GUERRA: Menzogna o verita'?

9 aprile 2003
Patrizia Caiffa

Propaganda di guerra o fatto realmente accaduto, menzogna o verita'? Nel diluvio di notizie che arrivano dall'Iraq non sempre e' facile orientarsi e distinguere. Ma parte dell'opinione pubblica si e' fatta piu' accorta e molte notizie devono passare al vaglio di lettori e spettatori, che hanno acquisito ­dopo l'esperienza delle guerre precedenti - una coscienza critica e una conoscenza dei media piu' approfondita. Sul sito www.peacelink.it/mediawatch e' stato creato, fin dai primi giorni del conflitto, un osservatorio "sulle menzogne di guerra", nel quale chiunque puo' segnalare articoli e contribuire con commenti vari ­ evidenziando soprattutto gli aspetti giornalistici, sociali e politici - per provare ad orientarsi e distinguere tra la propaganda e i fatti. Tra le oltre 250 segnalazioni giunte finora, c'e' anche chi le propone con una satira amara, traducendo una sorta di "vocabolario di guerra" estrapolato dai tg e dalle trasmissioni televisive. Ad esempio...

Aiuti umanitari: "Sembrano il pensiero principale dei governi europei che dopo aver condannato a parole la guerra si sono ben guardati da far seguire ad esse anche dei fatti. Una risoluzione dell'Onu che imponga agli americani la fine del conflitto? Ma no, meglio tanti bei soldini per aiuti umanitari a quei poveri iracheni ai quali stanno distruggendo le case e sterminando le famiglie". Armi di distruzione di massa: "Missili, bombe, ordigni atomici e non, armi chimiche e qualunque mezzo di sterminio. Permessi purtroppo a qualunque paese del mondo in diversa misura ma negati all'Iraq".

Bombe intelligenti: "Nate per sopperire alla scarsa intelligenza di coloro che le lanciano. Era prevista anche una versione dotata di anima ma il rischio d'insubordinazione ha indotto a desistere dal l'impresa".

Generali alleati: "Parlano in conferenze mediatiche ostentando ben piu' disinvoltura dinanzi alle telecamere rispetto ai propri soldati. Le loro divise sono nette ed elegantissime strabordanti di stelline. Le cartine sono le stesse dei generali in Italia ma compaiono su sfolgoranti monitor".

Generali in Italia: "Presenziano a trasmissioni di ogni genere. Stanno ritagliandosi uno spazio accanto ai mostri sacri della tv. Hanno un rapporto simbiotico con mappe soldatini e freccette varie".

Generali Iracheni: "Sembrano i parenti poveri di quelli americani, hanno meno stellette e divise dalla foggia piu' datata. Sembrano avere mutuato dal Rais il dono dell'immortalita', dati per morti dalla Cnn ricompaiono in tv vivi e vegeti". Inviati a Baghdad: "Anche se alloggiano in un hotel al di la' del Tigri si presume in posizione sicura vivono comunque sotto i bombardamenti. Nelle loro parole si coglie persino qualche lampo di umanita'. Talvolta sfidano la censura americana mostrandoci qualche scampolo della carneficina compiuta dalle 'bombe intelligenti'".

Inviati presso il comando Usa: "Riferiscono semplicemente cio' che i generali statunitensi dicono loro durante le conferenze".

Iraq. "L'archetipo dello Stato canaglia. Nel 1990 era assimilabile per alfabetizzazione, tenore di vita, budget destinato alla sanita' e industrializzazione a molti degli stati europei. In 12 anni attraverso la guerra, l'embargo e oggi nuovamente la guerra lo hanno ricacciato indietro a un'era preindustriale"

L'11 Settembre: "Il giorno dal quale nulla e' piu' stato come prima".

