Udienza l'11 giugno prossimo

Pacifista ucraino a processo a Kiev

Yurii Sheliazhenko è studioso e ricercatore della nonviolenza ma è accusato in patria di essere "filorusso" per il suo impegno per la pace e per questo motivo rischia fino a cinque anni di carcere.
9 giugno 2024
Adista

ROMA-ADISTA. Si aprirà l'11 giugno a Kiev il processo al pacifista ucraino Yurii Sheliazhenko, studioso e ricercatore della nonviolenza, seguace dell'etica gandhiana e riconosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori esperti di risoluzione dei conflitti senza ricorso alla guerra, accusato in patria di essere "filorusso" per il suo impegno per la pace e che per questo motivo rischia fino a cinque anni di carcere.

In difesa di Sheliazhenko si mobilita un ampio cartello di organizzazioni pacifiste internazionale, fra cui le italiane Pax Christi, Peacelink. Movimento internazionale della riconciliazione (Mir), Pressenza, Giuristi democratici, Un ponte per…, che «esprimono il loro profondo disappunto e le loro profonde preoccupazioni per le continue persecuzioni nei confronti degli attivisti per la pace e degli obiettori di coscienza, compresa l'incriminazione palesemente arbitraria di Yurii Sheliazhenko, segretario esecutivo del Movimento pacifista ucraino e membro del Consiglio direttivo dell'Ebco».

Sheliazhenko, prosegue la nota delle associazioni, «ha subito una perquisizione nel suo appartamento il 3 agosto 2023 e da allora vive agli arresti domiciliari ripetutamente prorogati mentre è indagato dal Servizio di sicurezza ucraino. L'unica accusa che finora è stata resa pubblica nei suoi confronti è che una dichiarazione del settembre 2022 (“Agenda di pace per l'Ucraina e il mondo”) da lui rilasciata a nome del Movimento pacifista ucraino “giustificava l'aggressione russa”, nonostante condannasse esplicitamente l'invasione e ogni tipo di guerra. Il suo computer e il suo smartphone sono stati sequestrati e, nonostante una sentenza del Tribunale, non sono stati restituiti. L'ulteriore obiettivo di questa persecuzione nei confronti di un pacifista sembra essere quello di ostacolare la sua difesa del diritto di rifiutarsi di uccidere e la sua assistenza legale agli obiettori di coscienza. Il Ministero della Giustizia ucraino, in risposta a una lettera del Servizio di sicurezza ucraino (il Servizio di Sicurezza ucraino ha anche pubblicato un comunicato stampa in cui definisce Yurii “agitatore del nemico”), ha chiesto al Tribunale amministrativo della Regione di Kiev di proibire e sciogliere il Movimento pacifista ucraino, organizzazione membro sia dell'Ebco che della Wri».

Per questo le organizzazioni esortano l'Unione Europea «a garantire che il riconoscimento e la piena attuazione del diritto all'obiezione di coscienza, in quanto salvaguardia vitale dei valori e dei principi democratici in tempo di emergenza nazionale causata dall'aggressione russa, vengano considerati una condizione necessaria per l'adesione dell'Ucraina all'UE durante i prossimi negoziati. Il diritto all'obiezione di coscienza è riconosciuto, tra l'altro, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Ue»

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