Linux: la soluzione definitiva

Un utente di Linux racconta le sue esperienze con questo sistema operativo, sperando possano essere d'aiuto ad altri
9 dicembre 2005
$pooky Hunter (spookyh@_NOSPAM_hotmail.com)

Mi sembra ieri quando al liceo mi imbattei in uno strano cd con un pinguino sulla copertina ed una scritta all'interno che recitava: "RedHat 6.1".
In rete se ne parlava da tempo, non capivo bene cosa fosse questa GNU, cosa fossero le distribuzioni, etc... Per me Linux era una società dal cappello rosso che regalava un sistema operativo alternativo a Windows, che avrebbe potuto permettermi di diventare un hacker.
Come tanti ragazzi della mia generazione era quello il mio sogno, ma non sapevo né come fare né dove trovare i manuali per farlo... :-)
L'unica cosa di cui ero sicuro era che tutti quei libroni con scritto HACKING, simboli di pirati e codici alla matrix servivano a poco o a nulla.
In oltre "fare hacking" su Windows mi sembrava sensato grosso modo come fare un balletto di danza classica con un piedi dei "ferroni da stiro a carbonella di piombo fuso!".
Dopo varie peripezie: creazione di floppy di boot, ripartizionamenti, mbr, boot loader, stringhe da passare a mano al kppp (la famosa ATDX -> ATX3DX) per potersi connettere ad Internet... finalmente riuscii ad installare la mia prima distribuzione Linux.
Non erano certamente tutte rose e fiori. OpenOffice non esisteva, koffice faceva pena e staroffice non me lo potevo permettere con un modem 56k, l'automount non esisteva (anche se adesso ne faccio volentieri a meno) e Lopster nemmeno (usavo WinMX in emulazione tramite wine).
Ah una cosa c'era già: fanatici di GNOME e KDE si scannavano tra di loro anche all'epoca.
D'altro canto incominciavano a girare troppi virus, spyware, trojan, dialer e altre robacce su Windows così decisi di stringere i denti.
In fondo ICQ mi funzionava, potevo chattare con i miei amici e parlare con persone che già capivano qualcosa di UNIX.
Mi affascinavano i trojan, una volta ne fui anche ingenuamente vittima. Quando chiedevo a qualche "hacker" come si facesse ad entrare nel PC di qualcuno senza trojan mi rispondevano semplicemente: "telnet".
Mi ricordo quando provavo a telnettarmi all'indirizzo di vari server smtp e spedivo qualche mail, a quei tempi non perdevano molto tempo nella configurazione dei firewall... in fondo non facevo del male a nessuno.
Oggi se gli girano le scatole segnalano alla finanza pure i ping, un tempo "Internet" non era così isterica.
Un giorno decisi che la mia RedHat 6.1 era diventata vecchia e mi feci spedire 2 cd della Mandrake 7.1.
Da allora fu amore a prima vista. La Mandrake era già una distribuzione semplicissima e a quei tempi era praticamente RedHAt 100% compatibile, è demotivante quando vorresti fare tante cose ma non ci riesci... con la Mandrake bastava un click per fare tutto.
Restai fedele alla Mandrake fino alla 9.1, ma la tradii con la mia ex (informaticamente parlando) quando avendo l'ADSL e volendo aggiornare il software dalla rete non mi trovai particolarmente bene con urpmi.
RedHat 9 + yum come gestore di pacchetti e tornai lo spippolatore più felice di questo mondo.
Il tempo passava, imparavo sempre più cose, frequentavo il LUG della mia città, partecipai anche ad una conferenza ad un Linux Day
Mi ricordo ancora quando io ed un mio amico arrivammo al Linux Day della ******** con un ibook dove c'era installata una Debian, ci accolsero subito benissimo (non avevano capito chi fossimo) senza nemmeno chiederci niente arrivò il geek di turno e ci disse: "Wow ragazzi qui ci starebbe bene una bella Mandrake per PPC!" a quel punto ci cascarono le braccia ed il mio amico gli disse: "Veramente qui c'è una Debian per PPC con kernel ricompilato e patchato a mano da me... che in effetti sarei anche uno sviluppatore Debian (a tempo perso)".
Ci guardammo intorno e vedemmo un capannello di gente che sta sbavando davanti a noi, quel giorno capii che non ero più tanto newbie.
Incominciarono le lezioni di informatica del mio corso di laurea, dato che studio medicina siamo in pochi ad usare Linux in quell'ambiente, guarda caso il mio prof. usava Slackware (a quei tempi mi sembrava una distro per masochisti).
Facemmo amicizia e finì, complice anche lo sputtanamento del database degli rpm della mia RedHat (non installate mai rpm pacchettizzati per altre distro!) e i troppi bug della Fedora Core 1, che anch'io passai alla Slack, mi sembra fosse la 9.1.