Missing: "Una sorta di limbo nel quale si viene a trovare i l soldato americano prima di diventare prigioniero o caduto in battaglia, puo' durare a tempo indeterminato. L'esatto contrario di quanto avviene per gli iracheni che diventano subito caduti in battaglia o prigionieri prima di ricomparire in tv". Opinionisti: "Fautori di un'opinione preconcetta e strumentale il piu' delle volte monotematica cercano d'imporla a tutti, lottando contro altri opinionisti che fanno la stessa cosa. In genere vince chi urla piu' forte. Vulnerabili agli abbassamenti di voce (auspicabili)".

Soldati americani caduti: "Cinque di loro sono stati mostrati qualche giorno fa in tv e si e' scatenato l'inferno. Indignazione, raccapriccio, propaganda criminale, questi iracheni sono delle bestie incivili. Dovevano essere solo 'missing'".

Soldati iracheni morti: "Ne vengono mostrati in tv decine ogni giorno, agli angoli delle strade, nei vicoli, accanto ai loro mezzi. Sono solo numeri-100-50-20-400-. Nessuna ombra d'indignazione, si sa e' la guerra".

"Menzogne di guerra"

"Mediawatch", un osservatorio sulle "menzogne di guerra" propagandate dai mass media e' nato in questi giorni per iniziativa di un gruppo di siti e riviste di informazione indipendente, tra cui PeaceLink,Vita, Terre di Mezzo, Unimondo, Volontari dello sviluppo. All'indirizzo www.peacelink.it/mediawatch e' stato messo a disposizione uno spazio per segnalare e documentare i casi in cui l'informazione italiana si trasforma in propaganda di guerra. Come spunto e' stata presa una frase di Oriana Fallaci durante la Guerra del Golfo del 1991 riportata in un volume di Claudio Fracassi: "Non riuscivo a credere che i giornalisti fossero qui per firmare praticamente pezzi scritti dai militari. Tuttoquesto e' il contrario di quello che ha sempre significato l'America, liberta' di pensare, liberta' di scrivere".

"Nel 1991 - ricorda la rete pacifista PeaceLink - i mezzi di informazione hanno inventato la favola delle 'bombe intelligenti', capaci di fare distinzione tra 'buoni' e 'cattivi'. Solamente a cose fatte le stesse autorita' militari statunitensi hanno spiegato che le bombe intelligenti erano state solamente il 7% degli ordigni sganciati. Come se questo non bastasse, 77 bombe intelligenti su 167 hanno mancato il bersaglio. e anche il 70% delle 80.000 tonnellate di esplosivo sganciate durante l'operazione "Desert Storm" ha raggiunto obiettivi diversi da quelli prefissati". Questi dati, sottolineano, "sono stati occultati da un silenzio omertoso, e ancora oggi qualcuno cerca di farci credere alla 'bufala' degli ordigni selettivi e dotati di senso critico. Questa volta, pero', l'opinione pubblica non e' impreparata. Dieci anni di propaganda e informazione manipolata dal Kosovo all'Afghanistan, uniti a dieci anni di esperienza nell'attivismo digitale ci hanno insegnato a difenderci dalle bugie".Come riferimento vi e' l'articolo 8 della legge sulla stampa 47/1948, che da' a qualunque cittadino il diritto di ottenere una rettifica sulla pubblicazione dinotizie false che lo riguardano. Per questo si chiedera' a alle testate giornalistiche e televisive di "rettificare tutte le informazioni false o manipolate".

Da qui l'appello a "segnalare tutte le informazioni false, faziose, parziali o inesatte che riguardano le azioni di guerra presenti e passate" esteso ai cittadini "che davanti al teleschermo o leggendo il giornale lottano contro larabbia e il senso di impotenza che nascono da affermazioni palesemente false o faziose"; ai giornalisti e agli operatori dei media "che vorrebbero esprimereil loro disagio per tutte le manipolazioni, gli imbrogli, le scorrettezze e leviolazioni deontologiche a cui assistono senza poter reagire"; a tutte le realta'di informazione indipendente; e anche "alle persone che pur non essendo contrarie alla guerra, sono contrarie alla menzogna". P.C.

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