Lettera di collegamento di Pax Christi e Movimento Nonviolento di Ferrara Ottobre - Novembre 2003

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO:



1. Scuola della Nonviolenza. Maestri italiani.

2. Incontri di Spiritualità della nonviolenza.

3. La nonviolenza evangelica (Giuseppe Florio).

4. Convegno sulla Pacem in Terris a Bergamo.

5. Onnipotente.



15 ottobre 2003
Alessandra Mambelli
Fonte: Punto Pace Ferrara

La nonviolenza è la cosa più nuova e più antica; la più tradizionale e la
più sovversiva;

la più santa e la più umile; la più sottile e difficile e la più semplice,
la più dolce e la più esigente;

la più audace e la più savia, la più profonda e la più ingenua.

Concilia i contrari nel principio; e perciò riconcilia gli uomini nella
pratica.

don Primo Mazzolari

1. SCUOLA DELLA NONVIOLENZA.

Scuola della nonviolenza

Maestri Italiani

§ Venerdì 17 ottobre: La proposta della nonviolenza Ce ne parla
Daniele Lugli, segretario del Movimento Nonviolento. Introduce Alberto
Poggi.

§ Venerdì 24 ottobre: Aldo Capitini Ce ne parla Daniele Lugli,
segretario del Movimento Nonviolento. Introduce Elena Buccoliero.

§ Venerdì 31 ottobre: Alexander Langer Ce ne parla Edi Rabini, della
Fondazione "Alexander Langer" Stiftung. Introduce Roberto Dall'Olio .

§ Venerdì 07 novembre: Don Milani Ce ne parla don Giovanni Nicolini,
responsabile della Caritas di Bologna. Introduce Daniela Salvi.

§ Venerdì 14 novembre: Danilo Dolci Ce ne parla Sandro Mazzi, del
Centro Studi Difesa Civile. Introduce Vito Martiello.

§ Venerdì 21 novembre: Don Zeno Saltini Ce ne parla Sandro di
Nomadelfia. Introduce Giordano Barioni.

§ Venerdì 28 novembre: Don Tonino Bello Ce ne parla don Albino
Bazzotto, Beati i costruttori di pace. Introduce Alessandra Mambelli.

§ Venerdì 05 dicembre: Piero Pinna Ce ne parla. Piero Pinna.
Introduce Daniele Lugli.

Tutti gli incontri hanno inizio alle ore 21,00 presso il Centro di
Documentazione "A. Langer", viale Cavour 142 - Ferrara. tel. 0532.208383

E' richiesto un contributo complessivo di 10 euro (5 per studenti o aderenti
alle organizzazioni promotrici)

Ferrara Terzo Mondo Legambiente Movimento Nonviolento Pax Christi

*****

2. INCONTRI DI SPIRITUALITA' DELLA NONVIOLENZA.

Il gruppo Pax Christi di Ferrara riprende l'annuale proposta di cammino
nell'ambito della spiritualità, cammino alla ricerca della pace e della
nonviolenza. Nell'intraprendere questo nuovo tratto di strada, partiamo
dalla convinzione che la nonviolenza è una pianta dalle molte radici e che
protende i suoi rami in molte direzioni. Essa scaturisce dal Progetto di Dio
sull'umanità ma anche dal contributo di molte culture, si alimenta
nell'esperienza di tanti testimoni così come nella riflessione di molti
Movimenti. I suoi percorsi e i suoi frutti vanno ricercati tanto nelle
relazioni interpersonali quanto nelle politiche internazionali, nel rispetto
del creato come nella ricerca della verità più autentica. La nonviolenza è
un orientamento che si misura con ogni problema della nostra condizione
umana, con ogni violenza, con ogni conflitto che ci troviamo di fronte. Non
avremo perciò mai finito di scoprirne il significato e le possibili
applicazioni, le strategie e i cambiamenti di mentalità che richiede. Sulla
base di queste convinzioni, abbiamo ritenuto giusto trasferirci - almeno
momentaneamente - dal Monastero delle Clarisse alla "Scuola della
nonviolenza" (vedi notizia precedente). Più precisamente, la nostra proposta
si articola in due opportunità:

