La crociata antirussa mieta un’altra vittima
Si tratta di una chiara crociata ideologica in chiave anti-russa più che anti-putiniana – crociata che si era già fatta sentire nel 2022 con l’annullamento di un corso universitario sul grande scrittore Dostoevskij in quanto considerato un imprescindibile esponente della cultura russa. Apparentemente, per i benpensanti dell’Università Bicocca di Milano, andava stigmatizzato tutto quello che è russo.
Così, ieri (21/7/2025), il Governatore De Luca ha dovuto cedere alle “logiche di preclusione” e al “rifiuto di dialogare” dei 700 intellettuali, sorretti da numerosi partiti politici, e ha accettato di allontanare dall’Italia uno dei più grandi direttori d’orchestra al mondo perché egli è convinto che la guerra in Ucraina sia stata istigata dalla NATO per destabilizzare la Russia. Punto di vista vietatissimo nella nostra sedicente democrazia la quale impone, come in un qualsiasi regime autoritario, un Pensiero Unico sui fatti ucraini.
Si tratta, tuttavia, di un Pensiero Unico pieno di contraddizioni: eccone una. Tutti sanno (ma molti cercano di dimenticare) che, sotto la presidenza di G.W. Bush. gli Stati Uniti hanno fatto molto di più di quanto la Russia di Putin stia facendo in Ucraina oggi. Infatti, nel 2003, gli USA hanno non solo invaso illegalmente il paese sovrano dell’Iraq ma l’hanno occupato per intero, bombardandolo selvaggiamente per ben 10 anni e al costo di oltre un milione di morti civili.
Eppure, per quanto all’epoca ci fossero delle forti proteste dirette contro Bush, non ci sono stati tentativi istituzionali di istigare un clima di odio verso la cultura e la società statunitensi. In Italia, i corsi universitari su Hemingway si sono tenuti regolarmente, nessuno si è sognato di cancellarli; e se il maestro statunitense James Levine non ha potuto tenere il suo concerto presso l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel 2021, è soltanto perché egli è purtroppo deceduto tre mesi prima. Nessuno chiedeva l’annullamento del suo concerto perché avrebbe messo in buona luce la cultura statunitense – come il concerto di Gregiev metterebbe in buona luce la cultura russa.
In pratica, non c’è stata nessuna campagna per estirpare l’influenza statunitense in Italia. Non c’è stata una “inchiesta sull’utilizzo di fondi pubblici” per fermare eventi filo-americani, come invece hanno chiesto i 700 intellettuali per bloccare ogni evento filo-russo nel territorio dell’Unione Europea. Non c’è stata la richiesta di un “fondo culturale dedicato agli artisti che si oppongono” al regime a stelle e strisce, come invece oggi quei 700 intellettuali vorrebbero che ci fosse contro la Russia.
Evidentemente le invasioni e le occupazioni sono accettabili quando a farle è un paese alleato, non un paese competitore.
Anzi, per le classi dirigenti occidentali, oggi il paese di Putin è diventato non solo un concorrente ma, potenzialmente, un nemico in guerra. Un nemico da abbattere per eliminare un competitore, certo, ma anche e soprattutto per potersi impadronire delle sue immense ricchezze energetiche.
Così, dal momento che non sono bastati 18 pacchetti di sanzioni per far crollare la Russia, né un’estenuante guerra per procura “fino all’ultimo ucraino” (e quindi fino all’ultimo russo), l’UK, la Francia e la Germania hanno deciso di alzare la posta; hanno formato una alleanza per spingere l’UE a contemplare un conflitto diretto con la Russia per dare il colpo di grazia al suo regime attuale.
Quei tre paesi occidentali si ricordano bene, infatti, come il crollo dell’URSS nel 1989 abbia poi consentito all’UE e agli USA di insediare a Mosca il debole Boris Eltsin, disposto a consentire alle industrie energetiche europee e statunitensi di accaparrarsi buona parte delle enorme ricchezze russe. Così, la Francia, la Germania ma soprattutto l’UK vogliono fare oggi. E non solo per il petrolio: infatti, il crollo della Russia consentirebbe all’Europa – insieme agli Stati Uniti – di poter più facilmente aggredire in seguito la Cina, costretta a difendersi da sola. Anzi, per molti osservatori, questo è l’obiettivo principale dietro il tentativo di intrappolare e di indebolire la Russia provocando una guerra estenuante in Ucraina.
Ecco, dunque, ciò che sta dietro l’ondata di propaganda antirussa che imperversa in Italia e in Europa da tre anni: serve ai tre paesi occidentali appena menzionati per raccogliere consensi per una guerra – anche nucleare – dell’Europa contro la Russia.
Bisogna combattere questo indottrinamento e contrastare la propaganda dilagante antirussa. Bisogna creare legami e scambi tra il popolo italiano e quello russo a tutti i livelli. Legami d’amicizia che rendono poi più difficili i tentativi del Potere di trascinarci in una guerra, demonizzando la Russia. Legami che renderebbero più difficile in futuro vietare le espressioni della cultura russa come il concerto che Valery Gregiev avrebbe dovuto tenere questa domenica alla Reggia di Caserta.
Articoli correlati
- Terza puntata dall'Odessa del fotoreporter Mauro Carlo Zanella
Ucraina, una guerra che l’Unione Europea poteva evitare, ma ha alimentato
La guerra in Ucraina ci porta indietro di oltre cent’anni, alla Prima Guerra Mondiale: le città sostanzialmente al sicuro, dove si prova a continuare a vivere una vita normale e i ragazzi in trincea a morire per conquistare o difendere la striscia di terra contesa.29 dicembre 2024 - Mauro Carlo Zanella - A chi è giovata?
Ucraina: la disinformazione della Nato
I soldati ucraini sono stati spinti a sacrificarsi per una vittoria che si è rivelata un'illusione. La speranza di una Caporetto per le truppe russe si è rovesciata nel suo opposto e ora si profila l'incubo di una Caporetto per gli ucraini.8 aprile 2024 - Alessandro Marescotti - Alcuni soldati stanno rompendo il silenzio e raccontano la verità
Ucraina: una guerra pianificata per i media
In un'era di Open Source Intelligence, gli analisti conoscono il campo di battaglia con grande precisione e costruiscono mappe digitalizzate. Ma alla gran parte dell'opinione pubblica viene fornita un'informazione orientata alla propaganda che non corrisponde alla realtà20 dicembre 2023 - Alessandro Marescotti - Come viene costruita la percezione mediatica dei conflitti militari
Guerra e disinformazione: piccola guida di autodifesa
La narrazione mediatica in ambito militare è un potente strumento per modellare le percezioni del pubblico e influenzare il sostegno o l'opposizione alle operazioni militari. La verifica delle notizie richiede tempo e attenzione, ma è fondamentale per non farsi manipolare da false informazioni.11 ottobre 2023 - Alessandro Marescotti
Sociale.network