Hiroshima Peace Declaration 2006
La risposta è evidente, e gli ultimi sessantuno anni ci hanno mostrato la strada verso la liberazione.
Radiazioni, calore, esplosioni e i loro effetti sinergetici hanno creato un inferno sulla terra. Sessantuno anni più tardi, il numero delle nazioni affascinate dal male e schiave delle armi nucleari sta crescendo. La famiglia umana si trova ad un bivio. Tutte le nazioni saranno schiave? O tutte le nazioni si libereranno di questa schiavitù? Questa scelta pone un’altra domanda. E’ accettabile per le città, e specialmente per i bambini innocenti che le abitano, essere gli obiettivi di armi nucleari?
La risposta è evidente, e gli ultimi sessantuno anni ci hanno mostrato la strada verso la liberazione.
Da un inferno per cui nessuno avrebbe potuto biasimarli se avessero scelto la morte, gli hibakusha sono andati avanti, hanno scelto la vita e il futuro. Convivono con ferite e malattie che divorano corpo e mente, esperienze di cui hanno parlato costantemente. Non si sono piegati di fronte a discriminazioni, diffamazioni e derisione, ma hanno continuato a ricordarci che “nessun altro dovrebbe mai soffrire come noi abbiamo sofferto”. Le loro voci, raccolte da uomini di coscienza in tutto il mondo, stanno diventando un coro di massa autorevole.
Lo slogan è “Il solo ruolo rimasto alle armi nucleari è quello di essere abolite”. Eppure, i leader politici mondiali continuano ad ignorare queste voci. L’opinione consultiva della Corte di Giustizia Internazionale, pronunciata dieci anni fa, sorta dalla volontà e dall’azione creativa della società civile globale, avrebbe dovuto essere uno strumento altamente efficace per illuminare e guidare i leader politici verso la verità.
La Corte trovò che “...la minaccia o l’uso delle armi nucleari sarebbe generalmente contraria alle regole della legge internazionale”, proseguì dichiarando: “Esiste un obbligo di perseguire e concludere in buona fede negoziati che portino al disarmo nucleare in tutti i suoi aspetti sotto stretto ed effettivo controllo internazionale”.
Se gli Stati che possiedono armi nucleari avessero preso l’iniziativa e avessero cercato in buona fede di ottemperare a quest’obbligo, le armi nucleari sarebbero già state abolite. Sfortunatamente, negli ultimi dieci anni, la maggior parte delle nazioni e dei popoli hanno fallito nel prendere in mano la situazione e rispondere a quest’obbligo. Rimpiangendo di non aver fatto di più, la Città di Hiroshima, insieme con Sindaci per la Pace, le cui città membro sono aumentate a 1403, lancia la II Fase della nostra 2020 Vision Campaign. Questa fase comprende la Good Faith Challenge (Sfida della Buona Fede, ndt.), una campagna per promuovere negoziati per il disarmo nucleare all’insegna della buona fede, secondo le indicazioni dell’opinione consultiva della Corte di Giustizia Internazionale, e il progetto Cities Are Not Targets (Le Città non sono un obiettivo, ndt.), che chiede che gli stati che possiedono armi nucleari cessino di puntare alle città come obiettivi di attacco nucleare.
Le armi nucleari sono illegali, sono armi immorali progettate per cancellare intere città. I nostri obiettivi sono di svelare le illusioni che stanno dietro alla “teoria del deterrente nucleare” e all’”ombrello nucleare”, che tiene in ostaggio le nostre città, e di difendere il diritto dei nostri cittadini alla vita, da un punto di vista legale e morale.
A guidare questo sforzo è la Conferenza Americana dei Sindaci, che rappresenta 1139 città americane. Al suo incontro nazionale, nel giugno scorso, la Conferenza ha votato una risoluzione che richiede che tutti gli stati possessori di armi nucleari, compresi gli Stati Uniti, cessino immediatamente di considerare le città degli obiettivi per attacchi nucleari.
Le città e i cittadini del mondo hanno il dovere di liberare la pecorella smarrita da questa maledizione e liberare il mondo dalle armi nucleari. E’ giunto il momento per tutti noi di scuoterci e sollevarci, con una volontà che possa spezzare la roccia e una passione che bruci come fuoco.
Io faccio appello al governo giapponese affinché rappresenti gli hibakusha e tutti i cittadini e porti avanti una campagna globale che con forza insista perché tutti gli stati possessori di armi nucleari “aprano in buona fede negoziati per il disarmo nucleare”. A questo scopo, chiedo che il governo rispetti la Costituzione di Pace della quale dovrebbe essere orgoglioso. Inoltre richiedo una più generosa e attenta assistenza, appropriata alle reali situazioni legate all’invecchiare degli hibakusha, compresi coloro che vivono oltre oceano e coloro che sono stati esposti alle “aree delle piogge acide”.
Per consolare le molte vittime i cui nomi restano ignoti, quest’anno per la prima volta abbiamo aggiunto le parole “Molti ignoti” al libro dei nomi delle vittime collocato nel cenotafio. Umilmente preghiamo per il sereno riposo delle anime di tutte le vittime della bomba atomica e per un futuro di pace e di armonia per la famiglia umana.
6 Agosto, 2006
Tadatoshi Akiba
Sindaco
La Città di Hiroshima
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