6-8 Maggio a Marsiglia: Invito a partecipare ad un gruppo di lavoro internazionale delle Televisioni Libere

6 maggio 2006

INVITO A PARTECIPARE AD UN GRUPPO DI LAVORO INTERNAZIONALE
DELLE TELEVISIONI LIBERE
DAL 6 ALL'8 MAGGIO 2006,
A MARSIGLIA - FRANCIA

NEL QUADRO DEGLI INCONTRI TRA I MEDIA ASSOCIATIVI E ALTERNATIVI DI MARSIGLIA- FRANCIA
CHE SI TERRANNO IN OCCASIONE DEGLI STATI GENERALI PER IL PLURALISMO DEI MEDIA E DELL'INFORMAZIONE

Ciao a tutti,
Abbiamo finalmente trovato l'occasione per invitarvi in Francia a partecipare ad un grande gruppo di lavoro delle televisioni libere, democratiche, alternative, di pubblico utilizzo, comunitarie, popolari, locali, di comunicazione sociale, ecc…, emittenti del terzo settore audiovisivo, vale a dire tutte le televisioni veramente indipendenti, non imprenditoriali, non commerciali, a scopi non lucrativi, di contro-potere, di resistenza, di libero pensiero, al servizio della gente, ecc… la definizione varia da un paese all'altro, ma lo scopo è lo stesso: la democratizzazione dell'accesso alla televisione, l'appropriazione democratica della televisione da parte della società civile, il pluralismo, la libertà dell'informazione e della creazione, la resistenza all'ordine imprenditoriale nei settori della cultura e dell'informazione.

La nostra speranza è che partecipiate numerosi, per poter, finalmente, così conoscerci meglio, meglio condividere le nostre esperienze e meglio organizzarci a livello internazionale per fare avanzare il movimento per la creazione di emittenti libere locali e nazionali dappertutto nel mondo.

Troverete in allegato il testo dell'Appello generale per il Pluralismo che circola in Francia in questo periodo e che riguarda tutti i media, tutti coloro che lavorano per i media e tutti coloro che sono utenti dei media (non solamente dei media liberi). Questa grande iniziativa unitaria serve da quadro generale per l'incontro particolare a cui vi invitiamo.

Tutte le informazioni riguardanti la preparazione e l'organizzazione di questo incontro saranno diffuse sulla mailing list "freetvnetwork", che è una lista di scambio non moderato, dedicata alle televisioni libere, dove ogni persona iscritta può inviare dei mail a tutte le altre. Se non vi siete ancora iscritti e intendete farlo, basta comunicarcelo inviando un mail a mcjesus@club-internet.fr. Se invece intendete disiscrivervi, mandate ugualmente un mail per comunicarcelo.

Potrete chiaramente trasmettere questo invito a tutte le emittenti libere che conoscete, chiedendo di inviarci un mail se desiderano essere iscritte sulla mailing list "freetvnetwork"

Tutte le vostre domande, suggerimenti, contributi sono benvenuti. Questo gruppo di lavoro internazionale di tele libere non è che una struttura d'accoglienza, senza a priori né veti, e la organizzeremo insieme affinché ognuno si senta a proprio agio e tutto l'insieme delle vostre attese sia preso in considerazione.

Nell'attesa di incontrarvi a Marsiglia, vi auguriamo tanto successo nelle vostre battaglie!!!
A prestissimo,

Manue e Michel
pour tutta l'équipe di Zalea TV

Zalea TV - Francia
http://www.zalea.org
e-mail generale : info@zalea.org

NESSUNA LIBERTÀ SENZA MEDIA LIBERI
NESSUN PLURALISMO SENZA TELEVISIONI LIBERE
NESSUNA DEMOCRAZIA SENZA DEMOCRAZIA AUDIOVISIVA.
NESSUN ALTRO MONDO POSSIBILE SENZA UN'ALTRA TELEVISIONE


Appello agli
Stati Generali per un'informazione e per dei media pluralisti

Ci rivolgiamo a tutti i cittadini che vogliono un'informazione indipendente e pluralista, ai giornalisti, creatori e lavoratori dei media, agli attori dei media associativi, agli intermittenti ed ai precari di tutti i mestieri dell'informazione e della cultura, ai militanti e responsabili dei movimenti sindacali, associativi e politici, ai movimenti di educazione popolare, a tutte e a tutti coloro che vogliono resistere alla mercificazione dell'informazione e della cultura.

Affinché si svolgano, sia a livello locale che nazionale, gli Stati Generali per un'informazione e per dei media pluralisti

Perché Stati Generali?

1. Per adempiere alla loro funzione democratica, i media dovrebbero essere sottratti al controllo diretto dei poteri economici e politici. Questo non è evidentemente il caso né dei media privati, né dei media pubblici. Le logiche imprenditoriali che prevalgono nei primi, hanno ormai conquistato anche i secondi, al punto che il settore pubblico sembra dovere il suo mantenimento all'iterarsi della sua dipendenza politica.
La concentrazione dei media, votati a dei gruppi legati a imperi industriali, a fondi pensionistici ed al settore bancario il cui principale obiettivo è rispondere alle attese dei loro azionisti,
compromette gravemente la qualità e la diversità dell'informazione, dell'intrattenimento e della cultura;
incita la parte della stampa che non dipende direttamente dai gruppi più potenti a battersi contro di loro con le stesse armi e sullo stesso terreno;
sostiene una corsa verso la redditività che si traduce nella precarizzazione vertiginosa dei mestieri dell'informazione e della cultura, nella subordinazione crescente dei giornalisti alle loro gerarchie, nella subordinazione sempre più stretta dei programmi e di tutti i produttori d'informazione e cultura agli imperativi imposti dai diffusori e dai pubblicitari.
Attori della mondializzazione liberale e della deriva ultraliberale dell'Europa, la maggior parte dei grandi media ne sono, per mezzo di editorialisti e cronisti interposti, i propagandisti.
Tutto ciò a disprezzo della diversità delle opinioni e delle aspirazioni dei loro lettori, ascoltatori e telespettatori. Ma quando il pluralismo è mutilato, è la democrazia che deperisce.

