Come viene costruita la percezione mediatica dei conflitti militari

Guerra e disinformazione: piccola guida di autodifesa

La narrazione mediatica in ambito militare è un potente strumento per modellare le percezioni del pubblico e influenzare il sostegno o l'opposizione alle operazioni militari. La verifica delle notizie richiede tempo e attenzione, ma è fondamentale per non farsi manipolare da false informazioni.
11 ottobre 2023

La battaglia delle narrazioni militari

Guerra e disinformazione

La narrazione mediatica in ambito militare si riferisce alla rappresentazione e alla presentazione dei conflitti e delle operazioni militari nei media. Ha diverse funzioni e obiettivi. Ne elenchiamo qui cinque.

  1. Informare il pubblico. La narrazione mediatica militare fornisce informazioni al pubblico riguardo a eventi, sviluppi e operazioni militari in corso. Questo aiuta il pubblico a comprendere meglio la situazione e le implicazioni dei conflitti.

  2. Influenzare l'opinione pubblica. I media possono influenzare l'opinione pubblica attraverso la selezione delle storie da coprire, la messa in risalto di determinati aspetti o punti di vista e la scelta delle immagini da mostrare. Questo può influenzare il sostegno o l'opposizione alle azioni militari.

  3. Sostenere il morale dei militari. La narrazione mediatica può essere utilizzata per sostenere il morale delle truppe attraverso la presentazione di storie di eroismo, determinazione e successi militari.

  4. Diffondere la propaganda. Nei conflitti armati, i media possono essere strumentalizzati per diffondere la propaganda attraverso la presentazione di informazioni distorte o fuorvianti che favoriscono un determinato schieramento.

  5. Controllo dell'informazione. I governi e le forze armate intendono gestire le informazioni adattandole alla narrazione mediatica considerata funzionale. Il controllo dell'informazione richiede una notevole ramificazione di presenza nel sistema mediatico con giornalisti di riferimento e una vasta gamma di uffici stampa.

La disinformazione nemica e amica

Ci sono due tipi di disinformazione: la "disinformazione nemica" e la "disinformazione amica". Quest'ultima è la più pericolosa per ragioni così ovvie che non è neppure necessario analizzarle.

La narrazione mediatica in ambito militare è un potente strumento per modellare le percezioni del pubblico e influenzare il sostegno o l'opposizione alle operazioni militari. Pertanto, è spesso oggetto di attenzione e discussione sia da parte dei governi che da parte dei media e del pubblico. Per modellare le percezioni e influenzare il pubblico vengono messe in atto forme di informazione selettiva (analizzata in seguito) e anche di vera e propria disinformazione, la quale attinge a sofisticare tecniche di PsyOp (analizzate anch'esse in seguito).

La differenza tra disinformazione nemica e quella amica risiede nelle fonti, nelle intenzioni e nei fini dell'informazione fuorviante o falsa. Ecco una sintetica descrizione.

  1. Disinformazione nemica. Questa è la disinformazione o la propaganda diffusa da fonti ostili, spesso da entità o governi stranieri, con l'obiettivo di minare la fiducia, diffondere la confusione, influenzare l'opinione pubblica o danneggiare il nemico. La disinformazione nemica può essere utilizzata come parte di operazioni psicologiche (PsyOp) o di guerra informatica per ottenere vantaggi politici o militari.

  2. Disinformazione amica. La disinformazione amica è la disinformazione o la propaganda diffusa da fonti all'interno del proprio paese o all'interno del proprio gruppo, spesso con l'obiettivo di sostenere una causa o promuovere un'agenda politica.

Le PsyOP

Le PsyOp (Operazioni Psicologiche) sono operazioni militari che mirano a influenzare le percezioni, le emozioni, le attitudini e i comportamenti delle persone attraverso mezzi psicologici. Queste operazioni sono progettate per influenzare l'opinione pubblica, i nemici, i gruppi di interesse o le popolazioni locali al fine di raggiungere obiettivi militari, politici o strategici. Le PsyOp possono includere una serie di strumenti, tra cui messaggi, propaganda, informazioni, disinformazione, operazioni di influenza e altro.

Nel contesto della narrazione mediatica militare, le PsyOp svolgono un ruolo significativo e possiamo raggrupparle in cinque categorie.

  1. Propaganda di guerra. Le PsyOp spesso coinvolgono la produzione e la diffusione di messaggi di propaganda progettati per sostenere lo sforzo bellico di una nazione. Questi messaggi possono essere veicolati attraverso i media, tra cui radio, televisione, stampa e Internet.

  2. Influenza sull'opinione pubblica. Gli sforzi di PsyOp possono essere mirati a influenzare l'opinione pubblica interna e internazionale. Ciò può comportare la presentazione di una visione positiva delle operazioni militari e degli obiettivi, o la denigrazione del nemico.

  3. Guerra psicologica. Le PsyOp possono essere utilizzate per minare la sicurezza psicologica del nemico, diffondere la paura o seminare la confusione. Questi sforzi psicologici possono avere l'obiettivo di minare la volontà di combattere dell'avversario.

