WSIS nel paese dove si muore

Muore in Tunisia un blogger che aveva passato 18 mesi d’inferno dietro le sbarre per aver osato criticare il regime. E Tunisi ospiterà il Summit ONU sulla Società dell'Informazione
17 marzo 2005
Punto Informatico

Tunisi - "È con un senso di shock e profonda tristezza che abbiamo saputo della morte di Zouhair Yahyaoui, un vero combattente per i diritti umani e la libertà di espressione". Questo il messaggio di commiato che si legge da qualche ora sul sito dell'organizzazione giornalistica Index on Censorship, tra quelle che sono state più vicine al 36enne blogger tunisino morto tre giorni fa per un infarto.

A piangere la sua morte sono in tanti in queste ore, basta dare un'occhiata ai link pubblicati dai suoi amici sul suo sito, TuneZine.com, quello stesso sito dal quale Zouhair aveva lanciato la sua sfida per la libertà che lo ha condotto in carcere il 4 giugno del 2002 per uscirne soltanto, come ricorderanno i lettori di PI, un anno e mezzo dopo.

Zouhair (nella foto) a detta di tutti coloro che l'hanno conosciuto e che in queste ore lo stanno ricordando per le sue idee e per la crudele repressione subita dal Governo di Tunisi era diventato un esempio per molti: un'ispirazione lo aveva guidato fino a Ginevra, dove ad un summit delle Nazioni Unite era riuscito a ritagliarsi uno spazio per parlare della severa censura attuata dalle autorità tunisine.

[Img4992]]La scomparsa di Zouhair solleva molte polemiche, anche perché molti l'attribuiscono al durissimo trattamento cui è stato soggetto in prigione dove, torturato, malmenato e isolato, era stato costretto ad attuare uno sciopero della fame nel tentativo di far cessare quell'odiosa situazione.

Mente sullo stesso Tunezine.com in queste ore si accumulano le lettere di addio degli amici e dei compagni, della sua morte parlano con durezza giornali di primo piano come LeFigaro o LeMonde; Reporters sans frontieres ha dichiarato come "questo giovane uomo sia stato un attivista coraggioso e un risoluto difensore della libertà di espressione nel proprio paese. Ha sempre combattuto per il diritto di informare liberamente i propri concittadini. Neppure la prigione era riuscito a zittirlo". "Zouhair - continua una nota diffusa dall'organizzazione internazionale dei giornalisti - è riuscito ad aprire una breccia nella Internet controllata da vicino dal governo tunisino. I suoi sforzi non sono stati vani ed ora tocca a noi continuare a combattere".

L'accaduto pone evidentemente in una luce ancor più oscura e inquietante il governo di Tunisi, lo stesso che non solo continua a tenere in carcere una serie di "dissidenti" ma che a novembre ospiterà la seconda sessione del Summit internazionale dell'ONU sulla Società dell'informazione WSIS; un onore, è proprio il caso di dirlo, conquistato sul campo.

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