Aggiornata, veloce e stabilissima. Un altro mondo rispetto alla RedHat, in un anno di Slackware imparai più cose che nei tre precedenti.
La bash non mi faceva più paura e compilare kernel era diventato ordinaria amministrazione.
A lungo andare però trovai delle difficoltà ad aggiornare ed installare nuovi pacchetti. Slapt-get e swaret (emerde vi consiglio di lasciarlo stare) danno una bella mano ma spesso ero costretto ad utilizzare sorgenti da pacchettizzare poi con checkinstall.
Così cedetti ed un bel giorno passai a Debian.
Al boot non è un fulmine, c'è una ridondanzza di script esagerata; però una volta configurata decentemente la sources.list dell'APT ci si ritrova con un sacco di software abbastanza aggiornato.
In segreto però ammiravo la Gentoo, così veloce e aggiornatissima; ma purtroppo incompatibile con le mie risorse: non ho un processore che mi permette di compilare troppi sorgenti (lo so ci sono anche i precompilati, ma escono solo con le varie release e a me piace avere anche OpenOffice aggiornato), non voglio passare tutto quel tempo per fare un'installazione.
Intanto un buon 70% dei miei amici era o stava passando a Linux, mi ritrovai quindi ad installare svariate Mandake, Fedora, SUSE, Ubuntu... sui loro PC.
Di distro ne avevo provate tante, ma nessuna che mi soddisfacesse a pieno.
Debian non aveva il KDE 3.4, OpenOffice2-beta e a volte pacchettizza in una maniera che trovo frustrante.
Perché fare 100mila pacchetti per un programma solo per aggiungere qualche plugin quando a volte si tratta solo di fare un binario di 100Kb più grande... finiva quindi che il pacchetto .deb di programmi tipo sylpheed, wesnoth e altri non presenti nei repository toccava farmeli da solo.
Col Sylpheed di Debian non mi funzionava il supporto per il gpg, wesnoth compilato da me (sul mio pc) va 2 volte più veloce di quello dei repository Debian ufficiali.
Secondo me speculazioni filosofiche e software non dovrebbero mischiarsi più del dovuto.
Discorsi tipo: questo pacchetto non è abbastanza free, non possiamo metterlo neanche nei non-free, scaricatevelo ed installatevelo voi da soli se la vostra coscienza ve lo permette.
E che palle!
Fu così che mi sdegnai e passai al FreeBSD (5.2.1 se non sbaglio).
A livello pratico era tipo una Gentoo, anzi meglio per quanto mi riguarda.
Il boot è più veloce e sono disponibili tanti pacchetti precompilati, la gestione delle directory è impeccabile (/usr/local/etc per i file di configurazione dei port...), i ports sono uno spettacolo e portupgrade funziona abbastanza bene.
Una cosa non mi piaceva tanto: non mi andava di appoggiarmi sempre a sysinstall o dover spulciare su internet per sapere cosa mettere nell'rc.conf per far partire un demone all'avvio.
In più i packages non sono molto curati, non sono quantitativamente pari ai ports e non sono altrettanto aggiornati. Effettivamente, quelli del FreeBSD infatti incoraggiano l'uso dei ports.
Quanto meno incominciai a prendere confidenza con il cvs, l'aggiornamento del sistema partendo dai sorgenti (make buildworld, buildkernel & co. per intenderci) e rimasi col FreeBSD fino alla versione 5.4.
Ormai presissimo dalla filosofia BSD decisi di esaminare anche le altre opzioni.
Scaricai il cd NetBSD e lo provai sul mio server testing (Pentium 166).
Non avevo mai visto un sistema operativo più spartano, sarà anche UNIX standard ma c'è da perdere 2 ore prima di avere un rc.conf decente ed un sistema grafico funzionante. In più si fanno tanto grossi con il loro pkgsrc che ancora non capisco cosa faccia in più dei ports del FreeBSD.
Certo, se avessi un i386 diskless o una SparcStation degli anni 80 probabilmente userei un NetBSD (che detto tra noi mi sembra più performante di una Debian su hardware particolarmente esotico).
Eliminando a priori DragonflyBSD, PC-BSD e Desktop-BSD che per il momento non mi sembrano troppo maturi come progetti non mi restava altro che l'OpenBSD.
Vado sul sito e scopra che non esiste un'iso completa scaricabile o mi adeguo con un'immagine per floppy o una mini iso di boot.
Ma ero determinato e con l'aiuto di wget -m mi scaricai tutto l'occorrente per creare la mia ISO. Dopo una giornata di scaricamenti venne fuori un bel file openbsd_37.iso con un sacco di pacchetti precompilati (se qualcuno avesse bisogno di una ISO dell'OpenBSD 3.8 con kde-base, bash, fluxbox, mutt, pine, ettercap, nmap, mozilla, koffice, xfce4, gaim, gimp, etc... può trovarla qui sul mio server: ftp://xre.homeunix.org/pub/openbsd-i386-3.8.iso).
