Tre miliardi per aerei-spia: che cosa ci stanno facendo comprare?
Quali tecnologie vendono montate su questi aerei?
Sorveglianza elettronica (SIGINT)
Il termine SIGINT (Signals Intelligence) indica la raccolta e analisi dei segnali elettronici: comunicazioni radio, radar, reti informatiche e telefoniche.
Con questi sistemi, un G550 può:
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intercettare comunicazioni militari nemiche (radio, telefoni, reti digitali);
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individuare le postazioni radar avversarie;
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raccogliere informazioni su movimenti di truppe e mezzi.
Attacco elettronico (EA)
Il Electronic Attack (EA) serve a disturbare o paralizzare i sistemi elettronici del nemico. I G550 EA possono:
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lanciare attacchi di disturbo (jamming) contro radar, GPS e comunicazioni nemiche;
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ingannare i sistemi avversari con falsi segnali (spoofing);
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creare “nebbia elettronica” per proteggere le proprie truppe o velivoli.
Comando e controllo aereo (CAEW)
Il CAEW (Conformal Airborne Early Warning) consente di:
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coordinare operazioni militari dal cielo;
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fungere da centro comando mobile che comunica in tempo reale con navi, aerei, forze di terra;
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sorvegliare aree molto vaste anche in tempo di pace, in funzione NATO o “multi-agenzia”.
Test e sviluppo (velivolo laboratorio)
Uno dei G550 sarà dedicato a testare nuovi sistemi elettronici sviluppati in Italia, in particolare da Leonardo ed ELT Group.
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Sarà un banco prova volante per sperimentare nuove tecnologie militari.
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Permetterà all’industria italiana di perfezionare prodotti esportabili o integrabili nella NATO.
Questi aerei, che normalmente vengono usati come jet di lusso per manager o personalità, vengono modificati con tecnologie avanzate di spionaggio e guerra elettronica. L’obiettivo è trasformarli in piattaforme capaci di raccogliere informazioni militari, controllare scenari di guerra, e persino disturbare le comunicazioni nemiche. Si parla di “multi-sensori”, “missioni complesse”, “ricognizione elettronica”. Parole difficili, che nascondono una realtà semplice: si stanno potenziando strumenti pensati per le guerre del futuro.
Il documento ufficiale del Senato della Repubblica (link qui) spiega che tutto questo sarà utile per affrontare “nuove minacce”. Ma quali minacce? E soprattutto: la risposta giusta è davvero investire in strumenti militari sempre più costosi e sofisticati?
Il programma è diviso in tre fasi, partite nel 2020. Finora sono già stati spesi oltre 2,1 miliardi di euro, e altri quasi 1 miliardo sono in arrivo. Le attività di trasformazione degli aerei si svolgono a Pratica di Mare, una base militare vicino Roma, che verrà anch’essa ristrutturata con fondi pubblici per accogliere questi nuovi mezzi.
Infrastrutture a terra
Il programma non si limita agli aerei. Include:
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hangar, piazzole, sale operative a Pratica di Mare;
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simulatori di volo e di missione per addestrare piloti e tecnici;
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una "Cittadella ISTAR", ossia un polo integrato per la gestione delle informazioni militari (ISTAR = Intelligence, Surveillance, Target Acquisition, Reconnaissance).
Secondo i documenti, i velivoli serviranno per supportare operazioni dell’esercito, della marina, dell’aeronautica e anche operazioni multi-agenzia, cioè missioni complesse che coinvolgono più attori, anche civili. Ma in che modo tutto questo migliora la vita dei cittadini?
Il rischio è che si stia preparando il nostro Paese a un futuro sempre più militarizzato che drena risorse dall'ambito civile per dirottarlo in quello militare.
28/04/2025 | PIETRO BATACCHI
Come si apprende dallo schema di decreto ministeriale inviato in Parlamento, nell’ambito del grande programma di acquisizione delle nuove piattaforme da spionaggio (SIGINT), comando e controllo aeroportato (CAEW) e attacco elettronico (EA), l’Italia acquisterà un ulteriore G550 da destinarsi esclusivamente alla ricerca, sviluppo e testing di nuove funzionalità sviluppate dall'industria nazionale. Un test bed nazionale, parrebbe di capire, per la valutazione di sistemi realizzati dall’industria nazionale, Leonardo piuttosto che ELT Group.
La scheda in questione riguarda la terza fase del programma, del valore complessivo di 1,632 miliardi di euro, di cui 638 milioni di euro già stanziati, che prevede la progressiva implementazione delle modifiche operative richieste al fine di portare la flotta dei Gulfstream G550 “speciali” al completo standard operativo FMC (Full Mission Capability). In particolare, con il finanziamento da 638 milioni di euro già allocato, verranno completate le attività di trasformazione su 4 velivoli e garantito il supporto logistico iniziale per i velivoli in configurazione FMC. Con i restanti 994,1 milioni di euro verranno implementate le modifiche anche sui velivoli restanti (che, a questo punto, dovrebbero essere 2) e completato il programma: ivi inclusa l'acquisizione del velivolo citato in apertura del presente approfondimento; l’ultimazione della Cittadella ISTAR, con le relative infrastrutture e infostrutture (hangar, shelter, palazzine SAP, predisposizioni di sicurezza, connettività satellitare ecc.), compresa l'eventuale palazzina che ospiterà il simulatore; l’acquisizione di un simulatore full motion del velivolo della famiglia G550/G650 per l'addestramento dei piloti e l'aggiornamento dell'attuale simulatore mission system per l'addestramento degli operatori di missione.
Ricordiamo che, a regime, la Difesa italiana disporrà di una flotta di 10 G550 “speciali” in configurazione CAEW, SIGINT e EA.
Fonte https://www.rid.it/shownews/7267/l-rsquo-italia-acquistera-un-ulteriore-g550-con-sistemi-sigint-e-di-attacco-elettronico-nazionali
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