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Dalle voci solitarie al cambiamento dell'opinione pubblica

Guida pratica nowar

Questo testo offre una guida pratica per pacifisti focalizzandosi su tre fasi chiave per opporsi efficacemente alla guerra e minare il consenso pubblico verso di essa. Queste tre fasi progrediscono attraverso quindici proposte concrete.
26 marzo 2024
Redazione PeaceLink

Introduzione

Guida Pratica Nowar

Questo testo offre una guida pratica per gli attivisti nowar, focalizzandosi su tre fasi chiave per opporsi efficacemente alla guerra e minare il consenso pubblico verso di essa. Queste tre fasi progrediscono attraverso quindici proposte concrete raccolte in una piccola Guida Pratica di Opposizione alla guerra.

Le tre fasi del radicamento

  1. Fase delle voci solitarie
  • In questa fase, il primo passo è dare voce a punti di vista alternativi alla guerra, anche se isolati. 
  • Anche se inizialmente potrebbero essere ignorati o disprezzati, è cruciale creare uno spazio di visibilità per tali opinioni perché possano eventualmente influenzare l'opinione pubblica. Questa fase richiede molta resilienza e capacità di testimonianza. Questa fase non è finalizzata a ottenere il consenso ma la semplice attenzione. Anche risposte negative sono comunque una maniera per smuovere le acque della palude. Chi assiste si pone delle domande: è giusto? E’ sbagliato? Diviene evidente che non c’è solo rassegnazione e consenso.
  • La voce solitaria deve avere i caratteri della gentilezza e della testimonianza morale al contempo. Può manifestarsi sui luoghi di lavoro con gesti semplici: un fiore, una poesia, un aforisma stampato e messo su un tavolo.

  1. Fase delle piccole comunità
  • Successivamente, si passa alla formazione di piccole comunità di individui contrari alla guerra. 
  • Questi gruppi offrono supporto reciproco a coloro che si sentono isolati e impotenti di fronte alla tragedia della guerra.

  1. Fase della rete per il cambiamento dell'opinione pubblica
  • Infine, l'obiettivo è cambiare l'opinione pubblica, spostando gradualmente le persone da sostenitori attivi o passivi della guerra a forme di resistenza contro di essa. Questo processo richiede la costruzione di reti sempre più ampie. Può indebolire il sostegno alla guerra e accelerare il cambiamento di opinione nella società. 
  • Ogni guerra ha di fronte quattro aree dell’opinione pubblica: quella dei sostenitori attivi della guerra, quella dei sostenitori passivi, quella degli oppositori attivi e quella degli oppositori passivi. E’ compito di questa terza fase dare in modo che ti rapporti di forza cambino e quindi i sondaggi d’opinione sono dei misuratori dell’ampiezza di ognuna di queste quattro aree. 



Le quindici proposte operative

  1. Diffondi voci dissidenti

Inizia a esprimere opinioni contrarie alla guerra in contesti pubblici per creare un terreno fertile per un dibattito più ampio. Tieni un diario e annota quello che ti succede attorno quando fai la voce dissidente. Annota anche le sconfitte, le reazioni che non ti aspetteresti e che possono generare pessimismo e frustrazione. Tutto va annotato perché sono proprio gli ostacoli e le sconfitte a diventare oggetto di riflessione. Ogni sconfitta è un problema solving. La gente ti guarda e non devi mai dare l’impressione di essere rassegnato e sconfitto. Accetta le risposte negative con un sorriso. Ogni rivoluzione è cominciata con delle delusioni e delle sconfitte.

  1. Sfrutta il potere delle voci solitarie

Anche se inizialmente potrebbero sembrare inefficaci, le voci individuali contro la guerra possono influenzare l'opinione pubblica e portare al cambiamento sociale. Queste voci devono includere intellettuali, artisti, docenti, religiosi. Tutto ciò che viene fatto va documentato e deve diventare una storia di piccolo eroismo quotidiano da raccontare passo dopo passo. Devi essere un riferimento non per tutti ma per quel dieci per cento che può passare dalla tua parte in modo manifesto. 

  1. Forma piccole comunità 

Organizza gruppi di sostegno e solidarietà per coloro che si oppongono alla guerra, offrendo un ambiente sicuro per esprimere opinioni e condividere esperienze. Sposta gradualmente le persone da un livello di passività e fatalismo rispetto alla guerra a un altro livello, quello della consapevolezza e della manifestazione pubblica del dissenso. Il potere lo teme e mantiene aggiornato un censimento delle espressioni di dissenso città per città attraverso la Digos. Pertanto è importante rendere noto il dissenso anche attraverso semplici presidi e momenti di volantinaggio. Informare la Digos è utile perché così il governo sa che c’è dissenso. Concentrati sul seminare dubbi e minare gradualmente il consenso pubblico. La gente deve sapere che ci sono comunità pacifiste che sono permanentemente attive. Le piccole comunità di possono dare appuntamento nelle librerie amiche, nelle parrocchie, in centri culturali e associativi, nelle scuole.

