea definendola filorussa.
Lo scambio di battute è esattamente questo.
Lucio Caracciolo: “Se voi fra un certo tempo, magari anni, riconquisterete interamente il territorio ucraino nei confini del 1991 avrete in questo territorio, in particolare nel Donbass, una popolazione in gran parte russa o russofila. Come pensate di gestire questa popolazione? Ed eventualmente sareste disposti a organizzare dei referendum in parte dei territori occupati oggi dai russi?”
Dmytro Kuleba: “Basta rinforzare questo massaggio obsoleto della propaganda russa! Non c’è nessun problema fra gli ucranofoni e i russofoni, fra i due gruppi linguistici. Noi siamo la stessa popolazione (…) Basta con questa idea!”.
Per Kuleba il popolo ucraino è uno e uno solo e non ha senso parlare di una componente russofila.
Ma Marco Travaglio gli ricorda che gli accordi (inattuati) di Minsk riconoscevano autonomia al Donbass per via dell'orientamento filorusso di una parte delle popolazioni di quella regione.
Travaglio chiede a Kuleba le ragioni della sua intransigente presa di distanze da ogni trattativa e delinea l'eventuale scenario di una guerra che non porti l'Ucraina a vincere.
Kuleba non accetta l'invito di Travaglio e confronta la guerra con una partita di calcio; gli dice che se si va in guerra con l'ipotesi di non farcela è come andare in una partita di calcio con l'idea di non vincerla.
Rilanciando le battute di Kuleba su La7 del 30 giugno 2022 il Corriere della Sera ne ha ripreso i paragoni calcistici.
Articoli correlati
- Tempi duri in Ucraina per i renitenti alla leva
Testimone di Geova in carcere a Kiev per obiezione di coscienza al servizio militare
Oggi il testimone di Geova Volodymyr Baranov è stato posto in detenzione preventiva dal tribunale distrettuale Darnitsky di Kiev, giudice Olha Prosalova.10 gennaio 2025 - Yurii Sheliazenkho - Una nuova puntata da Odessa dell'inviato Mauro Zanella
Rogo della Casa dei Sindacati, la memoria rimossa di Odessa
Odessa era sempre stata una città cosmopolita e multietnica. Poi arrivò la lunga onda della rivolta di piazza Maidan a Kiev.8 gennaio 2025 - Mauro Carlo Zanella - La petizione è stata redatta ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione
Stop invio nuove armi italiane in Ucraina
Oggi 34 esponenti della cultura, della società civile e del movimento pacifista presentano una petizione al Parlamento contro il nuovo decreto per invio di armi italiane in Ucraina. Primi firmatari monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, e Alex Zanotelli, missionario comboniano8 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink - Il caso delle diserzioni nella 155ª Brigata meccanizzata «Anna di Kiev»
Ucraina, il fallimento dell'accanimento guerrafondaio di Macron
Già durante l'addestramento in Francia, 50 soldati avevano disertato. Rientrati in Ucraina, le cifre sono cresciute in modo esponenziale: altri 1.700 uomini hanno disertato, abbandonando la brigata. Arrivati a Pokrovsk, nel Donbass, quelli che non hanno disertato sono stati mandati a morire.3 gennaio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network