1. Da un lato ci prefiggiamo ed invitiamo a partecipare il più
possibile agli incontri fissati.

2. Dall'altro vorremmo continuare ad incontrarci una volta al mese per
coltivare le esperienze di condivisione, dialogo, riflessione, preghiera,
convivialità, vissute negli anni passati. Per questo secondo obiettivo
possiamo darci appuntamento già al Centro Langer alle ore 18, svolgere
insieme il tema che avremo prescelto, cenare insieme ed essere già pronti
per l'incontro con il testimone di turno. Si tratta di un'idea ancora da
verificare, da correggere ed adattare in base ai suggerimenti di chi ritiene
di farne tesoro. Per questa verifica e messa a punto condivisa, ci troveremo
VENERDI' 24 OTTOBRE, appunto AL CENTRO A. LANGER (via Cavour 142), ALLE ORE
18.

§ Il successivo incontro mensile è fissato per Venerdì 21 novembre,
sempre alle 18:00 presso il Centro Langer, in coincidenza con la giornata
del "dialogo cristiano-islamico", in occasione dell'ultimo venerdì del mese
di Ramadan (anno islamico 1424 dell'Egira).

Per maggiori informazioni, segnalazioni o suggerimenti, rivolgersi ad
Alessandra Mambelli,

tel. 0532/742260.

****

3. LA NONVIOLENZA EVANGELICA.

Tratto da un testo di Giuseppe Florio: La nonviolenza evangelica (Cittadella
editrice).

1. L'ideale che è proposto in Mt 5 (il sermone del monte, ndr) è molto
alto: è chiesta la rinuncia totale alla violenza e se facciamo ricorso alla
violenza dovremo solo riconoscerci peccatori. La cosa più scandalosa non è
che abbiamo fatto ricorso alla violenza, ma che come comunità e come persone
viviamo in situazioni di violenza senza avvertirne lo scandalo. Se un giorno
dobbiamo fare la guerra, se dobbiamo opporci tra noi con la violenza,
dobbiamo farlo con la coda tra le gambe perché c'è il demonio tra noi.
Dobbiamo trovare la giustizia, la verità tra gli uomini non con il potere
della violenza, ma con la forza della verità stessa di Dio: l'amore di Dio
per gli uomini, la fedeltà di Dio a se stesso e alla vita. Alla violenza non
si fa ricorso e se si fa ricorso: «Signore sono peccatore, avrei potuto
seguire un'altra strada».

2. La scelta di essere miti, poveri, nonviolenti, non è una tattica
ideologica, politica, per risolvere problemi contingenti (non troviamo
ancora un altro modo per strumentalizzare il Vangelo!), è una vera e propria
professione di fede nel Cristo, perché Lui solo è il Signore della storia e
la porterà a compimento (Apocalisse: «Io sono l'alfa e l'omega»). Questa è
la promessa di fede e gli uomini e le donne di fede non saranno dei
fanatici, ma saranno uomini e donne anche capaci di dare con umiltà la
propria vita. Dato che la nonviolenza non è tattica, ma esigenza di fede,
essa ci impegna in modo attivo a costruire la verità, il diritto tra i
popoli, il rispetto dell'uomo, la pace etc. Quindi c'è una incompatibilità
di fondo, per esempio, tra la nostra fede e l'armamento, le guerre dei
nostri tempi, i metodi delle polizie segrete, la guerra atomica, la tortura.
Questo è Satana, chiamiamolo per nome.

3. Cristo ci insegna una nonviolenza umile, che può rendere
desiderabile un'alternativa alla forza e all'oppressione. Il modo di
«essere» dei nonviolenti potrà essere in se stesso già una testimonianza
alla verità. I veri nonviolenti sono dei poveri. Che la nonviolenza non
diventi di nuovo un'affermazione di sé.