L'unico intoppo durante l'installazione è stata la comprensione del tool di partizionamento dell'installer dell'OpenBSD, tutto il resto è filato liscio.
L'init è un po' diverso da quello che siamo generalmente abituati a vedere su Linux.
Partendo dal presupposto che tutti i *BSD sono dei veri sistemi operativi, non solamente dei kernel, dopo l'installazione ci troviamo di fronte ad un sistema che con l'OpenBSD ha di base: sendmail, apache, sshd, ftpd, pop3, bind, etc...
Per utilizzare un servizio del sistema di base basterà aprire il file /etc/rc.conf, leggere i commenti e applicare delle banalissime modifiche. Roba di una semplicità disarmante. Servizi tipo ftpd, pop3, ntpd possono anche essere eseguiti con inetd attraverso una semplice modifica del file /etc/inetd.conf.
Per far eseguire altri programmi all'avvio basterà aggiungerli nell'rc.local.
Tra l'altro con mio grande stupore mi sono accorto che sia apache (non spaventatevi se vedete che la versione è la 1.3.29, il fatto è che per problemi di licenze l'apache di OpenBSD si basa su quella versione che cmq è ultra-patchata da loro quindi aggiornatissima per quanto riguarda bug di sicurezza) che bind sono già chrootati di default.
Volendo tramite una semplice opzione nell'rc.conf apache può anche essere eseguito fuori dalla jail.
Dalla versione 3.8 il sistema di gestione dei pacchetti pkg_add è notevolmente migliorato ed ora implementa l'opzione "-u", con la quale è possibile aggiornare agevolmente i pacchetti.
OpenBSD al contrario del Free consiglia l'uso dei precompilati, per la serie: perché perdere tempo a compilare qualcosa che qualcuno ha già compilato per voi? Sconsiglia pure di creare kernel personalizzati (il loro nel 99,9999...% dei casi va più che bene) e di non usare ottimizzazioni varie da passare al make.conf (tipo come si fa su Gentoo o sul FreeBSD).
I pacchetti sono curatissimi, tutte le volte che viene installato qualcosa di particolare, ad esempio un server, ci vengono fornite anche delle semplici istruzioni su come fare per configurarlo ed avviarlo.
Installare php, mysql o altro diventa più semplice che su un FreeBSD per un utente non troppo esperto.
Anche la configurazione delle interfacce di rete sui *BSD è più intuitiva che su certe distro Linux. Le schede di rete non si chiamano eth0, eth1 etc... ma hanno il nome del loro driver: es. ne0, ne1... (NE2000 compatibile) xl0, xl1 (3Com 3c900)... nella /etc è presente un file mygate dove c'è scritto il gateway per la macchina e dei file del tipo hostname.ne0 dove c'è la configurazione della ne0. Risulta quindi facile gestire anche 3 o 4 schede di rete.
Poi c'è PF il firewall: semplicemente un capolavoro. Secondo me per un router, un firewall, un dns o un gateway do qualsiasi tipo OpenBSD è il massimo.
Però se nel frattempo vi arriva a casa un PIV 3000, volete il supporto per l'audio 5+1, i driver nvidia per la vostra nuova scheda grafica, usare k3b per masterizzare senza problemi i vostri DVD, se non vi va di usare OpenOffice tramite rpm Linux in emulazione... ecco che l'idea di tornare a Lunux si insinuerà nella vostra mente.
Dopo aver visto alcuni degli elementi più promettenti tra i miei "discepoli" perdere la strada del bene per passare al MacOS X decisi che era ora di fare il punto della situazione.
Volevo una Gentoo con un installer (la versione beta che c'è nel Live CD fa un po' pena per il momento), che mi permettesse di compilare facilmente dei sorgenti, che disponesse di tanti pacchetti precompilati e che fosse molto aggiornata (si sono un maniaco delle ultime versioni, i miei amici ancora mi rinfacciano quella volta in cui mi videro installare sul mio PC un programma in versione 0.01-pre-apha).
Insomma la risposta alle mie preghiere, la distro che ho sempre sognato esiste e si chiama: Archlinux.

Boot velocissimo: in 40 secondi sono già dentro il KDE, con Debian ci mettevo robe tipo 3 minuti...
Gestione dei demoni stile BSD attraverso il file rc.conf per i server standalone, oppure tramite xinetd (evoluzione di inetd)
abs che è l'equivalente dei ports dei BSD, che si aggiorna digitanto semplicemente da root "abs"
pacman semplice ma efficace gestore di pacchetti tipo apt-get
Software aggiornatissimo quasi lo pescassero ogni giorno dai cvs
Possibilità di creare e installare facilmente un "port" seguendo lo schema dei PKGBUILD e tramite il programma makepkg

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