Noam Chomsky sugli attentati negli Stati Uniti

14 settembre 2001
Noam Chomsky
Questi attacchi terroristici sono gravi atrocità. Per proporzioni, forse non raggiungono il livello di molte altre, ad esempio, i bombardamenti di Clinton in Sudan senza un pretesto credibile, che hanno distrutto metà delle scorte farmaceutiche del paese, uccidendo un numero sconosciuto di persone (nessuno sa quante, perché gli USA hanno bloccato un’inchiesta delle Nazioni Unite e a nessuno interessa portarla avanti). Per non parlare di casi ancora peggiori, che tornano facilmente alla memoria. Ma che questo sia un crimine orrendo è fuori da ogni dubbio. Le vittime principali, come al solito, sono lavoratori: addetti alle pulizie, segretari, vigili del fuoco, ecc. È probabile che questo evento colpirà in modo devastante i palestinesi ed altri popoli poveri ed oppressi. È altresì probabile che porterà a severi controlli di sicurezza, con molte ramificazioni possibili per mettere a repentaglio le libertà civili e l’autodeterminazione interna.

Gli eventi rivelano drammaticamente la stupidità del progetto di “difesa missilistica”. Com’è evidente da sempre, e com’è stato rilevato a più riprese dagli analisti strategici, se qualcuno vuole causare danni ingenti negli USA, anche usando armi per la distruzione di massa, è assai improbabile che questo qualcuno intraprenda un attacco missilistico, visto che in questo modo si guadagnerebbe una distruzione immediata. Ci sono innumerevoli modi più semplici che sono praticamente inarrestabili. Ma gli eventi di oggi, molto probabilmente, saranno sfruttati per incrementare le pressioni per lo sviluppo e l’attuazione di questi sistemi. La “difesa” non è che una debole copertura per piani di militarizzazione dello spazio, e se si è bravi nelle pubbliche relazioni, anche le argomentazioni più inconsistenti avranno parecchia rilevanza agli occhi di un pubblico terrorizzato.

In poche parole, questo crimine è un regalo fatto alla destra radical-sciovinista, a quanti sperano di usare la forza per controllare i loro ambiti di competenza. Questo anche mettendo da parte le probabili azioni statunitensi e ciò che esse scateneranno - forse altri attacchi di questo tipo, magari anche più gravi. Abbiamo davanti a noi prospettive ancora più inquietanti di quanto non potesse apparire prima di queste ultime atrocità.

Quanto alla nostra reazione, abbiamo una scelta. Possiamo esprimere un legittimo orrore; possiamo cercare di capire che cosa possa aver portato a questi crimini, il che significa sforzarsi di entrare nelle menti dei probabili attentatori. Se scegliamo quest’ultima via, non possiamo fare nulla di meglio, credo, che prestare ascolto alle parole di Robert Fisk, che più di chiunque altro ha una conoscenza diretta ed approfondita degli affari di quella regione, dopo molti anni di encomiabile attività giornalistica. Descrivendo “La malvagità e la raccapricciante crudeltà di un popolo schiacciato ed umiliato”, Fisk scrive che “questa non è la guerra della democrazia contro il terrorismo, come al mondo intero sarà chiesto di credere nei prossimi giorni. Si tratta anche di missili statunitensi che distruggono abitazioni palestinesi, di elicotteri USA che hanno lanciato missili su di un’ambulanza libanese nel 1996, di bombe statunitensi che hanno devastato un villaggio di nome Qana, ed è in gioco anche una milizia libanese - che riceve finanziamenti e divise da un alleato degli Stati Uniti, Israele - e che va seminando distruzioni, violenze carnali e morte per i campi profughi”. E ci sono molte altre cose. Anche in questo caso, abbiamo una scelta: possiamo cercare di capire, oppure rifiutarci di farlo, contribuendo ad aumentare le probabilità che ci attenda, per il futuro, qualcosa di ancora più atroce.

Noam Chomsky

(Traduzione dall’americano di Sabrina Fusari)

Ringraziamo sentitamente l'autore, Noam Chomsky, per averci fatto pervenire questa dichiarazione, dandoci il consenso di pubblicarne gratuitamente testo e traduzione italiana.

Originale

WTC Statement

The terrorist attacks were major atrocities. In scale they may not reach the level of many others, for example, Clinton's bombing of the Sudan with no credible pretext, destroying half its pharmaceutical supplies and killing unknown numbers of people (no one knows, because the US blocked an inquiry at the UN and no one cares to pursue it). Not to speak of much worse cases, which easily come to mind. But that this was a horrendous crime is not in doubt. The primary victims, as usual, were working people: janitors, secretaries, firemen, etc. It is likely to prove to be a crushing blow to Palestinians and other poor and oppressed people. It is also likely to lead to harsh security controls, with many possible ramifications for undermining civil liberties and internal freedom.

The events reveal, dramatically, the foolishness of the project of "missile defense." As has been obvious all along, and pointed out repeatedly by strategic analysts, if anyone wants to cause immense damage in the US, including weapons of mass destruction, they are highly unlikely to launch a missile attack, thus guaranteeing their immediate destruction. There are innumerable easier ways that are basically unstoppable. But today's events will, very likely, be exploited to increase the pressure to develop these systems and put them into place. "Defense" is a thin cover for plans for militarization of space, and with good PR, even the flimsiest arguments will carry some weight among a frightened public.

In short, the crime is a gift to the hard jingoist right, those who hope to use force to control their domains. That is even putting aside the likely US actions, and what they will trigger -- possibly more attacks like this one, or worse. The prospects ahead are even more ominous than they appeared to be before the latest atrocities.

As to how to react, we have a choice. We can express justified horror; we can seek to understand what may have led to the crimes, which means making an effort to enter the minds of the likely perpetrators. If we choose the latter course, we can do no better, I think, than to listen to the words of Robert Fisk, whose direct knowledge and insight into affairs of the region is unmatched after many years of distinguished reporting. Describing "The wickedness and awesome cruelty of a crushed and humiliated people," he writes that "this is not the war of democracy versus terror that the world will be asked to believe in the coming days. It is also about American missiles smashing into Palestinian homes and US helicopters firing missiles into a Lebanese ambulance in 1996 and American shells crashing into a village called Qana and about a Lebanese militia ­ paid and uniformed by America's Israeli ally ­ hacking and raping and murdering their way through refugee camps." And much more. Again, we have a choice: we may try to understand, or refuse to do so, contributing to the likelihood that much worse lies ahead.

Noam Chomsky

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