La strage di Reggio Emilia
Dopo questi orribili fatti il governo Tambroni si dimise
La strage di Reggio Emilia
di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici
Il 7 luglio 1960, nel corso di una manifestazione sindacale, cinque operai reggiani, i cosiddetti morti di Reggio Emilia, Lauro Farioli (operaio), Ovidio Franchi (operaio), Emilio Reverberi (operaio, partigiano nella 144ª Brigata Garibaldi, era commissario politico nel distaccamento "G. Amendola"), Marino Serri (pastore, partigiano della 76ª SAP) e Afro Tondelli (operaio, partigiano della 76ª SAP), furono uccisi dalle forze dell'ordine.
La strage del 7 luglio 1960 fu un cortocircuito tra la società civile e antifascista e le istituzioni.
Ricordiamo che nello stesso anno tutte le prove relative alle stragi nazifasciste furono secretate e rinchiuse nel famigerato "Armadio della vergogna".
La convenienza politica (governo Tambroni alleato con il Movimento Sociale Italiano) ha permesso che l’MSI fosse legittimato nello strutturare un grande congresso a Genova, Città medaglia d'Oro della Resistenza, dove, al contrario, si voleva ridare vitalità al fascismo.
Questo creò tensioni e una grande mobilitazione popolare.
Per ordine del Presidente del Consiglio, Fernando Tambroni "aprire il fuoco" in "situazioni di emergenza", provocò undici morti e centinaia di feriti.
Dopo questi orribili fatti il governo Tambroni si dimise.
Fausto Amodei narra in questa storia musicata e canzone i fatti di Reggio Emilia
Compagno cittadino, fratello partigiano
Teniamoci per mano in questi giorni tristi:
Di nuovo a Reggio Emilia, di nuovo là in Sicilia
Son morti dei dei compagni per colpa dei fascisti
Di nuovo, come un tempo, sopra l'Italia intera
Urla il vento e soffia la bufera
A diciannove anni è morto Ovidio Franchi
Per quelli che son stanchi o sono ancora incerti
Lauro Farioli è morto per riparare al torto
Di chi si è già scordato di Duccio Galimberti
Son morti sui vent'anni, per il nostro domani:
Son morti come vecchi partigiani
Marino Serri è morto, è morto Afro Tondelli
Ma gli occhi dei fratelli si son tenuti asciutti
Compagni, sia ben chiaro che questo sangue amaro
Versato a Reggio Emilia, è sangue di noi tutti
Sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi
Come fu quello dei fratelli Cervi
Il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso
È sempre quello stesso che fu con noi in montagna
Ed il nemico attuale è sempre e ancora eguale
A quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna
Uguale è la canzone che abbiamo da cantare:
Scarpe rotte eppur bisogna andare
Compagno Afro Tondelli, compagno Ovidio Franchi
E voi, Marino Serri, Reverberi e Farioli
Dovremo tutti quanti aver, d'ora in avanti
Voialtri al nostro fianco, per non sentirci soli
Morti di Reggio Emilia, uscite dalla fossa
Fuori a cantar con noi Bandiera rossa
Fuori a cantar con noi Bandiera rossa!
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