Il settore pubblico dell'audiovisivo non fa eccezione, al contrario. Sottomesso alla pubblicità, poiché il finanziamento pubblico è insufficiente, si costringe, di fronte a canali ed emittenti private, a far loro concorrenza con le armi commerciali della corsa all'"audience" immediata. Posto sotto la tutela della maggioranza politica del momento, ne subisce direttamente le pressioni e le manipolazioni periodiche. Come potrebbe, in tali condizioni, adempiere al suo ruolo di servizio pubblico?

2. I poteri pubblici, lontani dal garantire la pari opportunità di accesso ai media, il pluralismo dell'informazione e l'indipendenza dei giornalisti:

  • Favoriscono le concentrazioni guidate dalla ricerca ossessiva del massimo profitto nei tempi più brevi, che è la regola del mercato;
  • Abbandonano l'audiovisivo e larghi settori della stampa agli appetiti dei gruppi appoggiati dalle conglomerazioni industriali che beneficiano di mercati pubblici
  • Mantengono la loro impostazione politica di un audiovisivo pubblico, privato dei mezzi finanziari per la sua indipendenza;
  • Perseverano in un sistema di aiuti alla stampa che favorisce i media finanziariamente più potenti e più mercantili;
  • Partecipano alla fragilizzazione dei media, indipendenti dai grandi gruppi, attaccando i servizi pubblici, come Le Poste che riservano le tariffe preferenziali ai media più lucrativi;
  • Si rifiutano di dotare i media senza fini di lucro e, più in particolare, i media associativi, dello statuto giuridico e dell'aiuto finanziario senza i quali la loro esistenza è compromessa.

Stati Generali, con quale scopo?
Tramite questi Stati Generali, intendiamo stendere un rapporto dei problemi da risolvere, proporne le soluzioni, sottoporle a tutte le forze politiche ed ai parlamentari.

Senza pregiudicare il risultato, noi intendiamo mettere in discussione le questioni seguenti:

  • L'informazione è un bene comune. Come garantire il diritto d'informare ed il diritto all'informazione contro ogni tentativo politico ed economico di confiscarlo?
  • Questo diritto deve essere protetto da una legislazione e con dei mezzi all'altezza della scommessa: quali? Come preservare e rifondare il servizio pubblico dell'audiovisivo?
  • Come garantire lo sviluppo dei media associativi, salvaguardare il potenziale non commerciale di Internet, dotare i media senza scopi di lucro dello statuto e dei mezzi di cui necessitano?
  • Il diritto all'informazione è innanzitutto il diritto ad un'informazione diversificata in tutti i campi: come garantirla e favorire in particolare la qualità e la pluralità delle informazioni economiche, sociali ed internazionali?
  • Il diritto all'informazione presuppone dei nuovi diritti per i giornalisti e, più in generale, per i produttori d'informazione indipendenti: quali, e come garantirli?

Stati Generali, come?

1. Il nostro appello è per degli Stati Generali aperti, decentralizzati, pluralisti.

  • Aperti – La questione del diritto all'informazione è una questione troppo seria per essere abbandonata ai soli responsabili dei media: essa riguarda tutti coloro che, professionisti o no, giornalisti o meno, concorrono alla produzione dell'informazione. I giornalisti, i lavoratori dei media e i loro sindacati hanno bisogno della collaborazione di tutti.
  • Decentralizzati – La questione del diritto all'informazione non deve essere riservata a dei portavoce nazionali (ed omettere i media regionali). Per cui, il processo degli Stati Generali che noi vogliamo promuovere deve combinare le scadenze locali e quelle nazionali e privilegiare i gruppi di lavoro, le commissioni, i seminari di riflessione e di proposta, contro ogni tentazione a cedere ai miraggi della personificazione e dello spettacolo… mediatici.
  • Pluralisti – La questione del diritto ad un'informazione pluralista non è monopolio di nessuno. I veti verranno da coloro che rifiutano di partecipare.

2. Vogliamo dare vita non ad una nuova struttura, ma ad un processo, segnato da tappe importanti. Il nostro appello è dunque per una

Prima sessione nazionale
Degli
Stati Generali per i media e per un'informazione pluralisti
A febbraio 2006

Hanno contribuito alla redazione: SNJ, SNJ-CGT, Armand Mattelart (OFM), Henri Maler (Acrimed), Bernard Cassen (Attac), Jacques Cotta, Christophe Miqueu e Marie-Jo Cloiseau e Jean-Marc Surcin (Appello per un'informatione Imparziale).

Se desiderate sottoscrivere e associarvi a questo appello, vi ringrazio di fare pervenire il vostro consenso al seguente indirizzo e-mail: etats-generaux@ouvaton.org .

Potrete anche trovare il testo e sottoscriverlo all'indirizzo http://www.etats-generaux-medias.org

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