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Gli operai decidono di sospendere la protesta in attesa del verdetto del ministero

Marghera: rientra il blocco delle produzioni

Dopo venti giorni di «minimo tecnico» si torna alla normalità. L’assemblea dei lavoratori ha deciso di sospendere la lotta che ha ridotto al «minimo tecnico» delle produzioni per oltre venti giorni.
14 dicembre 2007
Fonte: La Nuova Venezia

Marghera MARGHERA. Dalle 22 di ieri il Petrolchimico ha ripreso a produrre a carico normale. L’assemblea dei lavoratori ha deciso di sospendere la lotta che ha ridotto al «minimo tecnico» delle produzioni per oltre venti giorni. Già mercoledì sera i sindacati nazionali avevano sottoscritto, con Eni, l’impegno a porre fine alla lotta del «minimo tecnico».

L’Eni ha così deciso di far rientrare già da oggi i 300 cassintegrati dei petrolchimici di Ferrara e Mantova (che non ricevevano materia prima da Marghera) e di non decurtare le tredicesime per le «ore improduttive». I sindacati, però, sono pronti a riprendere lo stato di agitazione se prima di Natale non ci sarà la certezza dell’autorizzazione ministeriale attesa da Ineos. Oggi incontro al ministero per Montefibre.

Scongiurato il rischio di un black out totale dei petrolchimici di tutta l’area padana, con le tredicesime «tagliate» e centinaia di lavoratori in cassa integrazione. Uno scenario drammatico che gli stessi sindacati nazionali, avevano deciso di scongiurare già mercoledì sera, dopo la manifestazione al ministero dell’Ambiente, durante un incontro con i dirigenti di Eni.

Ma se prima di Natale - come promesso dal presidente Prodi e ribadito l’altro ieri alla delegazione sindacale ricevuta al ministero dell’Ambiente -, non arriverà il parere della Commissione nazionale Via sul progetto di Ineos per l’aumento della produzione di cvm e pvc; i sindacati sono pronti a riprendere lo stato di agitazione, con il progressivo ritorno al «minimo tecnico».

Se poi, il parere di compatibilità ambientale del progetto di Ineos sarà negativo, passeranno alla già minacciata fermata totale di tutti i cicli produttivi, a Marghera e agli altri petrolchimici collegati via pipelines.

«Le lotte attuate in queste settimane - recita il comunicato dei sindacati di categoria, approvato dall’assemblea dei lavoratori tenutasi ieri pomeriggio in Capannone a Marghera - hanno consentito di riportare la questione della concessione delle autorizzazioni al centro del dibattito in sede nazionale, messo in luce come il problema della mancata autorizzazione al bilanciamento di cvm e pvc, si accompagna ad altre situazioni similari negli altri petrolchimici italiani». «Va accolta con favore - aggiunge il comunicato - la disponibilità ad un incontro con il ministro dell’Ambiente, annunciato nella settimana tra il 7 e l’11 gennaio».

Il comunicato sindacale votato alla quasi unanimità dai lavoratori presenti all’assemblea, ricorda anche che le «iniziative vertenziali fin qui adottate» hanno consentito di riaprire un tavolo con Solvay e con Montefibre al ministero e «hanno portato all’attenzione complessiva della politica ai grandi problemi della chimica attraverso un tavolo alla Presidenza del Consiglio da attivarsi, secondo gli impegni presi da Prodi, entro la fine di quest’anno».

Oggi al ministero dello Sviluppo, tocca a Montefibre presentare - come promesso nel precedente incontro - il piano industriale che dovrebbe chiarire quanti dei 145 lavoratori in cassa integrazione da un mese, potranno rientrare al lavoro e quando. Montefibre, già fortemente indebitata, non è in grado di sostenere la concorrenza e i prezzi delle materie prime nel settore delle fibre acriliche. Per questo ha messo in cassa integrazione quasi metà dei dipendenti e sembra intenzionata a non riavviare più la produzione di fibre acriliche.

L’unica possibilità di evitare «tagli» di personale - come ha confermato di voler fare, invece, Solvay - è lo sviluppo della joint-venture costituita da Montefibre insieme ad una società di diritto, con sede in Lussemburgo. L’alleanza con questa società e un referente russo, dovrebbe permettere a Montefibre, di investire nell’acquisto di nuovi macchinari per produrre e vendere un nuovo prodotto, precursore delle fibre al carbonio, al posto delle fibre acriliche.

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