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Il movimento pacifista deve essere capace di chiedere lo stop sul nascere di questo programma

L'Italia è in difficoltà ma la Meloni vuole il caccia di sesta generazione

Stiamo ancora pagando gli F-35, la società è attraversata da proteste di ogni genere, la crisi economica attanaglia i cittadini. E nonostante questo è stato messo in agenda il Combat Air Programme (GCAP) con il caccia di sesta generazione Tempest. Costo 6 miliardi di euro solo nella prima fase.
11 febbraio 2024

Il movimento pacifista ha in questo momento un compito urgente: chiedere di stoppare sul nascere il costosissimo progetto Global Combat Air Programme (GCAP) con il caccia di sesta generazione Tempest.

L'accordo fra Italia, Regno Unito e Giappone

Il governo Meloni si è insediato il 22 ottobre 2022 e già il 9 dicembre 2022 ha firmato la dichiarazione congiunta con Regno Unito e Giappone per annunciare "il Global Combat Air Programme (GCAP), un ambizioso progetto volto allo sviluppo di un aereo da caccia di nuova generazione entro il 2035".  

I costi?

"In totale - si legge sul sito aresdifesa.it - l’Italia intende investire per le fasi di valutazione, analisi, progetto preliminare e sviluppo avanzata un totale di circa sei miliardi di euro".

E dopo queste fasi ci saranno i costi di produzione e acquisto.

L'F-35 salvato dalla Russia

Le criticità emerse da precedenti programmi militari, come l'F-35, ci insegnano che investire in tecnologie militari di "nuova generazione" significa entrare in un tunnel di costi senza fine. L'F-35, originariamente presentato come un'innovazione rivoluzionaria nel settore aeronautico militare, è stato colpito da problemi di eccessivi costi e ritardi.

Scrive il giornalista investigativo Christopher Leonard: "Nel 2021, il costo dell’F-35 era quasi raddoppiato: la spesa complessiva per il progetto, inizialmente stimata in 233 miliardi di dollari per i primi 20 anni, aveva infatti raggiunto i 416 miliardi di dollari. L’F-35 sembrava alla deriva, così come Lockheed Martin. Gli Stati Uniti si erano appena ritirati dall’Afghanistan, sconfitti, e la fine delle “forever wars” dell’America in quel paese e in Iraq faceva pensare che ci fosse meno bisogno di un appaltatore grande come la Lockheed. Nell’ottobre 2021, la Lockheed ha avvertito che le sue prospettive di vendita stavano diminuendo a causa dei bilanci della difesa fermi o in calo. Ma la Russia ha sostanzialmente risolto i problemi di Lockheed con l’invasione dell’Ucraina. I bilanci militari si sono gonfiati. E i dollari della difesa globale hanno iniziato a raccontare una storia in contrasto con la percezione pubblica dell’F-35".

Michael Schmidt, generale dell’Air Force ha affermato che l’aereo non è solo un successo, ma una necessità. “Si tratta di un investimento per assicurarci di essere padroni dei cieli: è l’unico modo per vincere in guerra”.

L'F-35 "massacrato" dal vecchio F-16

Ma si è dimostrato meno efficace del previsto in situazioni di combattimento aereo, mettendo in discussione il suo ruolo come aereo strategico e intercambiabile per ogni missione.

Difesaonline riferisce nel 2015 di un collaudatore che avrebbe dichiarato l'inadeguatezza dell'F-35A nel dogfight (combattimento aereo) contro un F-16. Il caccia di quarta generazione F-16 entrato in servizio alla fine degli anni '70 "avrebbe letteralmente massacrato nel combattimento ravvicinato il caccia di quinta generazione non ancora entrato in servizio". Un F-35 battuto da un vecchio F-16 nel combattimento aereo.

Forse per questo motivo, nonostante gli investimenti ingenti sull'F-35, si sta già pensando a un nuovo programma come il GCAP, che prevede lo sviluppo di un caccia di sesta generazione chiamato Tempest.

Decidere di sviluppare un nuovo aereo proprio adesso che l'F-35 sta cominciando a volare che significato può avere? Semplice: che l'F-35 non è in grado di mantenere le promesse di caccia multiruolo.

Il Tempest mentre paghiamo l'F-35

Il programma del Tempest viene messo in campo, annota Gianni Alioti, "mentre l'Italia continua a spendere per l'evoluzione tecnologica degli Eurofighter e per l'acquisto degli F-35, a oggi quelli già in dotazione sono un terzo dei 90 previsti".

La presentazione del GCAP da parte di Leonardo Spa e dei suoi partner BAE Systems e Mitsubishi Heavy Industries enfatizza i vantaggi tecnologici di questo programma. Il Tempest sembra riempire la falla dell'F-35 emersa nel 2015 quando venne surclassato nel confronto con il vecchio F-16. Il caccia di quinta generazione che perde con il caccia di quarta generazione lascia a questo punto il passo al caccia di sesta generazione. Poi basta una spruzzatina di Intelligenza Artificiale sul Tempest ed ecco che l'F-35 è già obsoleto.

