Appello all'Europa per i diritti dei migranti e per una cittadinanza europea di residenza
7 ottobre 2006
IN EUROPA E OLTRE
"In nome della lotta all’immigrazione clandestina, i governi adottano misure poliziesche repressive ed estendono le frontiere delle nazioni ricche attraverso i centri di detenzione, le espulsioni e la selezione della forza lavoro" (dall’Appello di Bamako/Mali al Polycentric World social Forum, gennaio 2006)
Mentre il regime Europeo di governo delle migrazioni produce clandestinità, oggi l’istituzione di centri di detenzione e altri strumenti di controllo nei paesi africani e dell’Europa dell’Est (la loro esternalizzazione) costituisce una delle principali misure adottate dalle autorità europee contro i continui movimenti e le lotte dei migranti.
Quando migliaia di migranti e rifugiati collettivamente hanno attraversato i recinti di frontiera delle enclaves spagnole di Ceuta e Melilla nell’ottobre dello scorso anno, le cruciali rivendicazioni per la libertà di movimento e uguali diritti sono state chiaramente portate alla pubblica attenzione, almeno per un momento. Le reazioni disumane e barbare, gli spari a morte e le deportazioni di massa nel deserto rispecchiano il crescente livello di conflitto e la crisi del regime europeo di governo delle migrazioni.
Ma c’è un processo in atto che mina alle fondamenta questo regime – non solo dall’esterno dei confini, ma anche dall’interno. Attraverso tutta l’Europa, ogni giorno, vediamo lotte sociali e politiche, proteste e campagne contro i campi e le deportazioni, per il diritto d’asilo per le donne e gli uomini, per la legalizzazione, per una cittadinanza europea di residenza e contro lo sfruttamento del lavoro migrante. E queste lotte vanno molto oltre ogni ristretta concezione dell’identità europea.
Il nostro nuovo appello condiviso per una giornata comune di lotta si riferisce non solo alle mobilitazioni del 31 gennaio 2004 e del 2 aprile 2005, quando la prima e la seconda giornata di azione e lotta dei migranti hanno avuto luogo in più di 50 città in tutta Europa. Al Forum Sociale di Atene, nel maggio 2006, la questione delle migrazioni per la prima volta ha avuto un proprio asse tematico. Una rete crescente di realtà legate alle questioni dei migranti ha deciso, nell’assemblea finale, di fare un passo avanti e coordinare ancora una volta l’iniziativa per il 7 ottobre.
Tenendo in considerazione le specifiche condizioni e circostanze regionali e nazionali delle varie lotte, la terza giornata di lotta dei migranti vuole costruire un livello di resistenza europeo e transnazionale. La nostra mobilitazione sarà un primo passo verso un’attività centrale su scala europea nella prospettiva di sviluppare l’idea di una manifestazione comune nel 2007, sia a Bruxelles o in qualunque altro luogo politicamente rilevante. Il nostro intento è quello di rivolgerci all’Europa nel suo complesso, non solo ai governi nazionali.
Inoltre, la scelta della data di ottobre serve a ricordare gli eventi avvenuti a Ceuta e Melilla nel 2005. Faremo uno sforzo particolare nella costruzione della cooperazione con le iniziative in Africa: una giornata di azioni in contemporanea tra le città Europee e Africane a ottobre aiuterebbe a promuovere un asse sulle migrazioni nel prossimo Forum Sociale Mondiale, che avrà luogo a Nairobi (Kenia) nel gennaio 2007. Questo corrisponde a quanto indicato dall’appello di Bamako: "nel periodo tra il Forum di Bamako e quello di Nairobi, proponiamo un anno di mobilitazione internazionale in difesa del diritto di ognuno di circolare liberamente e di determinare il proprio destino […] proponiamo una giornata internazionale di mobilitazione che possa avere luogo in luoghi simbolo delle frontiere (aeroporti, centri di detenzione, ambasciate ecc…)".
Soprattutto, vogliamo sottolineare con forza la dimensione globale delle lotte dei migranti oggi. Per questo intendiamo connettere la nostra giornata di lotta con le iniziative e le mobilitazioni di massa del movimento americano dei migranti che avranno luogo in futuro.
La terza giornata di lotta sarà diretta contro la negazione dei diritti e la criminalizzazione dei migranti e contro ogni regime di controllo delle migrazioni, articolando rivendicazioni chiare all’interno delle parole d’ordine
LIBERTA’ DI MOVIMENTO E DIRITTO DI RESTARE:
- per una legalizzazione senza condizioni e uguali diritti per i migranti in tutta Europa
- per la chiusura di tutti i centri di detenzione in Europa e ovunque
- per la fine di tutte le deportazioni e del processo di esternalizzazione
- per la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, contro la precarietà
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