Internet Explorer perde utilizzatori

Per la prima volta, il browser di Microsoft ha perso un numero significativo di utenti. La causa? Le sue falle di sicurezza e il dinamismo dei browser alternativi.
17 luglio 2004
Salvatore Aranzulla

WebSideStory, società che segue dal 1999 il mercato dei browser, ha divulgato ieri i risultati della sua ultima inchiesta.

La sorpresa è stata per il browser di Microsoft, Internet Explorer: questo infatti, questo mese, ha perso una parte di mercato.

Più precisamente, il 4 giugno la parte di mercato di Internet Explorer raggiungeva i 95.7% mentre questo mese è scesa al 94.73%.

Probabilmente potreste osservare che questo abbassamento dell'1% è piuttosto debole, certo, ma la tendenza e' in aumento: la scoperta di nuovi bug di sicurezza spingono sempre piu' utenti ad abbandonare questo browser.

L'apparizione del virus Download.Ject, o Scob, che poteva infettare i computer semplicemente visitando un sito web, ha spinto molti utenti del browser di Microsoft a migrare verso browser alternativi: erano vulnerabili, infatti, solo i navigatori che usavano Internet Explorer.

Da tempo, inoltre, parecchie organizzazioni (fra cui il CERT americano) e numerosi giornalisti hanno annunciato la loro preoccupazione causata dall'utilizzo di Internet Explorer.

Addirittura un giornalista della webzine Slate (che appartiene a Microsoft) incoraggia alla migrazione verso browser alternativi.

Browser come Mozilla, Firefox e Opera, sono infatti meno vulnerabili di quello di Microsoft. Anche se Mozilla ha conosciuto una delle sue prime falle di sicurezza la settimana scorsa, a differenza di Internet Explorer, esse sono meno frequenti e riparate più rapidamente.

Ma probabilmente la sicurezza non è tutto quello che ha spinto molti utenti a migrare verso browser alternativi.

Da parecchi anni, Internet Explorer non ha conosciuto nessun miglioramento. Durante questo tempo, i suoi concorrenti, Mozilla e Opera, hanno introdotto il blocco dei pop-up, le barre di ricerca integrata o la navigazione in schede.

Internet Explorer potrebbe, quindi, pagare duramente anche il prezzo della sua "pigrizia".

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