  4. Gestione dell'informazione. Le PsyOp possono essere utilizzate per gestire le informazioni divulgate in modo strategico. Ciò può comportare la limitazione delle informazioni sull'andamento della guerra o la diffusione di narrazioni specifiche per influenzare l'opinione pubblica.

  5. Operazioni tese a garantire il consenso. Le PsyOp possono essere utilizzate per ottenere il consenso o il supporto della popolazione locale in aree di conflitto, spingendola a collaborare o a evitare di sostenere il nemico.

È importante sottolineare che le PsyOp possono sollevare questioni etiche e morali, poiché coinvolgono la manipolazione delle percezioni e delle emozioni delle persone. Inoltre, possono avere un impatto significativo sulla narrazione mediatica militare, influenzando l'informazione che raggiunge il pubblico e la percezione delle operazioni militari da parte dell'opinione pubblica.

La narrazione selettiva

Un punto estremamente importante relativo alla narrazione mediatica è l'enfatizzazione di un aspetto a scapito di un altro. Ad esempio la narrazione della controffensiva ucraina spesso si è concentrata sulle avanzate territoriali e sulle "vittorie", trascurando i costi umani dell'operazione. Questa "enfasi selettiva" sulla guerra può portare a una percezione distorta della realtà e ha il potenziale per influenzare negativamente l'opinione pubblica. Ecco alcune considerazioni che si possono fare a partire dal concetto di "narrazione selettiva" per arrivare al rischio di "appassionarsi alla guerra", che è l'esatto opposto di quel "ripudio della guerra" che è contenuto nella Costituzione Italiana.

  1. Sensibilizzazione selettiva. Quando i media mettono l'accento sulle vittorie e gli sviluppi positivi sul campo di battaglia, ma trascurano di menzionare le perdite umane e il costo umano dei conflitti, si rischia di creare una percezione distorta della guerra. Il pubblico potrebbe essere sensibilizzato solo alle vittorie apparenti senza comprendere appieno il tragico impatto sulla vita delle persone coinvolte.

  2. Disconnessione dalla realtà. Questa narrazione selettiva può portare a una disconnessione tra l'opinione pubblica e la realtà sul campo di battaglia. Le persone potrebbero sviluppare una visione distorta della guerra, scambiando gli eventi reali per situazioni simili a videogiochi o drammatizzazioni cinematografiche.

  3. Rischi di disumanizzazione. La mancanza di enfasi sui costi umani può contribuire alla disumanizzazione delle vittime dei conflitti. Quando le persone non vedono o non sentono parlare delle sofferenze delle persone coinvolte, possono perdere l'empatia e considerare la guerra come una sorta di spettacolo lontano dalla loro vita quotidiana.

  4. Rischio di appassionarsi alla guerra. L'assenza di una copertura accurata dei costi umani della guerra potrebbe portare alcune persone a sviluppare una specie di "appassionamento" per i conflitti armati, simile a quanto accade con i videogiochi militari o lo spettacolo dei combattimenti nel Colosseo nell'antica Roma. Questo può portare a una percezione distorta dei conflitti e alla disumanizzazione delle vittime

Pertanto la narrazione mediatica selettiva nei conflitti, che enfatizza le "vittorie" a scapito dei costi umani, rappresenta un rischio significativo. È fondamentale che i media forniscano una copertura equilibrata, che includa la realtà delle perdite umane e del dolore associato ai conflitti, al fine di evitare che l'opinione pubblica sviluppi una visione distorta e disumanizzante della guerra. La comprensione piena e ponderata dei conflitti è essenziale per prendere decisioni informate e contribuire a promuovere un mondo più pacifico.

Le contromisure del pubblico

Se si nota che le fonti informative e persino il servizio pubblico sta adottando una narrazione selettiva della guerra, ci sono alcune azioni che tutti possono intraprendere.

  1. Informarsi da fonti diverse. Un modo per ottenere una visione più completa della situazione è cercare informazioni da fonti diverse. Guardare notizie internazionali, leggere giornali stranieri o accedere a fonti di informazione indipendenti può contribuire a ottenere una prospettiva più equilibrata.

  2. Esprimere preoccupazioni sul servizio pubblico. I telespettatori possono scrivere lettere o inviare e-mail alla RAI esprimendo le loro preoccupazioni riguardo alla copertura mediatica. Le reti pubbliche spesso tengono in considerazione il feedback del pubblico.

  3. Partecipare al dibattito pubblico. I social media e i forum online offrono spazi per discutere apertamente delle narrazioni mediatiche. Partecipare a queste discussioni può contribuire a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle questioni relative alla copertura dei conflitti.

  4. Sostenere l'informazione indipendente. L'informazione indipendente e il giornalismo di qualità sono fondamentali per ottenere una visione completa dei fatti. Supportare organizzazioni di giornalismo investigativo e indipendente può contribuire a promuovere una copertura informativa equilibrata.

