Disarmo

Lista Disarmo

Archivio pubblico

Anche nell'America di Trump c'è chi rema in senso opposto... anzi è la maggioranza dei cittadini!

Negli Stati Uniti del nucleare di Trump. Sondaggi e contraddizioni

Potrebbe essere uno shock per i numerosi esperti dei mass media che non hanno mai menzionato il Trattato delle Nazioni Unite del 2017 sulla proibizione delle armi nucleari: circa la metà della popolazione americana sostiene l'abolizione del nucleare sulla falsariga di quanto è definito nel Trattato.
30 dicembre 2019

IPPNW Un recente sondaggio dell'emittente televisiva giapponese NHK aveva mostrato evidenti divergenze in tema di nucleare tra i cittadini nipponici e il proprio governo centrale (vedi Sondaggio sul TPNW in Giappone: c’è differenza tra governo e cittadini!). E nell'America di Trump?

Scaturisce da un interessante articolo a firma Laurence Wittner nel sito ufficiale di IPPNW, peaceandhealthblog.com, un risultato simile, corroborato da numerose ricerche svolte negli ultimi anni e riguardanti aspetti della svolta nella politica nucleare, ancor prima dell'avvio dell'amministrazione Trump. Ed ecco qua alcuni risultati.

Luglio 2018: dal Chicago Council on Global Affairs riguardo il ritiro dagli accordi con l'Iran, il 66% degli intervistati ha dato parere negativo.

Febbraio 2019: sempre a cura del Chicago Council, il 54% è risultato contrario al ritiro degli Stati Uniti dal Trattato INF.

Nei primi mesi del 2019 una ricerca simile è stata svolta anche dal Center for International & Security Studies dell'Università del Maryland: qui i due terzi degli intervistati (compresa una maggioranza di Repubblicani) ha espresso negativamente sul ritiro dal Trattato, mentre più dell'80% vorrebbe un'azione del governo per estendere il Trattato New START. In effetti, più di otto intervistati su dieci appoggerebbero la discussione di nuovi trattati sul controllo degli armamenti nucleari con la Russia - un risultato analogo a quanto espresso dal Chicago Council in un sondaggio all'inizio del 2019, secondo cui l'87% degli intervistati americani voleva che gli Stati Uniti e la Russia si assicurassero un ulteriore accordo di limitazione delle armi nucleari.

E potrebbe essere uno shock per i numerosi esperti dei mass media che non hanno mai menzionato il Trattato delle Nazioni Unite del 2017 sulla proibizione delle armi nucleari: circa la metà della popolazione americana sostiene l'abolizione del nucleare sulla falsariga di quanto è definito nel Trattato. Secondo un sondaggio di opinione da parte di YouGov condotto alla fine di settembre 2019, il 49% degli intervistati americani pensava che gli Stati Uniti avrebbero dovuto lavorare con altre nazioni per eliminare tutte le armi nucleari nel mondo. Solo il 32% non era d'accordo, mentre il 19% ha dichiarato di non saperlo.

Ma le minacce - e forse i desideri - di Trump sul "First Use", l'avvio unilaterale di un conflitto atomico? Già nell'agosto del 2016 un sondaggio YouGov/Huffington Post mostrava un 67% assolutamente contrario a che gli Stati Uniti iniziassero un attacco nucleare. E ulteriori resistenze da parte della popolazione sono state espresse da una ricerca simile nella metà del 2019.

Qua l'articolo originale nel sito di IPPNW:  Americans are ready for a different approach to nuclear weapons

E in Italia?

E' di qualche giorno fa la notizia riguardante l'ipotesi di un trasferimento delle testate atomiche presenti in Turchia - tuttora membro della NATO ma con evidenti "tentennamenti" nella sua politica in un possibile allontanamento dall'Occidente - su altri territori dell'Alleanza Atlantica, presumibilmente nella base italiana di Aviano. Poche righe di agenzia, forse neanche arrivate agli occhi dei cittadini.

Ma quant'è la percezione del pericolo atomico da parte degli Italiani? Sarà il caso di promuovere anche da noi qualche sondaggio?

Certo, anche qua in Italia siamo tutti pedine del Risiko pericoloso con cui le grandi potenze vanno giocando. E in più, purtroppo, il ripudio della guerra - che fu chiesto a voce alta dai Padri della nostra Costituzione - non è quasi mai stato parte attiva nelle azioni del nostro governo.

E allora - di nuovo un'utopia? - potrebbe scaturire, di nuovo dal basso, un'azione nonviolenta da tanti di noi - diciamo, magari, una "massa critica" di cittadini consapevoli del dramma entro il quale gli esseri del pianeta vanno via via inghiottiti? Già per altri drammi - l'emergenza climatica, l'arroganza del potere - centinaia di migliaia di anime giovani qua si mobilitano; e se anche sull'atomica si aprissero di nuovo silenziosi pacifici e ampi palcoscenici?

Non vogliamo, no, perdere la speranza.

Articoli correlati

  • Le ultime udienze di Julian Assange e ciò che potrebbero significare per la sua libertà
    CyberCultura
    Mobilitarsi per Julian, per la libertà di stampa e per il nostro Diritto di Sapere

    Le ultime udienze di Julian Assange e ciò che potrebbero significare per la sua libertà

    Il 20-21 febbraio 2024 potrebbero costituire l’ultima occasione per fermare l'estradizione di Julian Assange negli USA dove l'attende in practica l'ergastolo, ha esclamato Stella Assange su Substack, aggiungendo: “Perciò radunatevi fuori dal tribunale alle 8.30 di entrambi i giorni. Ora o mai più.”
    23 dicembre 2023 - Patrick Boylan
  • Disarmo per la giustizia climatica e la salute
    Disarmo

    Disarmo per la giustizia climatica e la salute

    Per la prima volta, l’IPPNW ha inviato una delegazione internazionale ufficiale alla COP28: per garantire che la salute umana e ambientale sia al centro del processo decisionale.
    4 dicembre 2023 - IPPNW
  • Dichiarazione di IPPNW al 2° Meeting degli Stati Parte del Trattato
    Disarmo
    L'intervento alle Nazioni Unite della dott.ssa Sally Ndung’u (Kenya), membro del Board di IPPNW

    Dichiarazione di IPPNW al 2° Meeting degli Stati Parte del Trattato

    A quasi 80 anni dall’inizio dell’era nucleare, siamo sopravvissuti non grazie a leader saggi, o a una solida dottrina militare, o a una tecnologia infallibile, ma grazie alla fortuna.
    30 novembre 2023 - IPPNW
  • Al Segretario Generale delle Nazioni Unite
    Conflitti
    Discorso fortemente criticato da Israele ma che condanna gli orrori generati da entrambe le parti

    Al Segretario Generale delle Nazioni Unite

    Dai Co-Presidenti di IPPNW una lettera di totale appoggio al discorso del Segretario Generale Guterres al Consiglio di Sicurezza del 13 ottobre scorso.
    28 ottobre 2023 - IPPNW
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)