Un'altra musica è possibile. Senza la Siae
Un gelato equo e solidale al sapore di «copyleft». No, non stiamo scherzando, l’idea è stata realizzata davvero a Roma, presso la gelateria "Fiordiluna" che ha aperto lo scorso 29 luglio a Trastevere. Nei locali oltre a gustare gelati biologici certificati e prodotti con ingredienti del commercio equo e solidale, è stato allestito anche uno spazio multimediale dove sono disponibili musica, video o opere letterarie distribuite con licenza libera (copyleft, appunto, come le più famose creative commons). Il tutto grazie a un computer che, ovviamente, monta software libero e da lì attinge la programmazione musicale che si sente nel locale e una serie di immagini e testi che vengono proiettati in un monitor a 32 pollici. Per poter avere l’utorizzazione, però, i gestori hanno dovuto avviare una procesura speciale con la SIAE. Infatti i locali pubblici che diffondono la cosiddetta "musica d’ambiente", hanno da sempre l’obbligo di pagare una quota annuale per i "diritti di trasmissione" coperti da copyright. I prezzi variano a seconda della grandezza del locale, della posizione e della tipologia dei dispositivi per la riproduzione musicale. Si può andare dai 21 euro annui per uno spazio di 50mq ai 400 in caso di grandi magazzini. La SIAE in questa maniera incassa una cospicua parte delle entrate per un bilancio che nel 2005 è tornato in utile con 633 milioni di euro raccolti. Ma c’è un paradosso, l’obbligo di pagare è esteso anche per la musica tutelata in maniera diversa dal copyright classico. Per questo motivo Fabio e Aldo Pasquarella 3 mesi prima dell’apertura della gelateria avviano una trattativa con la SIAE per chiedere di poter diffondere gratuitamente nel proprio locale opere sotto licenza libera. «Durante questo tempo, abbiamo spiegato le finalità del progetto - spiega Ermanno Pandoli, consulente legale e membro dello sportello elettronico Liberius - e sono state esaminate le opere che sarebbero state distribuite e diffuse nei locali. Dopo aver appurato che erano tutte di artisti non iscritti alla SIAE, e tutelate con licenze alternative, oppure di pubblico dominio, è stata data una concessione a tempo indeterminato. Un passo importante perché non esiste ancora una procedura standard. Di fatto per la prima volta vengono riconosciute anche delle modalità di diffusione e fruizione pubblica differenti da quelle del copyright classico aprendo al strada a progetti simili anche in altre città». Un successo al quale ha contribuito il Linux Club. E attraverso il sito "Frontiere Digitali" (www. frontieredigitali. net), gli artisti che diffondo le loro opere sotto licenza libera possono far conosce i loro lavori e proporli, per esempio, anche per la postazione multimediale della gelateria. «Ci sono arrivate già molte richieste in tal senso - spiega Fabio Pasquarella - segno che l’iniziativa ha riscosso notevoli consensi. Stiamo pensando anche ad un modo per dare alle persone l’opportunità di portarsi a casa questi lavori su cd o chiavetta elettronica».
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