4. La nonviolenza potrà o magari dovrà portarci alla disobbedienza
civile (può darsi che succeda). In questo caso c'è un solo criterio:
possiamo disobbedire solo alle leggi ingiuste e lo Spirito dovrà aiutarci a
discernere bene. Questo problema sarà sempre più attuale nella nostra
società e noi dobbiamo rigettare questo potere satanico che si manifesta tra
noi. Chi disobbedisce deve accettare le pene che il codice prevede (e darsi
da fare perché la legge cambi, ndr).

5. L'amore per il nemico è un ideale personale e di comunità cristiane;
possiamo proporlo come orientamento, ma non possiamo proporlo come sistema
di governo. Resta fermo il principio che una società deve poter difendere i
suoi membri, cristiani e non. Io, come cristiano posso pensare di fare a
meno di esercito e polizia, ma non posso imporlo a tutti gli altri.

6. Per quanto riguarda il problema della lotta di classe: è un fatto
storico in cui siamo dentro. Ma questa lotta possiamo pensarla nell'odio di
classe? E possiamo pensarla senza proporci anche la liberazione
dell'oppressore? Il Cristo in tutta la sua vita non dette nessun esempio di
«classismo»; questo dobbiamo ripensarlo sia personalmente, sia come comunità
cristiane.

7. La nonviolenza è la speranza dei poveri e dei pacifici perché sanno
che non sono vittime del fatalismo; sanno, sappiamo, che il Cristo è risorto
e che il futuro non apparterrà alla violenza e al potere: quando Cristo
viene è la fine di tutti i poteri politici e si constata che essi sono già
morti. Il futuro non appartiene né alla violenza né al potere e l'umanità
non è abbandonata a se stessa. L'esempio del servo sofferente insegna a
tutti i poveri che si può giungere a Dio e si può essere cristiani anche in
un contesto storico di oppressione; per chi crede in Gesù Cristo questo è
possibile, altrimenti la chiesa non sarebbe mai nata perché è nata nelle
persecuzioni. Abbiamo ancora molto trionfalismo nel nostro senso della
giustizia.

*****

4. CONVEGNO SULLA PACEM IN TERRIS A BERGAMO.

Commissione CEI problemi sociali e del lavoro, giustizia e pace, Caritas
Italiana e Pax Christi

PACEM IN TERRIS: IMPEGNO PERMANENTE

Le comunità cristiane protagoniste di segni e gesti di pace Bergamo, 22-23
ottobre 2003

Contributi di: S. E. Mons. Francesco MONTENEGRO (presidente di Caritas
Italiana); S.E. Mons. Loris Francesco CAPOVILLA, già segretario di Papa
Giovanni XXIII°; prof. Antonio PAPISCA, università di Padova; Mons. Bruno
FORTE, Facoltà Teologica di Napoli; S.E. Mons. Roberto AMADEI, vescovo di
Bergamo; S.E. Mons. Giampaolo CREPALDI, segretario del Pontificio Consiglio
Iustitia et Pax; S. E. Mons. Tommaso VALENTINETTI, presidente di Pax Christi
Italia

Per informazioni e iscrizioni: Pax Christi Italia (vedi sotto).

*****

5. ONNIPOTENTE.

Dio Onnipotente

sì, tu sei onnipotente

non come noi crediamo

non come ti vorremmo

chè di quella potenza

sei tu il più povero

il più libero.

Tu sei potente

nel dare e ridare respiro alla vita

nell'amare chi non ama

nel perdonare in sovrabbondanza

nel ricordare gli scomparsi e dimenticati

nel pregare chi non ti prega

nel rimanere a fianco

di condannati e dannati

nell'abitare ogni solitudine

pur se ignorato

nel far emergere la verità

dalla negazione allo splendore

nel riscattare la vittima

senza fare altre vittime

nel persuadere i cuori

di cui sciogli la pietra in sensibile carne

nell'ascoltare i muti

nel farti occhio dei ciechi

ali degli storpi

e speranza dei disperati

perché dove noi ci facciamo potenti

tu sei l'impotente

e quando siamo deboli

ci ricordiamo di te

perché ti somigliamo

e perché la tua debolezza

è più forte di ogni nostra potenza.

(Luca Sassetti)

Poesia tratta dal IL FOGLIO -mensile di alcuni cristiani torinesi, n° 304,
settembre 2003.

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