Perché temere il dialogo tra Russia e Stati Uniti?
L'isteria degli sconfitti
C’è un’isteria diffusa tra certi leader europei ogni volta che si parla di dialogo tra Russia e Stati Uniti. Si stracciano le vesti, gridano al tradimento, paventano scenari apocalittici. Ma questa reazione nasconde una causa precisa: è l’ira di chi voleva vincere la guerra contro la Russia per procura, utilizzando l’Ucraina come pedina, e oggi sta perdendo malamente.

Il piano non ha funzionato
La strategia dell’Europa con l'elmetto è stata quella di sostenere l’Ucraina senza limiti, con la convinzione che la Russia potesse essere messa in ginocchio attraverso un mix di aiuti militari, sanzioni e isolamento diplomatico. Ma il piano non ha funzionato. L’Ucraina è stremata, gli aiuti occidentali si fanno sempre più incerti e la Russia, anziché crollare, ha riorganizzato la sua economia e il suo apparato bellico.
La paura del dialogo
Oggi, mentre gli Stati Uniti cercano canali di comunicazione con Mosca c'è chi in Europa reagisce con isteria mentre occorre solo gioire perché si sta allontanando lo spettro della guerra nucleare, sfiorata nel 2022.
Ora, di fronte alla realtà di un conflitto armato che si è trasformato in una palude senza sbocchi per Zelensky, l’idea di negoziare con Mosca li terrorizza. Significherebbe ammettere che hanno sbagliato tutto.
Ma il dialogo tra Russia e Stati Uniti è l’unica strada per evitare il peggio. Non significa accettare supinamente le condizioni di Mosca, ma riconoscere che un conflitto prolungato non giova a nessuno, tantomeno all’Europa.
Il risveglio dei sonnambuli
Chi oggi si oppone al dialogo lo fa per cieca ostinazione, per non ammettere il fallimento. Ma la realtà è chiara: continuare sulla strada dello scontro significa solo alimentare ulteriori distruzioni e sofferenze. L’Europa dei sonnambuli - diretti verso il precipizio - farebbe meglio a svegliarsi e accettare che la guerra per procura è finita. E l’ha persa.
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