Stop al GCAP

Il GCAP da fermare al G7

Possiamo accettare questa logica mentre la società è attraversata da proteste di ogni genere e la crisi economica attanaglia diverse fasce sociali?

E poi dobbiamo guardare oltre l'aspetto puramente tecnologico del GCAP e considerare anche le implicazioni politiche e geopolitiche di questo programma. In un mondo segnato da tensioni e conflitti, è fondamentale promuovere iniziative che favoriscano la pace e la distensione internazionale anziché alimentare una corsa agli armamenti che potrebbe portare - oltre a un'impennata delle spese militari - a un aumento delle tensioni e delle minacce alla sicurezza globale.

Mentre ci avventuriamo verso il futuro con progetti di riarmo come il GCAP, il movimento pacifista deve fungere da occhio critico e da fonte informativa strategica all'interno della società italiana. Viviamo in un panorama mediatico che non è funzionale alla crescita di un'opinione pubblica informata. E infatti del GCAP non se ne parla proprio. Anche in ambito pacifista, purtroppo, c'è un'attenzione non adeguata al caso. Ma il nostro impegno per promuovere la pace e la distensione internazionale deve porre al centro la questione del programma GCAP per stopparlo subito. Quelle risorse devono essere accantonate per la transizione ecologica e per sanare le ferite che tormentano una società con disuguaglianze crescenti e inaccettabili ingiustizie.

Sarà un tema, quello del riarmo, da porre durante il prossimo vertice del G7 che si svolgerà in Puglia quest'estate dal 13 al 15 giugno.

Note: Il Gcap, futuro sistema aereo da combattimento, definito come il "sistema dei sistemi", opererà nei cinque domini, aria, terra, mare, spazio e cyber, secondo una struttura stellare nella quale il fighter di nuova generazione sarà la "core platform" connessa con altri "sistemi" periferici, pilotati e non pilotati. Una capacità tecnologica, digitale in tutte le sue componenti, in grado di effettuare le missioni in maniera coordinata e sinergica, attraverso l'ausilio di un'infrastruttura di comando e controllo e di comunicazioni, basata su intelligenza artificiale e super calcolo, architettura combat cloud e datalink cyber resilienti, auto-adattabili e superveloci nel trasferimento di elevati volumi di dati. Il Gcap farà da volano per lo sviluppo tecnologico e per la crescita delle economie dei paesi coinvolti, creando posti di lavoro qualificati e sostenendo gli ecosistemi produttivi lungo tutta la catena di approvvigionamento.
ANSA 29.11.2023


Il ministro della Difesa Guido Crosetto è volato a Tokyo per firmare l'accordo sul Global Combat Air Programme (Gcap) insieme a Giappone e Regno Unito. Londra e Roma pronte a sostituire circa 240 jet Eurofighter
Siglato a Tokyo l'accordo tra Italia, Giappone e Regno Unito sul Global Combat Air Programme (Gcap), il progetto ideato per lo sviluppo e la costruzione del caccia del futuro. Il jet supersonico di sesta generazione sostituirà l'attuale Eurofighter Typhoon.

Continua su https://it.euronews.com/2023/12/14/difesa-guido-crosetto-a-tokyo-per-laccordo-sui-caccia-del-futuro

Le intenzioni di Italia, Giappone e Regno Unito sono di “rendere questo velivolo il fulcro di un più ampio sistema di combattimento aereo che opererà in molteplici ambiti” e di garantire che il programma possa diventare “una pietra miliare della sicurezza globale, della stabilità e della prosperità nei decenni a venire”.

Una lettura che non convince, però, gruppi come Rete Italiana Pace e Disarmo che sottolinea come il costo complessivo dell’opera per le sole fasi di ricerca e sviluppo costerà a Roma un investimento da 6 miliardi di euro: “2 miliardi sono già stati approvati dal Parlamento – spiega Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete -, mentre nell’ultimo Documento Programmatico Pluriennale la pianificazione già prevista ammonta a 3,7 miliardi”. Poi, eventualmente, a questo esborso si aggiungerà quello per i costi di acquisizione. “Dopo aver insistito sulla ‘necessità di un caccia Europeo’ (l’Eurofighter), poi di un ‘caccia con standard condivisi Nato che fosse interoperabile’ (gli F35), adesso la proposta riguarda una nuova tipologia di collaborazione che fondamentalmente è solo derivante da logiche e vantaggi industriali, legati alla presenza di Leonardo nel Regno Unito e alla collaborazione con BAE Systems – commenta Vignarca – Si cambia quindi approccio e giustificazione ogni volta perché il vero obiettivo è quello di dare sostegno al comparto militare-industriale“.

Continua su https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/09/il-nuovo-caccia-da-combattimento-del-futuro-di-roma-londra-e-tokyo-solo-ricerca-e-sviluppo-costeranno-allitalia-6-miliardi/6899790/

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