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Ferriera, Illy contestato attacca il Comune

Una cinquantina di servolani con mascherine antismog ha disturbato la manifestazione dei Cittadini alla Stazione marittima. Il governatore: «Rispetto la legge, fa demagogia chi predica di chiudere lo stabilimento». La replica di Dipiazza: «Ricorreremo al Tar contro l’autorizzazione della giunta regionale»
2 febbraio 2008
Giuseppe Palladini
Fonte: Il Piccolo di Trieste

Ferriera Lucchini L’ intricato problema della Ferriera è esploso ieri pomeriggio alla manifestazione «Trieste capitale», organizzata dai Cittadini per il presidente alla Stazione marittima. Una cinquantina di abitanti del rione ha inscenato una protesta per le mancate misure contro l’inquinamento causato dagli impianti siderurgici, interrompendo i vari relatori. Indossando mascherine antismog, i contestatori hanno ripetutamente interrotto la relazione introduttiva del consigliere regionale Paselli, simulando rumorosi colpi di tosse e applaudendo ironicamente i relatori.

Il presidente della Regione Illy, salito sul palco, ha definito chi contestava «una minoranza che rischia di buttare a mare la democrazia», affermando poi che «la demagogia la fa chi governa il Comune, predicando ogni volta di chiudere la Ferriera». Quanto alla possibile soluzione del complesso problema, Illy ha detto di non conoscere «altre vie oltre al rispetto delle leggi. I contestatori possono fare quello che vogliono, ma una decisione demagogica contro le leggi non la farò mai. Conviene ascoltare, e con il tempo e i mezzi democratici ci sarà una soluzione».

Chiamato in causa da Illy, il sindaco Dipiazza ha replicato senza mezzi termini: «Il rilascio di un’autorizzazione integrata ”politica” – ha dichiarato – è una macchia indelebile di questa giunta regionale. La legge dice che non si può rilasciare il certificato Aia per una zona inquinata, e più inquinata della Ferriera... In base a questa legge il Comune sta predisponendo un ricorso al Tar contro l’autorizzazione della Regione».

Ribadendo che la Ferriera non è lo sviluppo della città, Dipiazza ha poi sostenuto che «lo stabilimento è vecchio ed è tenuto in piedi solo perchè l’azienda non vuole accollarsi il problema del risanamento ambientale. Chi difende lo stabilimento dà la colpa al sindaco, ma intanto la gente non riesce a respirare».

Ricordando infine di disporre di precisi dati sull’inquinamento, il sindaco ha affermato che «dopo che per sette anni ogni giorno sui media si è parlato delle polveri sottili oltre i limiti, improvvisamente a Trieste l’aria è divenuta respirabile, non ci sono più sforamenti. Chi è – si è chiesto – che dà 22 milioni all’anno all’Arpa, se non la Regione? La cosa puzza. Sto pensando di fare un esposto alla Procura. E’ vergognoso che questa Regione riesca a tappare la bocca a tutti».

Che gli abitanti di Servola non ne possano più è peraltro un dato di fatto. Lo ha ribadito, a margine della contestazione, uno dei residenti, Andrea Nassimbeni. «Chiediamo scusa per la nostra protesta – ha dichiarato – ma siamo assolutamente esasperati per la situazione in cui siamo costretti a vivere. Di giorno – ha spiegato – la Ferriera butta fuori poco, di notte invece molto di più».

Nassimbeni ha comunque riconosciuto che una soluzione passa solo attraverso l’impegno comune: «Lavoratori e sindacati devono rendersi conto che quando i contributi Cip6 (introiti che l’azienda riceve dallo stato per l’energia elettrica prodotta, ndr) non ci saranno più, la Ferriera chiuderà e la gente si troverà sulla strada. Bisogna lavorare adesso per individuare una soluzione».

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