Pacifisti nel mondo unitevi!

  1. Crea reti più ampie

Persisti e non ti stancare troppo. Il cambiamento è lento e graduale anche se vi possono essere accelerazioni entusiasmanti. Dai per scontato che il processo può richiedere tempo e perseveranza. Non insistere con strade fallimentari e non scendere nella voglia del tutto e subito che porta a scorciatoie pericolose e violente che ti isolano dall’opinione pubblica. Continua a sostenere e collaborare con altri attivisti no-war per mantenere viva la resistenza contro la guerra attraverso reti sempre più ampie: crea comitati per la pace comune per comune e poi un coordinamento regionale che si incontri ogni 15 giorni online.

  1. Sondaggi di opinione

Colleziona i sondaggi di opinione e amplifica i sondaggi che ti danno in maggioranza. Ad esempio i sondaggi che riguardano l’invio delle armi e quelli che ritengono più utile avviare negoziati anziché continuare il massacro.

  1. Evidenzia le contraddizioni

Segnala quanto sia controproducente la guerra alla luce dei fallimenti che emergono sul campo. Spiega che continuare la guerra è un favore a chi è più forte e non a chi ha più ragione.

  1. Offri una prospettiva

Spiega come i confini fra le nazioni siano una trappola e che per i confini si siano fatte guerre dalla notte dei tempi. I confini - se proprio si devono tracciare - si devono basare sul consenso e sulla volontà delle popolazioni, i confini spettano ai popoli e non agli eserciti.

  1. Punta sui mass media e suoi social media

Ogni tanto qualche falla si apre nel mondo blindato del giornalismo. Sfrutta tutti i varchi del giornalismo. Costruisci dal basso esperimenti di social media. Usa la grafica, costruisci brevi video. Segnala le attività pubbliche con un’abbondante divulgazione sui social. Ma soprattutto usa Internet per far entrare il dissenso verso la guerra sui motori di ricerca. Ogni iniziativa deve essere resa pubblica e bisogna assicurarsi che venga indicizzata (es. ciò che viene messo su Facebook il più delle volte non è indicizzato).

  1. Sfrutta il potere delle parole chiave e dei titoli efficaci

Le parole chiave sono fondamentali e vanno lanciate in forma di hashtag. Gli articoli vanno lanciati con devono essere estratti. Fatti aiutare da ChatGPT per fare titoli efficaci e per semplificare i testi. 

  1. Renditi comprensibile la tua iniziativa con lo story telling

Usa Gemini per calcolare la leggibilità dei testi che produci e per semplificarli in modo da renderli comprensibili alla maggioranza. Il 70% degli italiani non comprende i significati dei testi che legge e quindi occorre affiancare ai testi anche delle immagini, delle vignette e delle infografiche. Importanti sono i numeri, i dati della guerra e della sua assurdità. Occorre trasformare le argomentazioni persuasive in storie da raccontare. Per questo devi saper fare story telling.

  1. Evidenzia le bugie di guerra

Chi guarda la guerra deve percepire che la guerra va avanti solo raccontando bugie. Elencare le bugie di guerra, con le fonti e con ogni documento utile per rendere evidente che quanto viene raccontato dai sostenitori della guerra non è vero.

  1. Leggi poesie in piazza e organizza reading

La mobilitazione deve far presa attraverso l’elemento neutro della poesia e dell’arte. La poesia e l’arte uniscono e non dividono, predispongono alla riflessione e all’ascolto. Seminano dubbi e riflessioni. Creano contesti emozionali che fanno da incubatoi per l’indignazione e il ripudio della guerra. Qui un elenco di poesie contro la guerra per orgabizzare un reading.

  1. Costruisci un calendario degli eventi

Si deve formare attorno al calendario degli eventi una community che faccia rete e che condivida le iniziative (e anche trasmissioni televisive o dibattiti in radio o sul web). Il calendario pacifista che oggi svolge la funzione di segnalare gli eventi ha un link semplice: www.peacelink.it/segnala 

  1. Entra nelle scuole

Porta eventi culturali, video, materiale didattico e proponi attività di educazione alla pace prendendo contatti con docenti e studenti. Collegati con la Consulta provinciale degli studenti. Sfrutta le assemblee di classe e di istituto.

  1. Interagisci con gli scout e inventa un gioco

Individua un gioco da portare nella comunità scout. Può essere un gioco di ruolo o un debate in cui ognuno si mette nei panni nell’altro recitando la parte opposta a quella per cui parteggia. Un pacifista recita il ruolo del sostenitore della guerra e viceversa. Alla fine il pubblico valuta l’abilità degli attori della rappresentazione. Il gioco deve apparire molto simile a una rappresentazione teatrale ma ha anche la scopo di uscire fuori dal proprio schema mentale per calarsi nella logica opposta. 

 




Note: A cura della redazione di PeaceLink
Testo in parte generato da ChatGPT
Revisione di Alessandro Marescotti

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