  5. Formarsi criticamente. È importante sviluppare abilità critiche nella valutazione delle notizie e delle fonti. Imparare a riconoscere la narrazione selettiva e a cercare fonti affidabili può aiutare a navigare meglio nell'informazione.

  6. Coinvolgere i rappresentanti politici. Parlare con i rappresentanti politici locali o nazionali può portare ad azioni e cambiamenti per garantire una copertura mediatica più equa, pluralista e accurata.

  7. Boicottare i media selettivi. Potrebbe accadere che un'ampia parte del pubblico decida di boicottare o ignorare i media che presentano narrazioni selettive. Questo potrebbe esercitare una pressione significativa sulla rete o sull'editore per cambiare modo di fare al fine di adottare approcci più pluralistici e inclusivi.

In generale, l'empowerment del pubblico attraverso l'informazione, la partecipazione civica e il sostegno alle fonti di informazione indipendenti sono strategie importanti per promuovere una copertura mediatica più equilibrata e completa dei conflitti.

Come verificare le notizie

Verificare le notizie durante una guerra può essere una sfida a causa della complessità delle situazioni e della possibilità di disinformazione. Tuttavia, esistono metodi e strategie che possono aiutare a determinare la credibilità delle informazioni. Ecco alcuni passi da seguire:

  1. Diversificazione delle fonti. Cerca di ottenere informazioni da diverse fonti, inclusi media internazionali, analisti militari indipendenti, organizzazioni pacifiste, inviati e testimoni. La conferma da fonti multiple può aumentare la credibilità delle notizie.

  2. Verifica delle fonti. Controlla la fonte dell'informazione. Chi è l'editore o l'organizzazione che fornisce le notizie? Hanno una storia di credibilità? Presta attenzione alle fonti anonime o sconosciute, non ti fidare di notizie che non riportano fonti verificabili e cerca conferme. Fai tu le verifiche o fatti aiutare. Non basarti su una sola fonte.

  3. Contesto e coerenza. Valuta se le informazioni sono coerenti con ciò che si sa già sulla situazione. Se le informazioni sembrano sospette o discordanti con il contesto generale, potrebbero richiedere ulteriori indagini.

  4. Fatti verificabili. Cerca di identificare i fatti specifici nell'articolo o nel rapporto. Puoi cercare conferme o smentite da fonti affidabili riguardo a questi fatti. Se le notizie non sono verificabili non sono affidabili.

  5. Attenzione alle agenzie di fact-checking. Molte organizzazioni e agenzie si specializzano nella verifica dei fatti. Ma alcune di queste vengono arruolate nel fact-checking solo di una delle parti in conflitto svolgendo di fatto un'azione di supporto militare nella battaglia contro la disinformazione nemica, senza fare lo stesso con la disinformazione amica.

  6. Controllo delle immagini e dei video. Nel contesto di conflitti, le immagini e i video possono essere potenti, ma anche facilmente manipolabili. Ad esempio l'Intelligenza Artificiale generativa può generare video di leader politici e militari che dicono o fanno cose mai dette e mai fatte. Utilizza servizi di verifica delle immagini e dei video per determinare l'autenticità delle risorse multimediali. Ricorda che un bombardamento del passato può essere usato per rappresentare un bombardamento del presente con effetti di inquinamento della comunicazione sugli eventi militari.

  7. Confronta diverse prospettive. Cerca di ottenere informazioni da fonti che rappresentano diverse prospettive e parti coinvolte nel conflitto. Questo ti aiuterà a ottenere una visione più completa.

  8. Attenzione alle notizie in tempo reale. Le notizie in tempo reale possono essere inesatte o incomplete. Cerca di aspettare la conferma da fonti affidabili prima di accettare una notizia come vera.

  9. Ricerca sul giornalismo investigativo. Il giornalismo investigativo di qualità spesso fornisce una copertura approfondita e verificata dei conflitti. Cerca organizzazioni giornalistiche rinomate che lavorano in questa direzione.

  10. Comprendi i bias e gli interessi in gioco. Considera i potenziali bias delle fonti. Alcune organizzazioni o individui potrebbero avere un interesse nell'offrire una visione distorta della situazione. Lo psicologo Daniel Kahnemann definisce i bias come "errori sistematici, dei veri e propri preconcetti che ricorrono in maniera prevedibile in particolari circostanze”.

  11. Utilizzo di risorse online. Ci sono molte risorse online, come i webinar di analisti militari e i siti web specializzati nella verifica delle notizie, che possono essere utili per confermare o smentire informazioni.

Ricorda che, durante i conflitti, la disinformazione può essere diffusa sia deliberatamente che accidentalmente. La verifica delle notizie richiede tempo e attenzione, ma è fondamentale per ottenere una comprensione accurata della guerra e per poter pianificare un'azione pacifista senza farsi manipolare da false informazioni.

Note: Questa guida è stata realizzata con il supporto dell'IA generativa.

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