Noi gay a scuola contro l'omofobia
Giornata di mobilitazione mercoledì prossimo contro l'intolleranza e l'omofobia, con volantinaggi e assemblee nelle scuole. L'hanno annunciata ieri l'Unione degli studenti e l'Arcigay, mentre il 17 maggio, giornata mondiale contro l'omofobia, sarà dedicata al giovane suicida a Torino. Il drammatico suicidio del giovane studente dell'istituto Sommelier e le scritte omofobiche alla libreria Babele di Milano hanno fatto nuovamente rizzare le antenne a quanti da anni si battono contro l'omofobia e l'intolleranza nelle scuole.
In un comunicato l'Unione degli studenti sottolinea come «l'urgenza di discontinuità dal passato in materia di diritti e pari opportunità e dignità è sempre più impellente. Quello che è accaduto a Torino ci addolora ma è anche la punta di un iceberg, di un sistema che non ha ancora digerito il diverso, che non guarda verso una società dell'integrazione e dell'uguaglianza». Al ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni i giovani dell'Unione degli studenti chiedono di non aderire al Family day perché «lo riteniamo incoerente rispetto a una idea di scuola laica e pubblica, ovvero di tutti». Il 17 maggio, giornata mondiale contro l'omofobia, dovrà essere ancora di più una giornata di denuncia, dicono gli studenti, ma anche di rivendicazione, «perché tutti siano liberi di esprimersi e amarsi con eguali diritti e dignità».
Dagli studenti ai genitori, parenti e amici di omosessuali: in una parola l'associazione Agedo. Che ha scritto una lettera aperta al ministro Fioroni. «Signor ministro - si legge - bastava una telefonata, ancora meno: bastava fornire al ragazzo di Torino un numero di telefono, un indirizzo, una sigla per salvargli la vita. In una città come Torino c'era solo da scegliere a quale organizzazione affidarlo». Ma questo non è stato fatto, denuncia l'associazione, «per ignoranza profonda». Nella lettera i parenti e gli amici di omosessuali scrivono di avere «dossier pieni sull'indifferenza o sui discorsi avventati del corpo insegnante e degli psicologici scolastici». Discorsi, scrive l'associazione, come «quelli della vicepreside della scuola torinese dove è avvenuta la tragedia, che parla di "sciocchi scherzi crudeli". Agghiacciante, identica a tante altre risposte che abbiamo ricevuto». I progetti contro il bullismo omofobico sono pronti da anni. Ma la realtà è, denuncia l'associazione, che «noi li mandiamo alle scuole ma nessuno risponde». A meno che la porta non venga aperta da un professore omosessuale o vicino all'ambiente. Per l'associazione Agedo, come per l'Arcigay, il bullismo omofobico è in crescita esponenziale. E riguarda il mondo della scuola come quello della politica. Lo denunciano i portavoce nazionali di Gayleft, Andrea Benedino e Anna Paola Concia, contestando le affermazioni del presidente dei deputati dell'Udc, Luca Volontè. «L'intolleranza omofobica di alcuni politici della Cdl che per settimane hanno invaso giornali e tv con insulti e diffamazioni contro gli omosessuali, non si ferma neppure di fronte a un morto». Volontè ha infatti dichiarato che «strumentalizzare come stanno facendo gli omosessuali politici la morte del ragazzo di Torino è semplicemente disgustoso. Trasformare una tragedia giovanile, figlia del bullismo e della superficialità educativa in uno spot pro gay - ha detto Volontè - è vomitevole». Risponde Gayleft, rinnovando l'invito «a tutte le forze politiche, sociali e religiose a fermarsi a riflettere se questo episodio ha o meno qualche attinenza col clima sociale di queste ultime settimane che ha visto gli omosessuali italiani oggetto di insulti e accostamenti vergognosi». L'Arcigay intanto rende noti, oltre ai risultati di una indagine condotta nelle scuole, anche alcuni episodi di intolleranza davvero inquietanti. Il segretario nazionale dell'associazione, Aurelio Mancuso, rivela per esempio di aver ricevuto segnalazioni da parte di diverse persone perché «in alcune parrocchie della Diocesi di Roma i sacerdoti consigliano ai genitori che scoprono di avere un figlio omosessuale di portarlo in chiesa per farlo partecipare a riti di esorcismo». Franco Grillini, deputato dell'Ulivo, sostiene che «Volontè non ha pietà» e racconta alcune storie giunte alla sua e-mail. «Sono giovani studenti ed ex studenti oggi adulti - dice Grillini - tutti parlano delle offese, degli insulti, delle molestie, delle violenze e delle minacce ricevute a scuola».
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