A chi è giovata?

Ucraina: la disinformazione della Nato

I soldati ucraini sono stati spinti a sacrificarsi per una vittoria che si è rivelata un'illusione. La speranza di una Caporetto per le truppe russe si è rovesciata nel suo opposto e ora si profila l'incubo di una Caporetto per gli ucraini.

In tempo di guerra la verità annega sotto il diluvio di narrazioni distorte e manipolate. Logo della Nato

Si è fatto un gran parlare di disinformazione di Putin. Ma emerge in parallelo oggi il ruolo della disinformazione della NATO. La NATO ha infatti giocato un ruolo significativo nella diffusione di una narrazione tesa ad accreditare la vittoria ucraina come una possibilità concreta e a portata di mano. E' stata una narrazione che invece di indebolire la Russia ha esposto l'Ucraina a un pericoloso logoramento militare. Lottare per la "vittoria" ucraina in condizioni di inferiorità per uomini e munizioni ha significato giocare d'azzardo.

A chi è servito tutto questo? A Putin. Ora lo vediamo chiaramente. Sempre di più e sempre meglio.

Di Putin tutto si può dire tranne che sia uno stupido.

Putin ha approfittato abilmente degli errori dei suoi avversari.

La disinformazione della Nato ha così aiutato Putin invece di indebolirlo.

Le operazioni psicologiche (PSYOPS) possono essere utili nel campo di battaglia. Ma attenzione a farne un buon uso. Sono droghe dell'opinione pubblica che hanno una loro durata massima e delle controindicazioni. Alcune PSYOP possono essere progettate per un'azione a breve termine, ad esempio durante una crisi o un conflitto specifico, con l'obiettivo di raggiungere risultati immediati. Altre possono essere progettate per avere un impatto a lungo termine, ad esempio nel plasmare le opinioni pubbliche o nell'influenzare il comportamento sociale su questioni specifiche nel corso del tempo.

La durata delle operazioni psicologiche dipende anche dalla loro efficacia nel raggiungere gli obiettivi desiderati e dalla necessità di adattarsi a nuove circostanze o sviluppi. Ma con le sole PSYOPS non si vincono le guerre.

Si è parlato tanto e troppo di una sconfitta della Russia. E' stata una grande suggestione, uno spinello per i telespettatori del servizio pubblico. Ma Putin, furbo, ne ha approfittato. E ha potuto presentare la sua guerra come una lotta per la difesa della Russia. Di fronte alla minaccia di una sconfitta tutto diventava legittimo per lui. E così ha raddoppiato e triplicato l'esercito in Ucraina. Ha prodotto montagne di munizioni. Ha galvanizzato l'opinione pubblica e accresciuto il consenso attorno a lui.

Ma gli errori dell'Ucraina sono andati ben oltre e la Nato ha ammiccato.

Vogliamo parlare degli attacchi a Belgorod? Degli stupidi attacchi contro la città russa di Belgorod? Un centro di quasi 400 mila abitanti vicino al confine con l'Ucraina. Preso di mira per rivalsa e per vendetta dai razzi ucraini. Così i bambini russi potevano provare quella paura che terrorizza i bambini ucraini. Che bella propaganda è stata offerta ai russi su un piatto d'argento. Gli attacchi ucraini al territorio russo (con vittime civili a Belgorod in una logica puramente vendicativa) sono stati un incredibile spot a favore di Putin. Bisogna essere veramente idioti per non capirlo. Del resto gli attacchi a Belgorod non contavano nulla ai fini della vittoria ucraina ma hanno contato molto ai fini della propaganda russa. E la Nato è rimasta in silenzio a guardare questi sciocchi quanto crudeli gesti di terrore a buon mercato in territorio russo. Tutti ispirati a una logica vendicativa. Occhio per occhio e dente per dente. Restituire le cattiverie subite, la soddisfazione dei nazionalisti frustrati. 

Serviva alla causa ucraina fare cose così crudeli quanto inutili? No.

Si poteva essere più sciocchi? No.

Eppure la Nato ha lasciato fare.

E i nostri giornalisti della Rai non sono andati a Belgorod. Perché lì c'erano i cativi e tutto sommato se l'erano meritato. No?

E hanno continuato a lasciar fare. La Nato ha chiuso gli occhi perché occorreva anche assecondare l'idea che i servizi segreti ucraini erano scaltri nel colpire anche in territorio russo. Che fosse controproducente non era importante. L'importante era che l'Ucraina ogni tanto riuscisse a distruggere qualcosa dando l'impressione che la guerra non fosse persa. Occorreva far intendere che l'Ucraina aveva risorse nascoste e tecnologie per vincere giocando sulla sorpresa.

Una visione dannunziana della guerra basata sul farsi beffe del nemico si è impossessata dei servizi segreti ucraini.

Ricordate la beffa di Buccari nella prima guerra mondiale?

La beffa di Buccari fu un episodio della prima guerra mondiale avvenuto nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918. Si trattò di un'incursione effettuata da motoscafi armati siluranti della Regia Marina contro naviglio austro-ungarico nella baia di Buccari. Non servì a molto ma doveva servire a fare propaganda. E così è stato per gli sciocchi strateghi della vittoria ucraina. Bisognava dare l'impressione che la guerra si poteva vincere e che Zelensky era un condottiero abile e scaltro nel cogliere di sorpresa una Russia sonnecchiosa, incompetente, corrotta e incapace di fare la guerra. L'Ucraina stava vincendo, guai a contraddire la narrazione.

È un fatto sconcertante che i giornalisti filo-NATO, invece di essere intelligenti, fossero zelanti nell'obbedire a questo stupido copione, controproducente al massimo. Tutto faceva brodo: l'Ucraina stava vincendo. Era una narrazione irreale, fatta di asini che volavano. La propaganda NATO ha tessuto una bolla di disinformazione dannosa, illudendo il popolo ucraino con la promessa di una vittoria imminente su Putin.

Tuttavia, questa bolla è ora scoppiata, lasciando intravedere finalmente qualche barlume di verità.

La domanda sorge spontanea: perché tanto inganno? Perché tante insulse stupidaggini di guerra?

I soldati ucraini sono stati spinti a sacrificarsi per una vittoria che si è rivelata un'illusione, un tragico inganno.

E gli elettori del centrosinistra - che erano stati convinti della guerra giusta - masticavano giorno dopo giorno un'informazione avvelenata. Un po' la nandfavano giù, alcuni avevano dei mal di pancia, altro la sputavano via, altri erano convinti che tutto sommato fosse digeribile. Siamo in guera, del resto. E la guerra è una merda, si sa. Il fine giustifica i mezzi e l'informazione era un mezzo. Il fine era la Caporetto di Putin.

Ma la speranza di una Caporetto per le truppe russe ha creato le condizioni per una Caporetto degli ucraini. Flussi di propaganda a favore dell'Ucraina hanno cercato di minare il morale delle forze russe e indebolire il Paese, ma il risultato è stato il contrario: l'Ucraina si è trova adesso a vacillare sulla propria disperazione.

La corda della cattiva informazione è stata tesa all'inverosimile. E adesso si è spezzata.

Come riporta il Washington Post, per Zelensky la situazione è ora disperata.

L'illusione di una vittoria sempre più vicina ha lasciato spazio alla cruda realtà di una lotta che si protrae inesorabilmente verso il peggio.

Il sipario della disinformazione viene finalmente sollevato, rivelando la tragica verità dietro i giochi di potere e la propaganda di guerra.

È tempo di porre fine a questa corsa sfrenata verso l'inganno e di ristabilire la verità come fondamento della nostra società e dells nostra informazione.

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