Dal Cile un inno contro la violenza di genere
«E la colpa non era mia, né di dove mi trovavo, né di com’ero vestita. Lo Stato oppressone è un maschio stupratore.»
Questo è il grido che riecheggiava nella piazza di Santiago, il 25 novembre, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Centinaia di donne sono scese in piazza, compatte, con una benda nera sugli occhi, per denunciare a suon di musica gli abusi, le violenze sessuali e le torture perpetrati da chi dovrebbe difenderle: la polizia; da chi dovrebbe far valere i loro diritti: la giustizia.
Tutto questo accade ‒ accusano nel loro flash mob ‒ sotto lo sguardo di uno Stato connivente e maschilista.
I numeri: secondo l’Istituto Nazionale dei Diritti Umani (INDH) del Cile, dall’inizio delle manifestazioni di protesta nel Paese, le denunce di abusi e violenza sessuale sono addirittura quadruplicate, rispetto agli ultimi nove anni, mentre i casi di tortura sono raddoppiati.
Un violador en tu camino (Uno stupratore sul tuo cammino, NdT) è questo il titolo delle strofe di denuncia composte dal gruppo femminista cileno LASTESIS (che vi invitiamo a seguire nel loro profilo Instagram a partire da questo video), è presto diventato un inno che ha fatto non solo il giro del Cile ma del mondo, oltrepassando i confini sudamericani per arrivare sino in Francia, Germania, Austria e altri Stati europei.
Di seguito la nostra traduzione:
Il patriarcato è un giudice,
che ci giudica per essere nate.
E il nostro castigo
è la violenza invisibile.
Il patriarcato è un giudice,
che ci giudica per essere nate.
E il nostro castigo
è la violenza che ora vedi.
È femminicidio,
impunità per il mio assassino!
È la scomparsa.
È lo stupro.
E la colpa non era mia,
né di dove mi trovavo,
né di com’ero vestita;
e la colpa non era mia,
né di dove mi trovavo,
né di com’ero vestita;
e la colpa non era mia,
né di dove mi trovavo,
né di com’ero vestita;
e la colpa non era mia,
né di dove mi trovavo,
né di com’ero vestita.
Lo stupratore eri tu.
Lo stupratore sei tu.
Sono i poliziotti.
I giudici.
Lo Stato.
Il Presidente.
Lo Stato oppressore
è un maschio stupratore!
Lo Stato oppressore
è un maschio stupratore!
Lo stupratore eri tu.
Infine, come già accennato, no: la protesta non si è fermata in Cile. Questa è la mappa parziale degli identici flash mob di cui si ha notizia.
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