Il sorriso 'ricciolo' di Vincenzo Mero e il sogno del pastore scientifico
La professoressa Enza Tommaselli ha scritto un post su Facebook il 24 gennaio 2019 per ricordare un suo alunno morto da un mese in età giovanissima. Affari italiani ha subito ripreso questa storia tragica.
Enza Tommaselli scrive:
Spesso mi piace chiedere ai ragazzi delle prime classi, quali sono i loro sogni e i loro progetti di vita. Circa sei anni fa, un ragazzo dallo sguardo vivace e attento, con tanti riccioli neri sulla fronte e la pelle ancora baciata dal sole, mi rispose con una certezza disarmante: "Io voglio fare il pastore, ma voglio anche studiare affinché possa migliorarlo rendendolo più conosciuto e amato! "
Una risposta che non dimenticherò mai e che mi fece capire che ero davanti ad un ragazzo davvero speciale, Vincenzo Mero!
Incominciammo cosi a condividere progetti meravigliosi, dove lui era sempre attento e presente, diventando sempre più autonomo, finché incominciò, per suo interesse, insieme al suo grande amico Alessandro, ad approfondire lo studio delle piante della macchia mediterranea e di tutte le costruzioni in pietra che trovava nei percorsi del suo gregge, cisterne, frantoi, masserie. Dopo qualche mese mi portò il suo primo capolavoro, un power point dove la pastorizia, insieme al territorio, diventavano il cardine di una nuova economia che attraverso percorsi segnati dal gregge, permetteva un turismo capace di coinvolgere tanta gente. Quando vidi quell'elaborato rimasi a bocca aperta, un ragazzo di 14 anni aveva in maniera essenziale e vera costruito una grande idea, che si trasformò nella famosa "Giornata da Pastore".
E poi, nella primavera dello scorso anno la notizia assurda, quella a cui si fa fatica a credere, inizia la malattia di Vincenzo. Una malattia che lo porta in Ospedale, ma che non gli leva il sorriso e accanto ai suoi familiari e alla sua amata fidanzata affronta con una forza ed una serenità incredibili il suo difficile percorso. Ogni volta lui confortava tutti con un "Ce la farò!" Si partiva dalla abitazione della famiglia, posta nella zona alta di Rocca, con il vicino ovile che accoglieva capre ioniche dalle lunghe orecchie e il muso montonino, e da li, seguendo i ritmi lenti del gregge, andavamo nella vicina pineta di Faggiano e poi nella zona calcarea ricca di profumatissimo mirto e coloratissima ginestra. Tappa finale la masseria dello zio, dove felice Vincenzo, mostrava tutti gli animali in libertà e insieme allo zio, i segreti caseari. Momenti bucolici, quasi irreali nella loro Gioia, dove si respirava un'aria di felicità perché il grande attore, Vincenzo realizzava il suo sogno, accanto al suo orgogliosissimo papà Michele!
A settembre, sempre in Ospedale affronta gli esami di maturità, in una sezione programmata per lui, perché Vincenzo non voleva che la malattia gli potesse impedire di avere il suo desiderato diploma, non voleva che la malattia potesse levare tempo ai suoi sogni!
A distanza di un mese dalla sua terribile perdita, ho raccontato questa storia, la storia di Vincenzo, perché merita di essere conosciuta, perché Vincenzo rimane un faro di luce per come ha vissuto i suoi pochi anni, in modo sereno, determinato, ricco di valori, riuscendo a regalare a tutti tanta positività.E ci credeva Vincenzo, come ci credevamo tutti, e invece, il destino aveva scelto diversamente!
Potrei raccontare ancora tanto di chi era Vincenzo, di tanti episodi frutto della sua generosità, del suo garbo, della sua saggezza, ma forse avete intuito che un Angelo ha sfiorato la terra!
Ciao Vincenzo, ti ricorderò sempre con il tuo sorriso!
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